Sia in Oriente che in Occidente esiste una teoria che sostiene che per raggiungere l’essenza di ogni cosa, il Dio occidentale o il Tao orientale, sia necessario liberarsi dal sapere acquisito nelle modalità “convenzionali” ed immergersi nel proprio io, nel proprio centro. Questo perchè l’essenza non è spiegabile con i concetti esprimibili attraverso le “normali parole”.
Quindi chi capisce l’essenza non può spiegarla e chi si accanisce a spiegare il Tao con le normali parole esprime soltanto il fatto di non sapere. È uno dei fulcri del pensiero di Lao Tzu, raccontato nel Tao Te Ching.
Per comprendere è necessario il silenzio, non inteso come assenza di parole, ma di pensiero, ossia quel silenzio raggiungibile attraverso la meditazione che aquiteta i sensi …
Sii come polvere e penetra nell’unità originaria, dice Lao Tzu.
Si potrebbe anche obiettare che chi ha predicato il silenzio e ha affermato che il Tao non è spiegabile con le normali parole è anche l’autore del Tao Te Ching, libro che vuole spiegare il Tao a parole. Forse è la contraddizione che dimostra il Teorema. Lao Tzu non ha certo utilizzato parole normali ed il fatto che ci siano così tante traduzioni ed interpretazioni del Tao Te Ching conferma che per comprenderlo è necessario uscire dai normali canali di pensiero.
In questo senso c’è una forte analogia col Kung Fu, arte marziale che richiede, per comprenderne la marzialità, un’immersione nell’arte con lo sguardo volto ad Oriente e al periodo storico nel quale pone le radici. Altrimenti si rischia di confondere le forme con la sostanza e le tecniche con le regole.
Il capitolo del Tao Te Ching di oggi.
Chi sa non parla.
Chi parla non sa.
Chiudi la bocca.
Blocca la porta.
Acquieta i sensi.
Smussa ciò che è affilato.
Sciogli ciò che è legato.
Mitiga ciò che abbaglia.
Sii come polvere
e penetra nell’unità originaria.
Chi si è fuso col Tao in questo modo
non può essere blandito,
non può essere comprato,
non può essere ferito,
non può essere onorato,
non può essere umiliato.
Egli è il tesoro del mondo.
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