Un nuovo appuntamento con il libro di Lao Tzu, il Tao Te Ching, uno dei libri più tradotti al mondo. Il Tao Te Ching è composto da capitoli che rappresentano delle lezioni date al mondo da Lao Tzu.
Il capitolo di oggi tratta un argomento decisamente attuale, la guerra. Da leggere con il significato più pragmatico di conflitto con armi, ma anche come metafora di qualunque difficoltà ci si trova ad affrontare quotidianamente.
La posizione di Lao Tzu, come al solito, è semplice ma per nulla banale. Ci spiega che la guerra è da condannare ed evitare, tuttavia non ne nega l’esistenza e talvolta la necessità. Evitare totalmente conflitti è quasi un’utopia. Basta pensare a discussioni, liti, problematiche che ogni giorno ci ritroviamo ad affrontare. La differenza è fatta dal modo nel quale tali conflitti sono affrontati. Lao Tzu dice che ci si deve approcciare allo scontro con la consapevolezza che nessuna guerra ha vincitori, ma solo sconfitti.
Il capitolo del Tao Te Ching di oggi.
Le armi sono strumenti malvagi, detestate ed evitate da tutti gli esseri.
Poichè i seguaci del Tao seguono la natura, non vogliono possedere armi.
Le persone primitive amano agire con la forza,
ma un seguace del Tao ama la quiete e la pace.
Egli sa che ogni essere è nato dal ventre del Tao.
Dunque considera i suoi nemici innanzitutto come fratelli e sorelle.
Ricorre alle armi solo in caso di necessità,
e anche allora le usa con grande parsimonia.
Non trae piacere dalla vittoria,
perchè gioire della vittoria è provare piacere a uccidere.
Chi prova piacere a uccidere non avrà successo in questo mondo.
Considera le vittorie come accogli una morte in famiglia: con dolore e lutto.
Ogni vittoria comporta riti funebri.