Vacanze finite, lezione di inizio corso, si torna (pesantemente) sul tappeto con qualche fritto di pesce di troppo sulla coscienza e sul fisico, per lo più abituati da un mesetto a compiere al massimo i gesti di togliere e mettere gli auricolari del lettore mp3, sfogliare le pagine del libro o quelle virtuali del tablet, traslocarsi dal letto al divano-alla sdraio-al tavolo da pranzo e poco altro.
I più atletici hanno improvvisato qualche passo di corsetta sul lungomare o nel parco della città, qualcuno si è anche spinto ad una corsa più sostenuta, merito del cane che portato a passeggio ha deciso di socializzare con i suoi simili, trascinando lo sprovveduto padrone per metri e metri per arrivare ad annusare un peloso didietro.
In pochi hanno messo mano alla bici, approfittando delle giornate di sole (sì, qualcuna c´è stata!) per smuovere un po´ di stanchezza estiva di dosso.
Ma sono pronta a scommettere che solo un esiguo numero di voi/noi ha realmente allenato il proprio Kung Fu, con tanto di ripasso delle forme, dei principi, qualche scambio con uno sparring e roba simile.
Siamo onesti: le “vacanze” sono tali quando ci si dedica al dolce far nulla.
Solo che il tempo del relax è finito, con orari e frequenza diversa per ognuno di noi i corsi sono ricominciati tra allenamenti e sudate.
E siamo al dunque. Quella famosa prima impressione che conta.
Siamo tornati al nostro kwon, non importa se da insegnanti o da allievi, in entrambi i casi abbiamo di nuovo il nostro ruolo sul tappeto, e le prime lezioni abbiamo il medesimo obiettivo di non mostrare a compagni o allievi quanto fuori forma siamo riusciti a metterci con un solo mese di stop!
Gli istruttori non possono cedere dopo i primi 10 minuti di riscaldamento, che esempio sarebbero? Gli allievi non devono permetterselo, agli occhi degli altri compagni e a quelli del maestro devono dimostrare di essere pieni di spirito marziale fin dal primo inchino sul tappeto.
A complicare questo sforzo, che sia per orgoglio personale, per orgoglio nei confronti degli altri o per dovere di cintura, ecco spuntare le nuove reclute.
Qualche nuovo iscritto compare per la prima volta sul tappeto: è la sua lezione di prova.
Tra i compagni, senza cattiveria, scatta una sorta di competizione, non si può resistere meno dell’ultimo arrivato anche se si ha il fiatone già dopo il saluto; il povero ma determinato nuovo elemento vuole capire se la lezione faccia per lui ma allo stesso tempo non vuole risultare agli occhi del maestro come un caso disperato, a costo di non rialzarsi dal letto il mattino dopo.
E il maestro stesso? C’è sì l’arma del fermarsi ogni tanto per verificare che tutti lo seguano, correggere qualche errore, dare qualche spiegazione, ma quella è la sua prima impressione agli occhi del possibile nuovo allievo, non c’è scampo deve dare il 100%.
Che siamo principianti, esperti o istruttori, stiamo tranquilli, sotto sotto siamo tutti sulla stessa barca.