Che il Kung Fu faccia bene ne siamo tutti convinti, almeno noi praticanti.
Sí, è vero che se ci si è allenati per bene si esce dalla lezione un poco doloranti, quantomeno muscolarmente. Se poi non si pratica solo lo stile Shaolin ma ci si cimenta anche, ad esempio, col Sanda, allora le probabilitá di uscire dall´allenamento peggio di quando ci si è entrati crescono.
Tuttavia, è innegabile che i benefici superino di gran lunga questi dettagli: il corpo sicuramente è stato tonificato come, se non piú, di una sessione di cardio; la resistenza è aumentata da quando abbiamo iniziato a praticare; che a casa o a lavoro ci siano dei grattacapi poco importa, per la durata dell´allenamento la mente è stata assorbita dalle tecniche e dalle sequenze delle forme e di spazio per il resto, sempre se siamo stati diligenti, non ne è rimasto fino al momento di tornare in spogliatoio.
Se però non ne fossimo del tutto certi, o se qualche lettore non fosse ancora avvezzo al mondo del Kung Fu Tradizionale, un articolo de Il Sole 24 ore lo mette lì, nero su bianco.
La sezione dedicata alla salute del sito riporta le affermazioni in merito fatte dal maestro Shi Yan Hui, rappresentante ufficiale dello stile Shaolin in Italia, in occasione del Festival dell’Oriente che si è tenuto a Roma negli ultimi weekend tra aprile e maggio.
Il monaco afferma che la disciplina tradizionale fa bene a corpo e mente, portando equilibrio, allontanando lo stress, l’ansia, combattendo paure e timidezza. Oltre ovviamente a giovare alla forma fisica, a migliorare il senso dell’equilibrio e la propriocezione.
Lo Shaolin insomma è un’ottima panacea per chiunque voglia rimettersi in sesto fisicamente e psicologicamente, senza tralasciare l’aspetto di disciplina che viene insegnata e che, soprattutto se si inizia in tenera età, può formare un buon carattere.
Il mondo può trarre grande vantaggio da questi insegnamenti, sostiene Shi Yan Hui, che però non fa mai riferimento – o l’articolo non lo riporta – all’aspetto marziale dell’arte. Lo Shaolin è dipinto con i tratti con i quali è ormai raffigurato il Taijiquan: una ginnastica salutare.
Niente lotta, nessuna difesa e attacco, non si parla di Qinna o dello studio delle armi tradizionali; in altre parole il monaco Shaolin si è spogliato del kimono per indossare dei panni che lo fanno assomigliare molto ad un "guaritore".
Probabilmente disegnato cosí il Kung Fu diventa appetibile per un pubblico più vasto, composto non solo da appassionati di Bruce Lee e allora l’intervista assume i connotati di un´operazione di marketing che può essere utile per la diffusione dell’arte nel nostro paese, ma allo stesso tempo priva l’arte stessa di una componente fondamentale, ossia il complesso ed antico studio della lotta, la ricerca che ha dato origine agli innumerevoli stili che caratterizzano quella che viene ancora definita la madre di tutte le arti marziali.
Lo Shaolin fa bene, ma tutti gli stili del Kung Fu hanno gli stessi vantaggi: tradizionale o moderno, da combattimento o da esibizione; il Kung Fu fa bene per come è stato concepito ed evoluto, perchè ha trasformato la lotta nell’arte che ricerca la perfezione fisica, mentale e spirituale; perchè ha unito il combattimento alla medicina tradizionale cinese seguendo i principi del Taoismo. Il Kung Fu ha creato la completezza attraverso l’unione dei talenti; ignorarne alcuni genera una comprensione parziale e snatura l’arte.
In tutti i casi è ufficiale: lo Shaolin fa bene e se ancora non avete mai messo piede sul tappeto è giunto il momento di provare!
2 risposte
Un bel articolo e complimenti alla redazione. Penso però che il Kungfu di Shaolin (Shaolin Wugong),sia un mezzo,un “libro” che chi lo interpreta o chi gli da “vita” , potrá rendere quest arte un arte solo salutare o anche marziale… e principalmente marziale. Il praticante è colui che può far la differenza,io credo che sia ora di far risaltare ANCHE la parte marziale del sistema Shaolin (chi giá lo fa ben venga). L’essere umano è un essere pensante e creativo,solo “noi” possiamo dare un identitá oggi al Kung fu tradizionale,spetta a noi farlo rivivere o farlo morire. Questo vuol dire “metterci del proprio” !
Saluti marziali
Zara Luca