Tao Te Ching – capitolo 24

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Proseguiamo nello studio del Tao Te Ching, il libro di Lao Tzu che fa da guida a molti aspetti della vita dei marzialisti e non.
Siamo arrivati al capitolo 24, il seguente.

Chi sta sulle punte dei piedi npon può reggersi a lungo.
Chi sta a gambe larghe non può camminare a lungo.
Chi si mette in mostra non può brillare.
Chi giustifica le proprie azioni non viene rispettato.
Chi si vanta delle proprie conquiste non ha meriti.
Chi si glorifica non dura.

Per un seguace del Tao questi atteggiamenti sono eccessivi e superflui.
Poiché non ne viene ninte di buono egli non li segue.

Un capitolo di facile interpretazione. Verrebbe da dire “chi si loda si imbroda“. Personalmente questo capitolo mi porta a penseare ad un concetto tanto semplice da comprendere quanto difficile, a volte, da applicare.
La forza interiore deriva dalla sicurezza interiore.
Tentare di apparire sicuri, forti, leader è un atteggiamento che tenta di soddisfare il normale bisogno umano di sicurezza. Tuttavia chi tenta di esteriorizzare una forza che non è prima di tutto interiore ottiene solo una forzatura energetica. Non fa altro che evidenziare le proprie insicurezze vestendole di una finta sicurezza in se stesso.
Solitamente i leader non sentono la necessità di sottolineare il proprio ruolo di guida … il pubblico giudica gli attori. Non può il commediante assegnarsi il talento se questo già non traspare e se già non è riconosciuto dal pubblico stesso.
In questo capitolo del Tao Te Ching, Lao Tzu, ci dice che chi comprende il Tao nutre interiormente la propria forza.

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