Come ogni venerdì è il momento della rubrica vivere di Kung Fu, nella quale studiamo il modo di applicare i principi del Kung Fu alla vita quotidiana allo scopo di migliorare la condizione di vita.
È importante sottolineare che si punta a migliorare, non a stravolgere, né tantomeno a risolvere con una formula magica le problematiche quotidiane. L’obiettivo di questa rubrica non è quello di fornire una bacchetta magica per trasformare in oro le giornate di chi la segue. Primo perchè chi scrive non ha la presunzione di “insegnare a vivere”, secondo perchè la bacchetta magica non esiste. Il miglioramento delle proprie condizioni di vita quotidiana è un lavoro soggettivo che richiede un certo impegno e i cui risultati sono diretta conseguenza degli sforzi.
È proprio come lo studio del Kung Fu: un’allenamento costante e passionale per risultati soddisfacenti, una pratica occasionale e distaccata per risultati mediocri.
In quest’ottica, vivere di Kung Fu, offre dei consigli derivati da discipline quali la PNL, la psicologia, la filosofia, la medicina cinese, etc. soprattutto sperimentati di persona. Suggerimenti che rendono maggiormente consapevoli che la propria situazione di vita dipende unicamente da se stessi.
Dopo la chiusura del terzo cerchio della settimana scorsa inizia oggi una nuova sezione di esercizi pratici. Ogni settimana sarà suggerito un esercizio utile all’allenamento di un particolare principio o elemento trattato nei precedenti capitoli.
Oggi trattiamo il concetto dell’essere presenti.
Nell’arco di una giornata la mente è talmente affollata di pensieri che il più delle volte si svolge un’attività pensando ad altro: all’attività successiva, al problema che preoccupa, a questioni personali, etc; e anche quando si è molto concentrati su ciò che si sta facendo difficilmente si è “presenti a se stessi”. Quasi mai ci si ascolta o ci si ferma un istante avendo come unico pensiero nella testa la frase “ci sono!”. Una semplice frase che immediatamente proietta tutta l’attenzione su se stessi senza altro attorno.
Invece è importantissimo essere presenti. È un’azione che rilassa e soprattutto aiuta a mantenere una sorta di lucidità, di consapevolezza di se che fa ritrovare la calma nei momenti di agitazione o preoccupazione e migliora la saluta psico-fisica. Con uno stile di vita come quello occidentale, dominato dall’ansia, essere presenti a se stessi può fare da confine tra salute e malattia … e non è un’esagerazione.
L’esercizio proposto oggi è il seguente: ogni tanto nell’arco della giornata fermatevi e pensate: <<Ci sono!>>. Sembra facile, ma in realtà è difficilissimo, perchè ci si dimentica di farlo! Provate … oggi stesso … e a fine giornata, se vi ricordate, provate a contare le volte che vi siete fermati e avete ripetuto mentalemente 2 parole: ci sono. Saranno meno di quello vi aspettate.
Infatti, una tecnica per aiutarsi a ricordare è imparare a ripetere la frase ogni volta che si passa attraverso una porta, o si cambia stanza, oppure si fa un’azione abbastanza comune e ripetuta durante una giornata.
Lasciate un commento qui sotto con il numero di volte, in una giornata, che vi siete ricordati di eseguire l’esercizio … sono curioso.
12 risposte
..Complimenti per l’articolo – La pratica della Presenza è davvero fondamentale per “entrare” nella vita ed “esserci consapevolmente” – è vero – inizialmente sembra una cosa banale – e ci si accorge immediatamente di quanto si sonnecchia … allora si comincia a prendere sul serio – lo “sforzo” inizialmente è necessario – ci si accorge di quanto si è goffi – poi lentamente si trova un “ritmo” ma la vigilanza dev’essere continua, la mente troverà sempre qualcosa da offrirti per sfuggire il momento presente. Personalmente mi sono avvicinata alle arti marziali proprio per “allineare maggiormente” questo stato.. e non sono rimasta delusa.. il senso di benessere dopo ogni allenamento anche duro è indescrivibile – ora un infortunio mi ha allontanata dagli allenamenti -ed è diventata un’opportunità per dilatare questa esperienza nell’arco delle giornate.. persino il dolore fisico diventa “una sveglia”! _ Non sottovalutate questo fondamento – apparentemente banale – ma indispensabile – non vi arrendete ai primi tentativi – vi aspettano delle sorprese! Con affetto Maria Giovina
Mi sembra che più che un concetto di Kung Fu l’ ESSERE PRESENTI sia un concetto ripreso dalla Mindfullness…
E’ possibile avere un riferimento in lingua cinese che esprima questo concetto e che lo leghi al Kung Fu?
L’essere presenti è un concetto che si ritrova in diverse “discipline”, anche nella PNL o nella meditazione. Il legame esplicito con il Kung Fu non l’ho mai letto in alcuna pubblicazione … è proprio lo scopo della rubrica trovare il legame tra il Kung Fu e diversi principi che solitamente al Kung Fu non sono associati. Tuttavia penso che nel Tao Te Ching (che si può considerare vicino al Kung Fu) si possano trovare diversi passaggi che in qualche modo riprendono il concetto di “essere presenti a se stessi”
Mi sembra un modo un po’ ambiguo di procedere. Il Titolo è esercizi di Kungfu, o è un esercizio che appartiene al kung Fu o non lo è, se no non lo presento già come tale. Sarebbe stato corretto, a mio parere, titolare “Esercizi di PNL, che forse vanno bene anche per il Kung Fu”.
Visto poi che questi esercizi sono presentati in un contesto che appare come autorevole sulle arti marziali ciensi, penso che già nell’articolo dovrebbe esserci un riferimento alla tradizione marziale e culturale di provenienza del Kung Fu e non solo al Daodejing che tra l’altro è stato tradotto ed interpretato in modi molteplici.
Io per esempio interpreto l’Essere Presenti all’interno della teoria “Chu er you yi zhong er wu yi” . Quando eseguo un movimento della Struttura fondamentale devo essere concentrato su quel movimento, cercando di non pensare ad altro.
Come si vede all’inizio del post il titolo è “Vivere di Kung Fu – esercizi #1” … non esercizi di Kung Fu … “Vivere di Kung Fu” è una rubrica (arrivata già al trentesimo capitolo) nella quale si applicano alcuni principi del Kung Fu alla quotidianità, nella prospettiva di apportare dei miglioramenti al propria vita. Si può dire che è un modo di consigliare la pratica del proprio Kung Fu all’interno della propria vita. Naturalmente molti concetti si possono ritrovare in ambiti diversi quali PNL, Taoismo, etc., ma restano comunque principi ereditati dal Kung Fu, quindi non avrebbe senso chiamarli “esercizi di PNL”. La tua interpretazione dell’essere presente la trovo assolutamente adeguata, tuttavia io ho suggerito un esercizio da eseguire durante la propria giornata in qualunque momento della vita quotidiana. Come sicuramente sai “Kung Fu” è un termine che non ha origine nelle arti marziali, bensì proprio nell’ambito della vita quotidiana…i cinesi dicevano che ogni volta che fai bene qualcosa stai facendo Kung Fu. Concludo ringraziandoti dei tuoi interventi … è nel nostro spirito il confronto pacifico e aperto, anche quando esprime perplessità sugli argomenti che trattiamo.
ottimo, rispondere senza rispondere.
Mi stai dicendo che “si applicano alcuni principi del Kung Fu alla quotidianità” poi non mi dici da dove viene questo concetto in quel contesto. E questo era ciò che chiedevo. Ma è probabile che io non sia stato chiaro.
Quale concetto proveniente dalle arti marziali cinesi si lega a ESSERE PRESENTI?
Non mi interessa se è presente nella PNL o nella meditazione .
Tu che riporti queste cose che stile pratichi? Dove hai imparato l’ ESSERE PRESENTI come “principio del Kung Fu che si applica alla quotidianità”?
Avete già parlato di Shen?
Grazie per i complimenti, ma se la nostra discussione non ci serve per crescere e per migliorarci, serve solo per tagliar corto.
Complimenti a te che stai cercando di deflettere un attacco, ma come diceva il povero (da noi si dice quando uno è morto) Li Shaolong: “una volta pensavo che un pugno fosse solo un pugno …”
@Anarcapeack. Il principio della conservazione dell’energia, della ripetitività delle tecniche, dell’applicazione delle forme etc. fino alla traduzione di Kung Fu come “esercizio eseguito con abilità” fonda il suo significato nell’essere presenti. Questa rubrica nasce dalla mia personale esperienza di 25 anni di Kung Fu Shaolin, Tang Lang, Sanda e difesa personale. Detto ciò il tuo modo di scrivere non è adeguato a questo blog. Non siamo su un qualunque forum di arti marziali dove si innescano polemiche gratuite e soprattutto con “toni di poco rispetto”. Quindi se non cambi il modo di scrivere i tuoi commenti non saranno più accettati. Kung Fu Life è una rivista che fa di tutto per dare qualità e accetta più che volentieri confronti, domande e pareri anche discordi da ciò che è scritto. Ma la qualità deve essere nei post pubblicati e nei commenti dei lettori. Non c’è spazio per la mancanza di rispetto. Per le liti ci sono tanti altri siti. Scusa ma la precisazione è doverosa.
ho praticato tai chi fino a 2 anni fa, poi….
ho imparato a vivere in modo diverso rispetto a prima e in un momento critico spontaneamente, senza aver letto dell’esercizio “ci sono”, mi sono detta: “sono viva”….e dirmi questo mi ha fatto sorridere e stare bene….non è la stessa cosa di “ci sono”? saluti
Si è lo stesso … essere presenti appunto. Vivere il “qui e ora” concentra l’attenzione sul momento presente allontanando le emozioni da paure e ansie, che spesso sono proiettate sul futuro.