Shi Yan Fan alias Franco Testini. L´Abate occidentale del tempio Shaolin

Franco Testini

Argomenti del post

Franco TestiniA cura di Michela Albanese

Intervista esclusiva al primo occidentale divenuto Abate Shaolin

La storia d´Oriente che ha scelto un occidentale per ricoprire il ruolo importante di Abate del Tempio Shaolin di Los Angeles. Una cultura millenaria, un percorso duro, coraggioso e pericoloso che ha portato Franco Testini, il primo occidentale nella storia a diventare Monaco della 34esima generazione di eroi Guerrieri Shaolin, dalla sua natia Brindisi alla California, una scelta di vita che è diventata presto anche filosofia di vita. Il suo Tempio a Los Angeles è frequentato dalle persone più varie, star del cinema, ma anche giovani usciti dalla droga e persone (disabili) sulla sedia a rotelle.

Franco Testini - Shi Yan FanMa facciamo un passo indietro.
Scopriamo chi è Franco Testini, vediamo com’è stato possibile che un uomo – un occidentale – abbia trovato il coraggio di cambiare la storia millenaria, lasciando il suo vecchio nome per acquisirne uno nuovo, quello buddhista di Shi Yan Fan (che significa “Cielo Potente“).
È il 2007. Siamo nell’originario tempio buddhista Shaolin, sul Monte Song Shan, nella provincia cinese di Henan (Cina), e lui, solo lui fra 800 monaci, ridottisi poi da 100 a 43, riesce a superare la prova: dopo un mese di durissimi allenamenti fisici e mentali, di sacrifici, di meditazione e di preghiera, riceve il Jeiba, quei marchi di 9 cerchi segno di consacrazione e appartenenza ufficiale agli eroi Monaci Guerrieri.

Jeiba shaolin<<Nove bastoncini d’incenso che accesi sulla testa, sulla tua testa bruciano… consumandosi lentamente… fino a lambire il cuoio capelluto. A penetrarlo, a intaccarlo profondamente>> ci racconta il monaco Shi Yan Fan, con quel ricordo ancora vivo negli occhi, nel cuore. Odore di carne bruciata, artigli di dolore, concentrazione tesa al massimo, fra corpo e spirito, per elevarsi al di sopra di sé e della prova stessa cui ci si è sottoposti, per vincere la paura, il dolore e il coraggio, le urla degli altri… Alcuni svengono, altri fuggono, incapaci di sopportare oltre… Tale ordinazione fa ancora più scalpore, soprattutto negli stretti confini della Cina politica: Franco è un occidentale, il primo ad avere ricevuto il Jeiba, una cerimonia antichissima… l’unico ad esserci riuscito.
Dopo 300 anni che tale cerimonia, proprio perché così cruenta e pericolosa, era stata bandita, ufficialmente interdetta.

Shi Yan Fan<<Il Jeiba… storia antica, che viene dal 495 dopo Cristo… non si vede dall’epoca di Da Mo, cioè Bodhidharma… Fino ad oggi non c’era stato più alcun Jeiba…>>.
Ci spiega infatti che ci vuole tempo, per arrivare a divenire monaci, che c’è differenza tra discepolo e monaco ordinario: il discepolo non è un monaco, né fa vita monastica.
<<Il monaco diventa sangue del Tempio, figlio di Shaolin>>, e come tale non può che seguirne tutti i dettami, quel ritmo semplice e naturale che caratterizza la vita di un Guerriero Shaolin, la cui giornata ha inizio con la sveglia del mattino, alle quattro, per proseguire con la doccia fredda, la meditazione, il primo allenamento della giornata, quello personale, il consumo del primo pasto, da condividere con i fratelli monaci, per poi passare all’insegnamento ai discepoli, seguiti sia nel corpo, con la pratica condivisa, che nella mente, sollecitata dai frequenti “colloqui” che si possono avere, per parlare non solo della pratica e dell’allenamento stessi, ma anche di qualsiasi altra questione che si voglia condividere con il proprio maestro.
<<Praticante, studente, discepolo, monaco ordinario>> questa è la gerarchia, ci dice Shi Yan Fan lieto di approfondire anche questo aspetto.

<<Shaolin sta uscendo dalla storia: è usato per fare soldi, per ricamarci su… c’è il mito, c’è la leggenda, ma la realtà, la verità dietro il mito e la leggenda, quella è ignota, è fraintesa… è spesso mal divulgata, anche volontariamente, e perciò male interpretata>> continua il Maestro dando il via alla cerimonia del the (che esiste anche lì, nello Shaolin, e non solo in Giappone, come già risaputo). <<Sapeva che nello Shaolin ci sono due stili? Quello sud e quello nord. Il sud Shaolin insegna metà parte, invece il nord Shaolin è completo… è proprio da esso che si originano infatti tutti i punti focali delle arti marziali… la parte moderna dello Shaolin è rappresentata dal Wushu>>
Lo Shaolin lo si può usare in tre stili di vita: per dare il proprio meglio e arrivare alle olimpiadi, come molti atleti, per diventare movie star oppure per divenire insegnanti della medicina interna e prolungare la vita, c’illumina poi l’abate Shi Yan Fan trascorsi i minuti di silenzio richiesti dalla cerimonia del the, davvero carica di significati.
Secondo la disciplina Shaolin tre sono gli step principali della pratica, c’informa Shi Yan Fan:
1) guardare, sentire, ascoltare;
2) avere auto-controllo (self-control), equilibrio (balance) e flessibilità (flexibility);
3) imparare la velocità (speed), l’agilità (agility) e la potenza – forza fisica, potenza del corpo (power). Da abbinarsi all’esercizio costante delle cinque virtù, ossia saggezza, compassione, sincerità, coraggio e pazienza.

Franco Testini Shy Yan FanLo Shaolin: oggetto e soggetto di miti e di leggende, di grandi film, di fantasia e d’immaginazione che corrono a briglie sciolte. <<Ma oggi occorre scoprire chi erano davvero i 13 guerrieri di Shaolin e come hanno fatto a portare al successo lo Shaolin>>. Questa è una storia, questa è la storia che Shi Yan Fan può oggi raccontarci.
Una storia che diverrà presto un film. Un grande film, unico e imperdibile, come la voce profonda di questo straordinario narratore, capace di far rivivere immagini, suoni, parole, silenzi. Freddo e neve, e il mite tepore della California, dell’oceano, delle immense palme che dalla terra svettano fino al cielo.
Veniamo così a sapere che al momento si sta iniziando a lavorare alla sceneggiatura – già dal trattamento s’intuiscono le forti potenzialità di un simile film: oltre che certamente innovativo (giacché in IMAX 3D nativo e con l’utilizzo di sofisticate tecniche di ultima generazione), anche di grande importanza per l’Occidente (ricordiamoci che Franco Testini è nato in Italia). Un film che, giustamente, mira agli Oscar – e può permettersi di farlo, date tutte queste premesse.
Oltre alle aziende di Hollywood, per le riprese che si svolgeranno in Italia è prevista la collaborazione al progetto anche della Delta Star Pictures di Roma, il cui AD Jordan River ha partecipato ad alcuni incontri a Los Angeles.

Franco Testini - Shi Yan Fan<<Abbiamo una storia importante, noi occidentali, ma non la mettiamo in atto>>.
<<Ma che cos’è lo Shaolin, che cos’è il Kung Fu?>> gli chiediamo <<In termini pratici, semplici… che tutti possano comprendere, capire>>.
<<Non certo lotta, combattimento, sport o competizione, com’è spesso considerato oggi. Lo Shaolin è fatto generazione dopo generazione: non ci sono livelli e cinture, non c’è gara. Il vero Kung Fu è una chiave del mistero. È una medicina interna, interiore – chi sei, cosa vuoi, dove vuoi andare: il traguardo è l’inizio, non la fine. Tutto inizia dall’inizio. E l’inizio nel Buddhismo Shaolìn è sempre più difficile della fine: all’inizio devi verificare ancora chi sei e che cosa vuoi fare, la tua meta, il tuo obiettivo reale, la tua essenza, il tuo stesso io>> chiarisce Shi Yan Fan.
<<Alcune persone, uscendo dal Tempio, distruggono la saggezza, la disciplina, la ricchezza acquisita dentro il Tempio: si perdono, si lasciano andare… lasciando andare quella filosofia, quella pratica, quello stile di vita>> aggiunge poi come sovrappensiero, ben sapendo che la strada della dura disciplina – che comporta anche forte solitudine – non è per tutti, ma solo per chi la sceglie con assoluta decisione e sincerità.
<<Come fare per vivere bene e godersi la vita, le cose belle della vita? È molto semplice, in realtà… è facile. È l’uomo che fa tutto difficile! Si complica la vita, i giorni, le notti… L’ho detto: chi sono, che cosa voglio e dove vado, cioè che cosa cerco… questo è ciò che dovrebbe pensare seriamente ognuno, chiederselo. E poi capirlo veramente, di sé, del proprio io>>.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *