Il Tao Te Ching, nei suoi numerosi capitoli e nelle diverse “tonalità” delle parole di Lao Tzu, professa un ordine naturale delle cose. Non un destino prefissato, ma piuttosto un flusso energetico che scandisce a mo’ di metronomo l’avvicendarsi degli eventi; flusso del quale l’essere umano fa parte con un ruolo attivo da protagonista.
Esistono diverse teorie (più o meno razionali) che sostengono che l’uomo attraverso la propria energia, o con i pensieri o ancora con il giusto atteggiamento possa condizionare il proprio destino.
Senza scendere nei dettagli di ogni teoria (per farlo un singolo post non è sufficiente), per questo capitolo del Tao Te Ching, ci interessa sottolineare un principio comune delle varie ipotesi: per vivere bene bisogna seguire la propria natura; liberarsi cioè da tutta una serie di limitazioni che ci auto-imponiamo in nome di regole, anch’esse auto-imposte sulla base di false credenze, che non fanno altro che sabotarci.
Poi diamo la colpa alla sfortuna, al destino o a qualcun’altro se non otteniamo ciò che desideriamo.
La colpa invece è solo nostra, così poco abili a seguire noi stessi e costantemente in navigazione a vista contro la nostra stessa natura, illusi di poter risalire la corrente che invece troppo spesso ci porta alla deriva, perchè <<la via del cielo non lotta, ma vince facilmente>>.
Allora c’è chi si arrende e si racconta che la vita va così e chi invece non sia accontenta, anche a rischio di non godere…
Il capitolo 73 del Tao Te Ching.
Chi ha il coraggio di osare
viene ucciso.
Chi ha il coraggio di amare
sopravvive.
Il primo è dannoso, il secondo è benefico.
Il cielo proibisce alcune cose,
ma chi ne conosce la ragione?
Nemmeno il saggio sa rispondere.
Questa è la via del cielo:
essa non lotta, ma vince facilmente;
non parla, ma risponde sempre;
non può essere chiamata, ma accorre spontaneamente;
non ha fretta, ma pianifica tutto.
La rete del cielo è vasta;
benché le sue maglia siano larghe,
non le sfugge nulla.