
L’università di wushu di Pechino è la scuola che ogni appassionato di Kung Fu vorrebbe frequentare. Una vasta struttura dedicata alle arti marziali cinesi, agli sport da combattimento e alla ginnastica.
Si possono trovare studenti di tutte le età, dai piccoli allievi dei corsi di wushu, ai giovani combattenti dei corsi di lotta, di sanda o di boxe, compresi gli atleti della nazionale cinese.
Come in una comune università degli studi occidentale gli allievi si suddividono in diversi corsi che si svolgono durante l’arco della giornata. Ovviamente ogni corso è presieduto dal docente di ruolo.
Ed è proprio il ruolo del docente che a noi occidentali, abituati alle nostre modalità di gestione dei corsi di kung fu, può risultare inconsueto. Infatti nelle aule l’insegnante più che partecipare alla lezione sembra che vi assista. È raro vedere il docente (o la docente) eseguire qualche tecnica per mostrarla agli allievi; invece è consuetudine vederlo quasi in disparte ad osservare attentamente le movenze degli studenti ed intervenire vocalmente per correggere qualche imperfezione o per comandare il cambio di esercizio.
Nonostante ciò l’ordine e la disciplina degli studenti sono quasi impressionanti per decisione, grinta ed energia. L’impressione è che in tutti gli istanti della lezione ogni studente sappia esattamente cosa deve fare, quale esercizio eseguire e quale tecnica allenare.
Il livello tecnico degli studenti si differenzia in base al corso: si possono trovare nel corso di wushu atleti eccellenti in grado di eseguire evoluzioni stupefacenti con una precisione al limite dell’incredibile e nell’aula accanto un nutrito gruppo di aspiranti pugili, decisamente più acerbi, ma che si allena intensamente e senza sosta. L’attitudine degli studenti, infatti, è quella del lavoro duro. Probabilmente questa mentalità è dovuta anche al fatto che chi frequenta l’università del wushu (e quindi paga la retta non proprio alla portata di tutti i cinesi) lo fa con lo stesso spirito con il quale noi occidentali frequentiamo le nostre università, cioè con il proposito di apprendere ciò che ci servirà per il nostro futuro.
Molto interessanti ed intensi sono gli allenamenti del corso di sanda, nel quale gli studenti, sulla pedana rialzata, ripetono le sequenze di tecniche senza fermarsi un secondo e sempre con ritmo molto elevato. Un training che punta sulla ripetitività dei movimenti come elemento fondamentale per l’apprendimento. Continuare a rifare la tecnica fino a quando non si sa eseguire con precisione. Personalmente ho assistito ad una allenamento dove gli atleti hanno ripetuto lo esercizio di proiezione per circa un’ora senza alcuna pausa; ovviamente l’insegnante si limitava ad osservare e comunicare verbalmente le varie disposizioni e i diversi consigli, ma non ha mai lasciato la sua postazione accanto al lei tai.
Senza dubbio l’atmosfera dell’università di wushu di Pechino è decisamente marziale.
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