Stretching. I praticanti di Kung Fu conoscono bene questa parola. È "la" parola.
Saluto, riscaldamento, stretching e tecnica. La sequenza tipica di qualunque lezione sul 99% dei tatami. L´ordine è fondamentale, perché ogni sessione è propedeutica alla successiva. Mai dedicarsi allo stretching senza aver prima fatto un buon riscaldamento e mai spingere sulle posizioni senza aver dedicato il giusto tempo all´allungamento.
Bisogna allungare… è necessario per una buona esecuzione delle tecniche, delle posizioni e delle forme. Se poi parliamo di Wushu lo stretching non è solo necessario… diventa imperativo!
Ma quando facciamo stretching cosa facciamo di preciso?
Appunto…allunghiamo!
Cosa?
Tendini? Muscoli?
Tutto sbagliato!
Muscoli e tendini non sono composti da elastina o collagene, proteine tipiche del tessuto connettivo e caratteristiche di pelle, legamenti e cartilagine, quindi non si allungano bensí si estendono (per maggiori informazioni sulla composizione dei muscoli puoi dare un´occhiata all´articolo “Stretching” nel numero 10 di Kung Fu Life).
Quello che sembra un dettaglio sintattico è in realtá la differenza tra uno stretching che costituisce un vantaggio e uno che causa un danno.
L’elasticitá è la capacitá di un corpo di raggiungere una determinata elongazione e ritornare poi alle condizioni di lunghezza iniziale. La pratica costante dello stretching sposta la soglia del dolore percepito a seguito dell´estensione della muscolatura, aumenta cioé il range della sopportazione, ma non diminuisce la rigidità. Inoltre, il dolore è un segnale del corpo che ci avvisa che esiste un limite e non sempre è bene ignorarlo.
Non basta. Un ulteriore elemento che non deve essere sottovalutato è il tempo: su alcuni muscoli la durata dell´esercizio cosiddetti di “allungamento” è ininfluente, su altri è un fattore importante che condiziona i risultati.
Lo stretching è uno di quei settori poco conosciuti del Kung Fu e spesso vive di luoghi comuni, da parte dei praticanti, ma anche di insegnanti e terapeuti.
<<Molti terapeuti non sono in grado di spiegare chiaramente perché lo stretching dovrebbe funzionare, spesso non ne conoscono le motivazioni fisiologiche.>>
Lo afferma Arnaldo Bonnet, fisioterapista, iridologo e naturopata, laureato in fitoterapia clinica e consulente ed operatore di medicine tradizionali e non convenzionali, nell´intervista pubblicata nel numero 10 di Kung Fu Life.
Personalmente dopo questa intervista ho modificato la metodologia di allenamento adottando diversi esercizi che mi ha suggerito il Dr. Bonnet e ho riscontrato dei buoni miglioramenti in ambito di flessibilitá, mia e dei miei allievi, ma soprattutto ho detto addio a dolori ed infiammazioni, croce che accettavo come prezzo da pagare per l´illusione di essere piú sciolto.
Saluto, riscaldamento, stretching e tecnica non è piú la mia sequenza base, ma soprattutto quando faccio stretching ho un po´ piú di coscienza di cosa sto facendo fare al mio corpo…
6 risposte
Quindi se il solo dolore è quello che nega al corpo di diventare elastico, se mi anestetizzo una gamba posso attuare movimenti elastici che normalmente non potrei fare giusto? Dal basso del mia ignoranza mia ebbra un po’ assurdo….
Non è scritto che il dolore nega l’elasticità, bensì che la pratica costante dello stretching sposta la soglia del dolore percepito a seguito dell´estensione della muscolatura, aumenta cioé il range della sopportazione, ma non diminuisce la rigidità… ossia si ha l’idea di “allungare” ma in realtà si sopporta solo meglio il dolore. Infatti esistono reazioni del corpo che a seguito di un’allungamento eccessivo inducono la reazione totalmente opposta… Se ti anestetizzi una gamba sicuramente riesci ad allungarti senza sentire male ma la tua elasticità non aumenta…
c’è qualcosa che NON mi quarda…la questione collagene-elastina. soprattutto elastina. mi spiego: ho dovuto , per mia sfortuna, subire vari interventi di riparazione di un tendine e anni di fiosterapia (si tratta di qualcosa che non ha a che fare con il kung fu o l’allenamento: semplicemente in un incidente mi son tagliato un tendine della mano, da bambino). quando si resero conto che gli interventi avevano dato come risultato dei tendini troppo corti e fragili (essendo io un musicista la cosa mi creava non pochi problemi e dolori) dovetti riprendere una cura a base di medicinali e fisioterapia. la fisioterapia era sostanzialmente una forma di stretchng, addirittura indossavo dei ditali che tenevanoil dito in trazione contraria rispetto al tendine (tirandolo). tra i medicinali che prendevo c’erano appunto pastiglie di elastina, collagene e calcio. il chirurgo che mi seguì in tutta questa fase era considerato un luminare nel suo campo (appuntoi chirurgia della mano specializzatoi in musicisti di professione). è questo che non mi torna….un conto è che le metodologie di allenamento siano cambiate negli ultimi 50anni, ma mi pare strano che un chirurgo mi curi con collagene ed elastina per irrobustire i tendini mentre quest’altro medico mi dice che nei tendini non c’è ne collagene ne elastina….
Ho guardato tutta l’intervista due volte, ma c’è una cosa che non ho capito: il Dr. Bonnet mette alla luce tutti i pericoli dello stretching comune che siamo abituati a fare. Ma, parlando da praticante di kung fu, quali sarebbero gli esercizi giusti da fare per migliorare la mia flessibilità? Nel video si vedono appunto solo degli addominali e la bicicletta…
Ciao Laura, l’intervista ha lo scopo di dare delle informazioni utili sullo stretching, vista la “confusione” presente attorno all’argomento. Non abbiamo inserito esercizi per evitare di distogliere l’attenzione dalle informazioni. A questo link c’è un esercizio che tempo fa mi aveva consigliato proprio il Dr. Bonnet: http://www.kungfulife.net/blog/stretching-un-metodo-per-migliorare-lelasticita-muscolare/
Magari in futuro realizzeremo una seconda intervista col Dr. Bonnet che potrà consigliarci una serie di esercizi.
E’ vero non è del tutto chiaro, in fondo non sembra del tutto afferrato nemmeno dagli “addetti ai lavori”, però mi pare facile intuire il senso generale dei dubbi, anche la parte sull’elastina: io non ho mai fatto stretching a scuola pensando che significasse “allungamento”, ma elasticizzazione, e forse questo errore mi rende più facile credere che sia un errore anche “allungamento”.
Anche un elastico se non cresce con un aumento della stessa sostanza durante uno sforzo eccessivo, si rovina (sfibra, rompe ecc…) mentre senza sforzo il corpo si allunga naturalmente nel sonno, durante la notte, perchè soggetto alla forza di gravità in un altro senso, e senza danno anche perchè è un effetto molto lento, molto lieve e naturale. In poche parole mi sembra di intuire che un corpo per quanto elastico non aumenti l’elasticità con il semplice sforzo di allungamento (invece sicuramente ne giova con una corretta alimentazione, perchè va a costituire nuove cellule “più adatte”).
Senza l’apporto di nuove cellule non c’è un reale allungamento del corpo, tutt’al più uno sfibrarsi che può essere costantemente ricompensato dal metabolismo oppure esagerato e quindi dannoso.
A 24 anni ho difetto alle spalle, leggero per cui non sono andata da specialisti, ma comunque evidente: spalle troppo chiuse in avanti con scapole sporgenti dietro, è una trasformazione a cui ha contribuito anche l’elasticità del corpo ma è un processo che si è fatto negli anni, con la crescita. Ora a chi deve riprendere una postura corretta spesso applicano quelle corazze da indossare sotto i vestiti, perchè il corpo deve crescere nella nuova postura per riprenderla correttamente (tralascio le controindicazioni). Non sono al punto di avere il tutore ma credo che per potercela cavare avrò bisogno di tempo, attenzione costante e di alimentazione curata, forse in questo modo posso sfruttare il ricambio cellulare omogeneo e il movimento meglio dello stretching.
Penso ai rami di nocciolo curvati per realizzare i bastoni, si applicano i tutori quando il ramo è ancora sottile, si piegano facilmente durante la crescita e la corteccia crea le pieghette all’interno delle curve, mentre invece è liscia sul culmine. Altre piante prelevano dal terreno sostanze diverse per nutrirsi e sono meno adatte allo scopo anche se ci si può provare.