Se si parla di vittoria la maggior parte di noi penserà ad una competizione, ad una riunione di atleti che si sfidano per mostrare chi sia il migliore nel proprio stile, il più abile sul leitai.
Essere il vincente significa distinguersi tra gli avversari e salire sul gradino più alto del podio con una medaglia al collo. Essere il perdente significa aver sottovalutato chi ci siamo trovati davanti, chi abbiamo trovato contro, la situazione.
Ma vincente o perdente non lo si è solo alla fine della competizione, alla fine dell’incontro.
Quello che ci rende vincitori o perdenti è anche il modo in cui affrontiamo la quotidianità. Siamo vincitori quando nonostante ogni pronostico otteniamo i risultati ai quali abbiamo puntato, quando a fine allenamento abbiamo acquisito quella maggiore scioltezza di cui l´istruttore parlava, quando tirando le somme di un´anno di allenamento scopriamo di aver superato i limiti che inizialmente avevamo e di poter puntare al gradino successivo. Un passo alla volta, ma sempre avanti.
Bisogna volerlo, essere vincenti. Non è da tutti e non tutti ci vogliono riuscire.
C’è chi preferisce accontentarsi di rimanere fermo, senza migliorare e senza provarci. Chi usa la motivazione della difficoltà per giustificarsi e a priori stabilisce quali sfide può vincere e quali no. Questi sono i “perdenti”, chi non si concede nemmeno la possibilità di vincere…magari scoprendo poi che non sarebbe stato così arduo!
Chi pratica Kung Fu, chi vuole entrare nel vivo di questa disciplina, deve sapersi mettere in discussione, deve essere pronto a sfidare sé stesso, a volte a perdere qualche incontro, ma con un obiettivo chiaro in testa, la vittoria. In tutti i sensi.
Applicarsi, approfittare di ogni occasione per crescere, apprezzare gli esercizi facili e ancora di più quelli complicati, perchè saranno proprio questi ultimi a migliorarci.
Diventare vincenti su noi stessi, sulle nostre capacità.
Questo post è dedicato ai vincitori, grandi e piccoli, e ai perdenti, ricordando che le sconfitte più grandi sono date dalle battaglie che non vogliamo combattere.