Quando posso non correre, non corro – come ho giá avuto modo di raccontarvi nel segreto del 3 2 – anzi se proprio devo farlo, lo faccio solo all´aperto, in compagnia ed inserendo delle ripetute di circa 150/200 mt dopo una quarantina di minuti di running a velocitá costante: giá faccio fatica a concepire l´atto della corsa fine a sé stesso, figuriamoci farlo dentro una palestra su un treadmill come se fossi un criceto sulla ruota.
Inoltre è ironico pensare come tutti noi (anche molti di coloro che praticano Kung Fu) concepiamo la corsa come fondamento essenziale di un qualsiasi inizio di allenamento, quando esistono attrezzi nella nostra palestra che sono più efficaci per chi intende scaldarsi in maniera più completa e coinvolgere direttamente la maggior parte dei muscoli possibile; vi state chiedendo un esempio? Facilissimo il vogatore. Sì esatto è proprio quell’esercizio lì, in un angolo della sala quasi sempre libero o saltuariamente occupato da un omino che rema a ritmi da riviera romagnola alle 3 del pomeriggio: se pensiamo ad un vero e proprio riscaldamento evitiamo di pensarci sotto il caldo sole di agosto e piuttosto immaginiamoci su incalzanti ritmi tipici delle navi da guerra come nel celeberrimo film Ben Hur.
Immaginazione a parte e parlando di ragioni concrete per cimentarsi in questo warm up, con il vogatore, oltre naturalmente a scaldare le gambe, glutei e core come nella corsa, reclutiamo simultaneamente tutti i muscoli dorsali e di conseguenza i bicipiti, oltre che naturalmente gli avambracci, rafforzando anche la presa.
Vediamo insieme come fare delle belle remate.
Come si fa il vogatore
Naturalmente esistono varie evoluzioni dell’attrezzo in questione, dai più leggeri e sgangherati a quelli hi-tec multifunzione con computerino e display a colori, frequenzimetro e possibilità di gareggiare con il compagno di allenamento, ma in qualsiasi palestra, che sia una rimasta agli anni ´70 o una al passo coi tempi, ci sono tre cose importanti da fare al vogatore: primo vincolarsi bene i piedi, due assicurarsi di avere una buona impugnatura sul remo, cioè la barra – naturalmente a braccia tese – ed infine regolare blandamente l’attrito del cavo, dopotutto ci stiamo solo scaldando per ora.
Il gesto tecnico del vogatore di per sé è abbastanza armonico e progressivo: in un unico momento esplosivo spingiamo coi piedi sul nostro saldo appoggio per estendere le gambe il più velocemente possibile e contemporaneamente inarcare la schiena, portando il petto volontariamente in fuori per poi immediatamente dopo attivare i dorsali per richiamare il remo contro il nostro busto/stomaco. Ritorniamo lentamente nella posizione di partenza assecondando il movimento del cavo.