<<Pratichi Kung Fu? E che stile fai?>> È quasi una domanda imprescindibile…
Perché dire Kung Fu non è sufficiente, è necessario specificare, classificare, dividere con l´unità di misura dello stile. Del nord o del sud, interno od esterno, tradizionale o moderno.
È difficile studiare il Kung Fu nella sua completezza se ci si ritrova confinati in un settore dell´arte, quella stessa arte che si fonda sui principi unificanti del Taoismo degnamente rappresentati dal quel fantastico logo che chiamiamo Yin Yang.
L´Yin Yang rappresenta l´unione degli opposti, la complementarietà naturale delle cose. Se esiste uno esiste necessariamente anche il suo opposto, è condizione necessaria al mantenimento dell´equilibrio senza il quale niente resta in piedi.
Due gocce che si tuffano l´una nell´altra per raggiungere la completezza, perchè per essere completi bisogna comporsi di due metà opposte…
Lo sanno bene i praticanti Wing Chun, che per affrontare la forza cedono o i praticanti di IMS che, oltre a cedere, per esprimere meglio l´energia la conservano. Ma anche i kungfuisti tradizionali non sono acerbi di Yin Yang e fondamentalmente abbracciano la teoria del morbido che vince sul duro: ad esempio spesso ruotano per contrastare un “spinta frontale”, ossia alla forza contrappongono l´adattamento.
Insomma, sembra che la pratica del Kung Fu richiami la filosofia Yin Yang, mentre la teoria dell´arte spesso la ignori aggrappandosi ai concetti di stile, lineage ed altre simili differenze. Ma se osservando tutti gli stili e ripercorrendo qualunque lineage alla fine si ritrovano sempre le solite idee, quali “l´utilizzo della forza dell´avversario”, o concetti tipo <<… se lui spinge tu ruota>> o ancora tecniche di bong sao e tan sao che fanno della cedevolezza la contrapposizione alla forza e comunque sempre e ancora una volta ci si imbatte in quel simbolo dell´Yin Yang, allora tutte le differenze e classificazioni di stile e lineage sono davvero così fondamentali?
Forse lo sono per rendere più semplice la comprensione di teorie che altrimenti sfuggirebbero all´occidentale razionalità, oppure servono per fornire ai praticanti un terreno di confronto e a chi vuole essere un “grande maestro” un motivo di distinzione. Sicuramente non sono utili al vero artista marziale che si fonde con la sua arte, come le due gocce dell´Yin Yang.