Il 74esimo capitolo del Tao Te Ching si inserisce nel filone dei “consigli ai governanti”, che Lao Tzu dispensa volentieri nel suo testo. Considerando il periodo storico al quale si fa risalire il Tao Te Ching non è cosa così strana. Nei vari capitoli dedicati al “governo” si può scorgere il tentativo di Lao Tzu di mantenere una sorta di equilibrio tra il riconoscere la necessità della presenza di un governante che possa guidare il popolo, spesso decidendo per esso, e la proclamazione della naturale propensione del popolo stesso a seguire in modo autonomo la via migliore per raggiungere il benessere. Il classico “colpo al cerchio e alla botte”…
Restando in tema, questo capitolo si potrebbe (sotto)titolare “vivi e lascia vivere”.
Se non si ha nulla da perdere difficilmente si avrà paura di perdere. Se, invece, si possiede qualcosa al quale si è legati si lotterà per mantenere il proprio status quo. Come dice Lao Tzu, se il popolo vive bene farà ciò che è giusto per evitare di morire.
Fondamentalmente non abbiamo bisogno di un intervento superiore per preservare ciò a cui teniamo, ci guida l’istinto, nel bene e nel male, nell’accudire cosi come quando siamo chiamati a difendere.
Il capitolo 74 del Tao Te Ching.
Se il popolo non ama la vita,
non teme la morte, e quindi
la pena di morte non può spaventarlo.
Se il popolo vive bene,
allora non vuole morire,
e farà ciò che è giusto per evitarlo.
Uccidere dovrebbe essere il compito
soltanto del grande carnefice.
Cercare di sostituirlo sarebbe
come cercare di tagliare il legno
al posto del maestro carpentiere:
ci si ferirebbe soltanto la mano.