<<Sempre le stesse cose!>> Di cosa parlo? Di una frase abbastanza diffusa tra i praticanti di alcune arti marziali. Una frase che lascia intendere che le suddette arti siano in definitiva piuttosto noiose.
Immaginiamo la scena. Voi siete sul divano a guardare la TV e arriva l´ora di prepararsi per andare ad allenarsi nel kwoon. Ma non avete voglia per niente: è già un po´ di tempo che non avete grandi stimoli. Magari sono già un paio d´anni che praticate più o meno assiduamente e quindi sapete perfettamente cosa succederà durante l´allenamento: si farà o questo o quell´altro. Troppa poca varietà: fare per anni le stesse cose comincia ad essere una prospettiva decisamente poco attraente.
E basta! Bisognerebbe andare avanti. Ma il maestro sembra non capire granché questa vostra esigenza. Proprio lui, che sono minimo 20 anni che fa e rifà le stesse cose. A voi però non è che interessi granché: per quale ragione dovreste cambiarvi e andare a sudare fino alle 23.00 e per giunta dopo un intenso giorno di lavoro? Per cosa? Per annoiarsi di fare il fatto e rifatto e di dire il detto e ridetto.
E qui arriviamo al nostro solito <<Dipende>>. Da almeno due aspetti.
Il primo ha a che fare con il tipo di arte marziale che praticate. Mediamente, si può dire che i programmi di arti marziali tradizionali siano molto variegati. I calci del Kung Fu sono moltissimi: caricati e tesi, frontali e laterali, all’indietro e girati, dell’ubriaco e della gru, in volo e a terra, frustati e spinti, etc. Tutti da allenare prima in vasche e vasche e poi ai colpitori. Poi ci sono le cadute: rotolamenti, ruote e rondate, omini cinesi e balzi della tigre, tronchi e cadute dell’ubriaco, etc. Altro che noia: ce n´è quante ne volete. Poi è la volta delle forme: si comincia con la mano nuda e si arriva alle armi. Bastoni di ogni tipo, spade, sciabole e alabarde. Coltelli e pugnali, armi doppie e snodate. E, soprattutto per la mano nuda, bisogna applicare ogni movimento di ogni Tao Lu con un compagno per comprenderne il significato marziale. E poi ci sarebbero i combattimenti prestabiliti, ovvero delle forme fatte in coppia.
È chiaro che se vi siete annoiati di un´arte del genere, se non volete andare in palestra perché fate “sempre le stesse cose”, il problema non risiede nella scarsa varietà del programma di Kung Fu, ma nella vostra fretta. Forse fate sempre le stesse cose perché è ancora troppo presto per fare quelle che ci sono dopo. Magari è il caso di migliorare quelle che state ancora facendo, e tutto sta nel grado di fiducia che avete per il vostro maestro. Se vi fidate, aspetterete. Se non avete proprio voglia, non siete fatti per il Kung Fu tradizionale, che richiede tempo e pazienza.
Forse però praticate uno sport da combattimento. Sanda, Muay Thai, Boxe inglese. Discipline che tutto sommato prestano il fianco ad una critica di scarsa varietà. Tante volte ho sentito i praticanti di Kung Fu tradizionale sostenere che gli sport da combattimento sono limitati e monotoni: si tratta di imparare quattro pugni (jab, diretto, gancio e montante), qualche calcio (front kick, side kick, girati) e forse qualcosa con gomiti e ginocchia ed eventualmente qualche proiezione. Si, forse lì veramente se vai ad allenarti farai sempre le stesse cose: è proprio il programma a non essere granché ampio. Ok, ci saranno gli spostamenti e le strategie, ma sempre a che fare con le tecniche sopra citate. Molti Kung Fu-isti tradizionali arrivano addirittura a dire che la loro disciplina è molto più completa degli sport da combattimento proprio perché più varia. E, chiaramente, molto più efficace perché annovera colpi molto più vari e mortali. Sono tanti = sono imprevedibili.
Non ci sta proprio per niente. La ragione per cui gli sport da combattimento sono monotoni ha a che fare unicamente con il fatto che devono seguire regolamenti precisi che ne limitano le possibilità. Ma sull’efficacia io la vedo esattamente al contrario. È dimostrato scientificamente che più alternative si hanno da scegliere, più tempo ci si mette a farlo. Se avete quindi nel vostro bagaglio tecnico 1000 tecniche di difesa sarete molto più lenti di riflessi. E attenzione: non intendo riflessi in generale, ma quel genere di riflessi evoluti costruiti in base all’allenamento. Tipo l’intercettare un colpo con un cuneo a là Wing Chun o Jeet Kune Do. O anche dare un colpo: un pugile avrà tempistiche molto più veloci nel dover scegliere tra tre soli pugni rispetto ad un praticante di Hung Gar che ha pugni che vengono dal cielo, altri che ci vanno, colpi che spediscono il Buddha in paradiso e altri che rubano pesche, ciliegie e albicocche.
E mi ripeto, perché vedo già all’orizzonte la critica secondo cui <<Si ma poi la scelta non è razionale ma automatica perché se ti alleni bene il corpo sceglie da solo e lui è molto più veloce della mente>>. Questo discorso è già messo in conto: anche il corpo, nel costruire memorie muscolari, non può “contenere” migliaia di alternative perché l’attenzione umana è decisamente limitata. Potete fare poche cose alla volta: rassegnatevi. Insomma, se il vostro sport da combattimento vi sembra monotono potete optare per il Kung Fu tradizionale, ma anche l´Aikido o il Karate. Però poi non tirate fuori che dopo 3 mesi volete studiare l’alabarda spaziale perché lì ci sono tempi diversi. E, un consiglio: levatevi dalla testa che la varietà del programma vi garantirà un’efficacia maggiore perché è vero il contrario.
Un’altra opzione è data dalle discipline non tradizionali ma non regolamentate, ovvero quelle legate alla difesa personale. Non ci sono forme o armi non utilizzabili nel contesto storico contemporaneo ma solo quello che risulta più efficace e applicabile. Jeet Kune Do, Wing Tsun (i sistemi meno tradizionali), ma anche Krav Maga, Systema (a proposito: intendo ovviamente non la loro reale efficacia, ma come si propongono come programma di studio. Si, perché di risposte e dimostrazioni di no-contact da parte del colonnello Ryabko non se ne è avuta ancora traccia). Anche in queste discipline non ci sono programmi sconfinati perché i modi di ledere ad una persona non sono migliaia. E per armi si intendono coltelli, bastoni corti ed eventualmente pistole (se la disciplina è di derivazione paramilitare).
Il nostro "dipende" ha a che fare allora con due aspetti: la varietà effettiva della disciplina e la pazienza. E soprattutto: l´obiettivo. Se si riescono a chiarire bene queste tre variabili, forse si riuscirà a capire anche se si sta praticando ciò che fa per se e se la critica annoiata abbia senso o meno. Generalmente, però, non è mai colpa della disciplina o del maestro se vi annoiate, ma della vostra incompatibilità con essa.