Tang Lang. La leggenda

Argomenti del post

Alessandro Floridia, un maestro di Qi xing tang lang di Torino, ha raccolto e riassunto alcune informazioni sulla storia delle origini del tang lang.
Circa quattrocento anni fa, viveva un uomo di nome Wang Lang: soldato, abile spadaccino e amante delle Arti Marziali. Wang Lang non era il suo vero nome, in realtà si chiamava Wang Run Chun, ma assunse un altro nome per sfuggire ai soldati Manchu, che lo volevano uccidere, poiché nemico della dinastia allora regnante, i Qing.
Nei suoi viaggi, Wang Lang era solito sfidare tutti i combattenti di Kung Fu per provare la sua abilità. Un giorno seppe che nella regione di Honan sul monte Song Shan vi era un Monastero Buddista i cui Monaci erano famosi per la loro abilità nel Kung Fu. Arrivò così al famigerato Monastero di Shaolin, chiese di essere accolto tra loro per poter apprendere la loro arte, allo scopo di combattere più efficacemente i Qing; essendo gli stessi Monaci avversi al potere Manchu, lo accettarono.
Circa tre anni dopo i Qing venuti a conoscenza che Shaolin era un covo di rivoluzionari, fu inviato un esercito numeroso a distruggere il Tempio e disperdere i Monaci. Nell’ assedio, molti monaci morirono, ma alcuni di loro riuscirono a mettersi in salvo, fra questi anche Wang Lang. Fuggito da Shaolin, Wang Lang girovagò per molti luoghi lontani della Cina e in quel suo lungo peregrinare, conobbe 17 grandi Maestri di Kung Fu da cui poté apprendere tutti i segreti di 17 nobili Arti Marziali.
Dopo anni ed anni di cammino senza sosta, Wang Lang tornò nello Shandong e si rifugiò in un Monastero sul monte Lao Shan Tze. Nel Monastero di Lao Shan, il capo Monaco si mostrò imbattibile nel Kung Fu anche a Wang Lang, nonostante conoscesse ben 17 stili diversi oltre allo stile di Shaolin.
Un giorno, Wang Lang si era recato nel bosco vicino al Monastero per meditare su come riuscire a battere l’Abate, quando, ad un tratto, la sua attenzione venne catturata da una Mantide Religiosa che stava combattendo con una grossa Cicala. Wang Lang fu meravigliato dalla abilità della Mantide, che, con i suoi uncini, velocità e aggressività, riuscì ad uccidere la Cicala, più grande di lei; a quel punto Wang Lang catturò la Mantide e ne studiò tattica e strategia di attacco, in diverse situazioni.
Dopo alcuni mesi di studio, Wang Lang aveva aggiunto al suo Kung Fu il caratteristico modo di imitare con le mani gli uncini della Mantide, modi diversi di attacco e difesa. Ciò lo spinse a chiedere all’Abate del Tempio di combattere di nuovo con lui; questa volta però il combattimento finì pari e l’Abate si congratulò del progresso di Wang Lang nominandolo suo vice.
Dopo alcuni mesi, l’Abate del Tempio informò i Monaci che doveva assentarsi dal Monastero per compiere un lungo viaggio e che lasciava la direzione del Tempio a Wang Lang. Così, durante l’assenza dell’Abate, Wang Lang continuò ad andare nel bosco per migliorare il suo nuovo Stile. Un giorno, mentre riposava, vide un gruppo di scimmie bianche, gibboni, che giocavano. Guardandole con attenzione, fu colpito dalla loro velocità ed elasticità, così decise di introdurre nel suo nuovo Stile anche il modo di correre e saltare dei Gibboni.
Otto mesi dopo l’Abate fece ritorno al Monastero e di lì ad alcuni giorni, dopo aver appreso da altri Monaci che il Kung Fu di Wang Lang aveva raggiunto un altissimo livello, volle combattere di nuovo con lui. Questa volta il Capo Monaco dovette subito arrendersi, perché il Kung Fu di Wang Lang era diventato molto superiore al suo; dopo questo evento, l’Abate pregò Wang Lang di insegnare il suo Stile (la fusione dei 18 Stili di Kung Fu dei 18 Maestri affrontati) agli altri monaci.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *