Nella PNL (Programmazione Neuro Linguistica), così come in altre “discipline” che trattano di crescita personale, esiste uno schema che mette in relazione impegno e risultati. Quali risultati si ottengono a fronte del tipo di impegno messo in campo. Sicuramente ne esisteranno varie versioni, tuttavia lo schema può essere riassunto nel modo seguente:
Impegno | Risultati |
Sufficiente | Scarsi |
Buono | Sufficienti |
Ottimo | Buoni |
Straordinario | Straordinari |
A fronte di un impegno sufficiente (faccio il mio compitino) si ottengono, come è facile intuire, risultati non molto soddisfacenti. Incrementando l’impegno a buono si arriva a risultati sufficienti, diciamo che otteniamo il minimo indispensabile. La crescita è lineare nel passo successivo dove con un impegno ottimo si ottengono dei buoni risultati (anche questo scenario è facilmente immaginabile). Dove invece si ha il salto è nel contesto con impegno straordinario con il quale si raggiungono risultati straordinari. Fino a questo punto la crescita è come dicevamo lineare, cioè “mi impegno un pò di più e ottengo un pò di più”, mentre l’ultima riga della tabella rappresenta l’impegno vero, la reale volontà di ottenere risultati, di raggiungere l’obiettivo preposto.
In sostanza questo schema ci dice che se vogliamo ottenere il meglio dobbiamo davvero dare il massimo. È un concetto quasi demagogico, ma nell’ambito della nostra rubrica vivere di Kung Fu lo esprimiamo per introdurre l’esercizio proposto oggi, che sostanzialmente risponde alla domanda “come faccio a sapere se sto dando il massimo?”.
La risposta è l’esercizio … ed è una domanda da porsi: “cosa potrei fare che ancora non ho fatto per ottenere di più?”.
Siamo in palestra per il nostro allenamento di Kung Fu, per imparare o esercitare una forma, per prepararci ad una gara di sanda, o semplicemente nell’esecuzione dell’esercizio che l’insegnante ci ha assegnato. Siamo sudati, stanchi con i muscoli che fanno male … facciamoci la domanda: “cosa potrei fare che ancora non ho fatto per ottenere di più?”. Se siamo sinceri con noi stessi la risposta arriva chiara e comprendiamo immediatamente quale tipo di impegno stiamo mettendo in campo. Se siamo stremati e se sentiamo sinceramente di aver dato tutto allora possiamo ritenerci soddisfatti di noi stessi ed essere fiduciosi dei risultati che arriveranno. Se invece sentiamo che il fisico reggerebbe ancora una ripetizione della forma, una ripresa al sacco, o anche solo 5 minuti di stretching, allora possiamo decidere se il nostro impegno deve essere straordinario.
Ovviamente lo stesso vale per la vita quotidiana, dove molto spesso i risultati sono più difficili da raggiungere rispetto al Kung Fu. Quando sembra che gli obiettivi si allontanino invece che avvicinarsi, quando pare che tutto remi contro e che la sfortuna si sia accampata a casa nostra, proviamo a domandarci “cosa potrei fare che ancora non ho fatto per ottenere di più?”. È probabile che la risposta porti con se quell’elemento mancante che trasformi i risultati in straordinari.
Non ci sono limiti alle possibilità, se non quelli autoimposti … i monaci Shaolin insegnano …
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