Stili di Kung Fu. Quante se ne possono fare?

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stili di kung fuStudiare solo uno stile alla volta oppure fare più esperienza possibile nel mondo delle arti marziali? Vecchio tormentone degli aspiranti studenti-guerrieri.
Spesso mi sono sentito dire, nel corso dei miei anni di studio, che i maestri che insegnano più stili di Kung Fu non sarebbero bravi ma ciarlatani, perché non è possibile conoscere bene tante cose. Meglio fidarsi di quelli che conoscono bene una cosa sola, però la conoscono benissimo.

stili di kung fu animaliQuestione spinosa, che solleva ed è sollevata da domande con tacite presupposizioni.
Per esempio: cosa si intende per “ciarlatano“? Cosa rende un maestro, un uomo, un ciarlatano? E ancora: cosa significa “studiare più stili di Kung Fu“? Più cose, più sistemi, con più maestri? Cosa è uno stile, quando va considerato sufficientemente diverso da un altro in modo da non poter essere convenientemente studiato?

ip man pugileMi spiego su quest’ultima domanda, prima di considerare le altre. Alcuni praticanti sostengono che esistono stili che, se studiati insieme, contribuiscono l’uno al miglioramento dell’altro. La mia esperienza mi insegna che il Qixing Tanglangquan ha ereditato i passi del Wuxing Tongbeiquan, quindi se studio il secondo migliorerò il primo. Per restare nel recente: se studio Jeet Kune Do e vado da un insegnante di Wing Chun, magari migliorerò tutta la parte di trapping e Chi sao di cui lo stile dell’eterna primavera è maestro. Stessa cosa per il pugilato occidentale: il jeetkunedoka beve sempre alla fonte della nobile arte inglese perché il vecchio Bruce Lee aveva visto che ganci, jab e diretti erano clienti scomodi per i classici Tan Sao, Bong Sao e Pak Sao.

Hung Gar Cin Zi SauAllo stesso modo vale per gli stili di Kung Fu del Sud della Cina e di Hong Kong in particolare. C’è chi sostiene che se uno studia Hung gar Kuen, studiare anche Choy Li Fut e Wing Chun gli farà soltanto bene. Se poi in questi stili tigreschi la componente “esterna”, “dura” crea delle rigidità nell’allenamento, niente di più utile che affiancare al tutto un bel percorso nel Taijiquan. Ma stile Yang o Chen? Tutti e due? Se li studio tutti e due cosa accade al mio Hung gar? Tra loro sono compatibili?

stili di kung fu lingueCambiamo aria e vediamo cosa succede in altri campi del sapere. Se decido di imparare la lingua tedesca affianco ai miei studi sull’inglese, questo mi sarà utile oppure no? Forse no, dato che il tedesco è una lingua continentale, troppo diversa e il tempo è quello che è. Oppure si, proprio perchè lo è ed è abbastanza diversa dall’inglese da non “contaminarne” la mia conoscenza.
Se sono un pianista classico impeccabile e maestro nell’esecuzione di brani su spartito, cosa accade se mi metto a suonare Jazz o Blues? Fare il Jerry Lee Lewis rovinerà il mio tocco classicheggiante? Oppure aprirà i miei orizzonti, insegnandomi che non tutto è racchiuso nello spartito perchè anche l’intuizione immediata, l’anima dell’improvvisazione è arte. Se faccio danza classica ma adoro l’Hip Hop, posso studiarli insieme oppure è sconveniente?

stili danzaOgnuno conserva le proprie idee in merito, ma la cosa più importante è la questione che sta a monte: perché studio? Cosa voglio imparare? Riprendiamo l’esempio delle lingue. Se voglio imparare tutto il vocabolario di inglese, tutta la letteratura puramente inglese, tutte le canzoni del pop-rock britannico e conoscere la storia, la filosofia e l’arte della sola Inghilterra, sarà meglio che mi metta giù a studiare la lingua perché è indispensabile. E non c’è tempo da perdere: la giornata è fatta di sole 24 ore e c’è un mucchio di roba “english” da studiare. Ovviamente, questo significa che se incontro un tizio tedesco non capirò un’acca di quello che dice.
Naturalmente sarà lui a non capire me, mica io…

Se decido di conoscere tutta la musica classica europea, avrò un sacco da fare quando appoggio le mani sul pianoforte. Certo, se mi dedico solo alla conoscenza di quegli spartiti sarà dura poi suonare durante una jam-session con un vecchio chitarrista bluesman del Mississippi o un elegante sassofonista jazz di New York.

maestro kill billIl ragionamento ci suggerisce: se vuoi diventare un profondo conoscitore del tuo stile di Kung Fu, uno di quelli che sanno tutto, fai solo quello. Perché? Perché la ragione per cui lo fai è lo stile in sé: magari vuoi conoscere l’Hung Gar per conoscere l’Hung Gar. Conoscerai tutti i blocchi, tutti gli attacchi, le difese, etc. Ma scarsamente potrai poi comunicare con un “tedesco” che pratica Jeet Kune Do. Si intende: comunicare marzialmente, che a dire <<Tu fai questo e io faccio questo>> sono buoni tutti. “Comunicare marzialmente” significa combattere, e tu sarai abituato a combattere solo contro l’Hung gar perché hai deciso di conoscere solo quel sistema.
E va bene, perché studi il Kung Fu per studiare Kung Fu. Ma se studi Kung Fu perché vuoi combattere e imparare a difenderti, sarà meglio che tu conosca bene cosa possono fare gli altri e implementi la tua formazione con quello di cui il tuo stile difetta.

musicistiInsomma, qualsiasi cosa scegliate, quel che conta è la coerenza. I grandi eredi dei grandi maestri cinesi, i prosecutori della dinastia, che hanno il veto di studiare altro perché religiosamente consacrati al proprio unico maestro, sapranno ben più cose di noi curiosi delle arti marziali. Figuriamoci, hanno accesso alle “tecniche segrete”… però è difficile incontrarli in contesti come l’MMA, i ring e lo street fighting. Sarà mica questa la ragione per cui sono tutti eremiti solitari?

tigre gabbiaSai da dove parti e sai anche dove puoi arrivare. Se parli per tutta la vita solo inglese, non pretendere poi di andare a fare un convegno interlinguistico: non capirai nulla.
Devi saperlo: studiare solo uno stile non ti prepara a combattere con tutti. E nemmeno quasi con tutti: probabilmente ti prepara a combattere con quelli che fanno il tuo stesso stile o con chi combattere non sa (ma per quello ci vuole davvero un’arte marziale?).

dan inosanto e bruce leeLa domanda iniziale: sono quindi solo ciarlatani, i curiosi delle arti marziali? Il fatto che tu (generico) creda che non sia possibile conoscere più metodi non ci dice altro che tu non sei capace di crescere attraverso uno studio interdisciplinare. Non che non sia possibile: se tu non ci riesci, il problema sei tu e non gli altri.
Vivi e lascia vivere, pratica e lascia praticare perché i più grandi innovatori di arti e scienze hanno costruito le loro idee sull’interdisciplinarità.
A fare di un uomo un ciarlatano non è quante cose fa, ma come fa quello che fa. Anche se insegna un solo stile, state tranquilli che può essere un venditore di fumo.
Guardiamo in faccia la gente e non i luoghi comuni.
Adesso scusate, ma devo andare ad allenarmi… cosa c’è oggi da fare? Ah, il Chi sao… no ma che dico! Oggi corda e circuito di specchio-shadowboxe-footwork pugilistico. Mmm… non è che è invece il giorno dei low kick al sacco grande?

2 risposte

  1. Io sono favorevole alla conoscenza di più stili: ognuno di essi ha una storia e competenze specifiche che possono arricchirci. Sono però convinto sia meglio affrontarli uno per volta o si rischia di avere un sacco di principi diversi che difficilmente riusciremo a conciliare senza una buona esperienza. Inoltre ho visto che i maestri tradizionali saggi, dopo che l’allievo ha terminato il proprio percorso di studi con loro, li invitano loro stessi a studiare con maestri (amici, non concorrenti, se la comunità marziale è sana) di altri stili, ma solo quando a quel punto avranno ottenuto una visione completa dello stile di partenza. Per fare un paragone col mondo tecnologico, è meglio ci sia una macchina completa prima di pensare agli “upgrade”! E prima di avere una “macchina completa” servono tanti, ma davvero tanti, anni di studio (aggiungo, oggi più di ieri). L’apprendimento completo di uno stile, e quindi di più principi, sicuramente rende più agevole affrontare qualsiasi altro stile di arti marziali si decida di studiare in seguito. Non capisco perché ci si debba buttare in altre discipline per affrontare subito altri elementi che magari il nostro stile di partenza già prevede nel percorso di studi, se solo avessimo la pazienza di arrivarci. Per arrivare alle gare con un bagaglio tecnico più “ricco”? E poi magari siamo quelli che diciamo “non temere chi conosce tante tecniche ma chi ne padroneggia anche una sola?”. Ricordiamoci che il Gong Fu contiene gli ideogrammi “Lavoro” e “Tempo”: solo se sapremo prenderci tanto tempo riusciremo a raggiungere l’abilità desiderata. Buono studio a tutti!

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