Si puó dire tutto su Bruce Lee. È uno di quei personaggi che <<o lo odi, o lo ami>> e questo è tipico delle personalitá carismatiche. E delle leggende. C´é chi lo ama alla follia e lo descrive come un combattente infallibile. C´é chi risponde che era solo un attore, dato che un combattente si giudica dai risultati e Bruce non ha mai combattuto ufficialmente. C´é chi risponde che se fai combattimento non regolamentato non è possibile confrontarsi all´interno di un contesto sportivo: il Jeet Kune Do è disciplina da strada e le testimonianze dell´abilitá di Bruce sono molte.
Si controbatte, ancora, che gonfiare o addirittura inventare aneddoti leggendari e poco veritieri è facile, mentre vincere un K1 non lo è affatto. E c´é, infatti, chi scrive un libro per ridimensionare l´abilitá leggendaria di Lee raccontando come la realtá dei suoi confronti fu decisamente diversa.
Solo qualche mese fa abbiamo parlato della Mini Cooper Bruce Lee Model: un´auto. Proliferano, inoltre, scarpe da running, da boxe, da passeggio, da basket, cover per telefonini e cellulari stessi, magliette e vestiari vari. E non parliamo, naturalmente, di oggetti direttamente collegati al mondo delle arti marziali come nunchaku o kimoni.
Ci sono, insomma, professionisti del marketing e del commercio che si rendono conto che, anche a distanza di quasi 50 anni, Bruce Lee è un marchio che fa vendere. Cose che succedono solo per figure come Jimi Hendrix, James Dean, Elvis Presley e Marylin Monroe. Ma, permettetemi, non come per Bruce: nessuno ha mai inventato scarpe con sopra James Dean o automobili Jimi Hendrix Signature. Al massimo magliette e chitarre.
E adesso tocca ai fumetti: nel mercato dei comics americani è appena uscito Bruce Lee. The Dragon Rises. Tradotto: il ritorno del Drago, che fa tanto The Dark Knight Rises a là Christopher Nolan. Ci sta: sappiamo che già negli anni 70 Bruce, nei panni di Kato, assistente di Green Hornet, prese a pugni quel Robin braccio destro di Batman. E qui c’è ancora chi dirà che uno che mena Batman e Robin è trooooppo forte: il pipistrello che tiene testa a Superman ma cade sotto i colpi del Kung Fu. Chi risponderà: va beh, se mettete uno vestito da Batman dentro una gabbia a combattere nell´UFC, di solito significa che è tutto fumo e niente arrosto. Al massimo un videogame.
Naturalmente anche Bruce Lee è stato messo in una gabbia a combattere nell´UFC. Naturalmente, in un videogame. E adesso, si diceva, un fumetto. Ma mentre di personaggi ispirati alla sua figura ce ne sono stati già diversi, come l’americano Shang Chi e l’italianissimo Long Wei, adesso esce un fumetto proprio su Bruce Lee e non su un personaggio che lo ricorda. Il tutto sa infatti di tributo ufficiale, se considerate che la sceneggiatura è stata curata dalla Shannon Lee figlia del Piccolo Drago. Sembra che quest’ultima abbia dichiarato a Newsarama, un sito che si occupa di Comics in generale: <<Volevo mio padre nei nostri giorni e che fosse se stesso>>.
Se stesso, quindi proprio Bruce Lee. Che si sveglia 40 anni dopo senza ricordarsi niente: chi è, cosa fa, cosa diavolo stia succedendo e perché il mondo sia così diverso. Qui fa tanto Capitan America, che si risveglia dopo essere stato ibernato al tempo della seconda guerra mondiale. Tutta la storia sarà quindi una ricerca della verità che soggiace all’amnesia di Bruce, un viaggio che naturalmente attraverserà vignette tra colpi e botte di Kung Fu, nunchaku che sfavillano, sguardi compenetranti e saltelli vari a là Muhammad Ali.
I disegni saranno di Brandon McKinney, il cui nome è tra l’altro un evidente e corvino omaggio nell’omaggio. Sembra che, per ora, l’albo sia disponibile solo sul mercato americano e non ancora in Italia. Lo aspettiamo però con impazienza, noi divisi tra odio e amore. Per vedere quanto è forte, ancora, il nostro Bruce, o per sorridere di fronte ad un ennesima trovata commerciale per lucrare sulla sua figura. Che lo si odi o lo si ami, tuttavia, di sicuro lo si aspetta.