Durante la giornata ognuno di noi fa molte cose. A partire dalle mansioni relative al nostro lavoro, fino agli impegni personali che si affollano nelle nostre vite, siamo sempre “in qualche faccenda affaccendati”. Molto spesso le azioni che dobbiamo compiere fanno parte di una routine quotidiana che ci evede ormai esperti nell’esecuzione, al punto da poterci permettere il lusso di eseguirle senza pensare. Trascurando così l’importanza dell’essere presenti a se stessi.
Da sottolineare il fatto che è quasi impossibile essere presenti in ogni cosa che si fa durante l’arco di una giornata. O si vive da eremiti in meditazione sulla cima della montagna, o la mente sarà costantemente invasa da pensieri al punto che il dire “ci sono!” può risultare impresa ardua.
Conviene allora selezionare le azioni da ritenere importanti e da eseguire al massimo delle proprie possibilità. Come già evidenziato nell’esercizio numero 5 della nostra rubrica Vivere di Kung Fu i risultati che si ottengono dipendono dall’impegno che si mette in campo.
L’esercizio proposto oggi consiste di due fasi. La prima è proprio questa: scegliere massimo tre cose che facciamo spesso e che decidiamo essere meritevoli del nostro impegno e dei conseguenti risultati che dovranno essere straordinari. Suggerisco di inserire nella lista almeno una cosa che piace fare. Non limitiamoci al lavoro e ai doveri. Esercitiamoci anche su ciò che amiamo fare; i benefici saranno notevoli. Ad esempio, il corso di Kung Fu potrebbe essere un perfetto punto della nostra lista di cose da fare bene.
Questa prima fase non è da sottovalutare, perchè se si sbaglia la scelta tutti i benefici vanno a perdersi.
Compilata la lista arriva il bello, ed il difficile, la fase due.
Ogni volta che si esegue una delle azioni della lista, ci si deve armare di massima sincerità e ci si pone la seguente domanda: <<Cosa potrei fare ancora per migliorare il risultato?>>. Se la domanda la si pone a se stessi con la massima sincerità la risposta sarà immediata. In fondo, ognuno di noi sa quali sono i propri limiti, se però ha il coraggio di guardarli senza addurre scuse. Molto spesso sappiamo che potremmo dare di più, ma siamo molto bravi a raccontarci il perchè non lo facciamo.
Ai fini dell’esercizio una volta individuato cosa si può dare ancora … non è necessario farlo! Proprio così, non è indispensabile farsi assalire dai sensi di colpa e rimettersi all’opera. Se si pratica l’esercizio spesso, la domanda <<Cosa potrei fare ancora per migliorare il risultato?>> ci frullerà in mente molte volte e, volta dopo volta, senza pensarci più di tanto, le nostre azioni saranno sempre più vicine al massimo che si può dare e la risposta sarà sempre più simile a <<Niente!>>.
È ovvio che se la domanda fa subito scattare la molla dell’impegno straordinario ci sarà solo da guadagnare, ma anche soltanto ridurre le scuse che ci raccontiamo e diventare giudici più imparziali di noi stessi è una buona molla verso l’eccellenza.
Tutto ciò si amplifica se parliamo di Kung Fu e di allenamento. Valutare che si può dare di più e poi farlo è, ovviamente, l’atteggiamento degli atleti di successo.