Incontri amatoriali tra scuole di Sanda, campionati regionali e italiani, ma anche solo lo sparring duro con il compagno di allenamento dalle mani pesanti o con il maestro… Saró sincero con voi: la parte che piú ho detestato del Kung Fu nella sua forma agonistica è stato gestire i minuti (che a volte diventavano ore) immediatamente precedenti alle gare; che stress ragazzi.
Parlo per esperienza diretta nel Sanda (ma anche precedentemente in un altro paio di sport come nuoto e basket), ma immagino che le sensazioni siano simili per tutte le varie discipline del mondo del Kung Fu e non solo: non lasciarsi dominare da quel turbinio di emozioni antecedenti agli incontri è davvero un mestieraccio.
Personalmente, soprattutto per motivi caratteriali ed anche di inesperienza, non sono mai stato un asso nel arrivare sereno in quegli eterni minuti prima della gara: la tensione era sempre alle stelle, il nervosismo palpabile, la responsabilitá del non fallire l´obiettivo, l´adrenalina che scorreva troppo presto ed incontrollata, la poca luciditá del pre-match che andava a farsi benedire subissata dallo stress.
Ora, io sicuramente sarò stato una frana, ma non si può dire che non fossi in buona compagnia. I miei compagni di allenamento a loro volta con il chiodo fisso sulla gara, persi nei loro pensieri, muti come pesci, ma anche gli avversari con lo sguardo sperduto nel vuoto alla disperata ricerca di qualcosa da fare e con cui occupare il tempo: una vitaccia dura per tutti insomma, non vi nego che di tanto in tanto mi capitava di pensare <<Ma perché lo facciamo?>>.
Qualcuno penserà <<E il tuo maestro?>>. Per quanto abbia avuto ottimi maestri le loro parole e buone intenzioni non servivano a molto, la solitudine della gara ed il suo stress sono emozioni che si deve imparare a gestire in quasi totale autonomia.
Inoltre questo mio stato di tensione, oltre a non giovarmi a livello mentale, aveva uno spiacevole riflesso: i battiti del cuore si alzavano ad un ritmo elevatissimo: controproducente per la mia prestazione.
Come fare per evitare di ridursi a questo modo? Bella domanda. Ognuno è fatto a modo suo e combatte lo stress come meglio crede. Esistono sicuramente molti modi per cercare di rilassarsi un po´. Piacerebbe a tutti essere fra gli eletti, i "sicuri di sé" che si comportano serenamente come se fossero in un pub a bersi una birra con gli amici del liceo, ridono, scherzano e nulla sembra sfiorarli, a volte sono semplicemente troppo sicuri di sé e questo non è mai un bene prima di una manifestazione agonistica, a volte invece sono solo buoni attori.
Vi racconto, dopo alcuni tentativi e aggiustamenti, la mia strada per cercare di uscire da questo stato di stress pre-gara: innanzitutto un bel riscaldamento anticipato nel quale entrare gradualmente in uno stato di concentrazione adeguata, poche chiacchiere con chiunque, giusto lo stretto indispensabile col maestro che ti dà qualche indicazione o il compagno di allenamento che ti aiuta.
Poi una distensiva fase di stretching non dinamico con almeno un paio di esercizi per ogni singolo gruppo muscolare: la sensazione di tranquillità ed isolamento che lo stretching comporta ed il fatto di occuparmi del mio corpo e di pensare solo a quello era un vero toccasana per placare i battiti del mio cuore che col passare delle lancette volevano accelerare sempre di più.
Infine negli ultimissimi minuti a ridosso del match, gli ultimi due o tre per intenderci, una velocissima ed isterica corsetta sul posto di 5 secondi per scaricare fisicamente lo stress accumulato e poi totale isolamento. In piedi occhi chiusi o se non è possibile sguardo basso ed assente a fissare un punto e 10 respiri profondissimi: riempiamo completamente la cassa toracica con una inspirazione intensa della durata di 4/5 secondi preferibilmente con il naso (io mi trovo meglio con la bocca però), per poi trattenere il fiato per un paio di secondi ed espirare dalla bocca per qualche secondo fino a quando non ci sentiamo i polmoni totalmente svuotati.
Così va meglio. L’altoparlante chiama il mio nome, tocca a me. La tensione sale alle stelle così come i battiti cardiaci, questa volta però lo fanno al momento giusto.