Prosegue (verso la conclusione) la rubrica del venerdì Vivere di Kung Fu, nella quale studiamo le modalità di applicazione dei principi del Kung Fu alla vita reale, allo scopo di migliorare il nostro stato di salute fisico, mentale ed energetico.
Ed è proprio sull’energia che si concentra l’esercizio di oggi.
Fino a qualche tempo fa l’idea di energia (in occidente) era vissuto quasi come un qualcosa di mistico, lontano dalla vita reale e dalla quotidianità. Negli ultimi anni, invece, la fisica quantistica e la ricerca medica hanno scoperto che l’energia influenza lo stato di salute in modo molto profondo.
Bruce H. Lipton, nel suo libro “La biologia delle credenze. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula”, afferma che il Qi influenza adirrittura il comportamento delle cellule e che nella definizione della “struttura umana” è più determinante del DNA.
“Allenare il Qi” è quindi molto importante e porta dei grandi giovamenti non solo alle prestazioni marziali, ma alla vita nel suo complesso.
Tuttavia, l’energia non si può vedere ad occhio nudo e il suo allenamento è centrato sulla mente … non si può vedere, però si può sentire. Più si diventa abili nel sentire il proprio Qi, più è semplice utilizzarlo consapevolmente nella propria vita.
Veniamo all’esercizio di oggi.
Prima di tutto ci si deve sedere in una posizione comoda, ad esempio a gambe incrociate, magari con la schiena appoggiata ad una parete; ma non è una regola fissa, l’importante è assumere una posizione rilassata e comoda. Congiungere le mani “a preghiera”. Fatto ciò bisogna concentrarsi sul proprio respiro ed ascoltarlo. Man mano che si inspira (dal naso) e si espira (dalla bocca) si devono rilasciare tutte le tensioni e raggiungere uno stato di completo rilassamento del corpo, compresi i muscoli facciali. A questo punto, molto lentamente, si iniziano dei piccoli movimenti allontanando e avvicinando i palmi delle mani. La distanza tra i palmi deve essere inizialmente infinitesima. Si continuano questi piccolissimi movimenti fino a quando non si percepisce qualcosa tra i palmi; quasi uno “spessore”, una sorta di ostacolo tra una mano e l’alta. La sensazione è la stessa che si avverte quando si cerca di avvicinare due calamite con cariche magnetiche opposte, che tendono a respingersi formando una sorta di solido invisibile tra loro.
A questo punto si aumenta la distanza tra le mani (sempre con un movimento oscillatorio che le avvicina e le allontana) avendo cura di mantenere questa sensazione: se cresce troppo la distanza tra i palmi non si sente più nulla.
Questo qualcosa che si percepisce è il proprio Qi.
All’inizio la sensazione non arriva immediatamente e la distanza tra le mani che si riesce a raggiungere non è molta. Con la pratica diminuisce il tempo e aumenta lo spazio.
4 risposte
Ciao!! Vorrei farvi una domanda che potrà risultare strana, ma per me è di grande importanza. L’esercizio sopra indicato prevede l’inspirazione dal naso e l’espirazione dalla bocca, siete sicuri che sia così? cito delle fonti a questo proposito: http://www.tuttosteopatia.it/nav/blog/b-discipline-complementari/perche-bisogna-inspirare-ed-espirare-sempre-dal-naso/
L’espirazione dalla bocca facilita l'”ascolto” del respiro rendendo meno semplice per la mente “seguire i pensieri”, ma non è una condizione necessaria: si può benissimo svolgere l’esercizio respirando sempre col naso, l’importante è non distrarsi dall’ascolto del respiro.
ma il qi è tutto..anche la materia piu solida è qi..quello che si sente con questo esercizio è solo una delle tante espressioni del qi.
Certo, ovviamente è solo uno dei modi di sentire il Qi.