Una trovata commerciale: non avrei molto altro da aggiungere. Non è questione di fare i sostenuti, gli esperti, quelli con la puzza sotto il naso. In effetti è un comportamento che appartiene parecchio a noi delle arti marziali e della difesa personale: guardiamo un video, qualcosa di nuovo o vecchio che sia, e partiamo con le critiche. E il braccio è troppo braccio, e il Ma Bu è troppo Ma Bu, e il Tan Sao è troppo Tan Sao.
La settimana scorsa c´é stato l´anniversario della nascita di Bruce Lee. Noi di Kung Fu Life, come sapete, gli abbiamo dedicato un post al giorno ed un contest per farvi vincere un nunchaku. Figuratevi cosa potranno dire di questa storia della bacchetta per i selfie tutti quei personaggi con la puzza sotto il naso che non risparmiano neanche Lee. Gente che prende e riparte con i soliti tormentoni che non ha finito lo stile, che era mediocre e solo un attore.
Come ti viene in mente di criticare un tizio allenatissimo, velocissimo, esplosivo, determinato in quel modo lì? Uno potrebbe obiettare: <<Eh, ma allora era un bravo combattente anche Igor Cassina>>. Beh, se tu che critichi hai la forma fisica di una lavatrice, sei un bradipo con la maglietta con il logo della tua scuola riempita dalla pancia e se non fai una flessione senza ansimare come un cagna in calore, almeno stai zitto. Non si tratta di osannare o no Bruce Lee: si tratta del solito fatto della pagliuzza negli occhi degli altri e della trave nei tuoi.
Lasciando perdere i discorsi sui distretti corporei nei quali è più appropriato riporre le travi per chi dà aria ai denti, ritorniamo alla nostra trovata commerciale: la difesa personale con la bacchetta per farsi i selfie. Perché criticarla? Perché qualsiasi bravo istruttore di Kali, Jeet Kune Do, Krav Maga e difesa personale in generale sa bene che, quando si insegna l´uso attivo del bastone corto, non si sta insegnando tanto come usare l´arma specifica. Gli esempi sono quasi sempre l´ombrello, il giornale arrotolato, un pezzo di legno o di qualsiasi altro materiale che peró abbia le dimensioni e fattezze del bastone corto.
Nessuno va in giro con un bastone di rattan nascosto sotto lo spolverino, oddio, anche questo è obiettabile: ho visto gente non rendersi conto che non siamo nel vecchio West. Il bravo istruttore di bastone corto ti dirà sempre di usare l´inventiva e la fantasia e, di fronte ad un aggressore, usare qualsiasi cosa possa essere usata come un´arma. Perché allora, oltre alla bacchetta per i selfie, non fare corsi di difesa personale con il giornale arrotolato o l´ombrello? Perché questi ultimi oggetti esistono già da un po´ e susciterebbero meno curiosità.
Non è comunque escluso che qualcuno già non lo faccia: per tirare su soldi si inventa di tutto. Il buon istruttore sa bene che tutte queste varianti possono essere insegnate già nel corso di bastone corto! Tra l´altro avrebbe molto più senso fare corsi di uso dell´ombrello come strumento per la difesa personale. Gli ombrelli sono diversi fra loro: lunghezze diverse, con e senza manico ad uncino, telescopici o meno. La bacchetta per i selfie è, invece, una specie di sfollagente con un telefonino all´estremità.
Cioè: è già strutturalmente un´arma. È identica allo sfollagente. Quindi rimettiamoci l’anima in pace: il tizio russo che ha pensato di inventare questa "nuova arte marziale" non ha scoperto proprio niente. E quando scrivo <<nuova arte marziale>> non sono iperbolicamente sarcastico: c’è qualcuno che ha definito questa faccenda proprio in questo modo. Monopod Fighting (mpd-fight): combattimento con il monopod, che sarebbe la bacchetta per i selfie (cfr. Lee Moran, The Huffington Post).
L´"inventore" di questa nuova arte, un certo Timur Dadayev da Mosca, sa bene che in realtà non ha inventato un bel niente. Egli stesso avrebbe affermato che si è trattato solo di adattare alcune tecniche esistenti già da millenni in oriente (cfr. Reuters). Sembra che egli faccia parte di un centro chiamato M-Profi Martial Arts Center, dal cui sito si evince essere specializzato sugli sport da combattimento più che sulle arti marziali.
La formazione tecnica di Dudayev, infatti, sembra concentrata su MMA, grappling e Muay Thay, e non troviamo traccia di arti marziali realmente focalizzate sulla difesa personale. Dal suo curriculum si evince che sarebbe stato <<campione di combattimento dell’esercito russo>>, ma non si capisce se questo abbia a che fare con il combattimento militare, e quindi il Systema, oppure con quello sportivo, a cui spesso si dedicano gli atleti delle forze dell´ordine. Da foto e video, comunque, non c´è traccia di altro se non di tecniche da sport da combattimento: proiezioni, arm lock, 100 kg etc.
L´idea nasce a qualche mese di distanza dalla campagna del Ministero degli Interni russo per il <<selfie sicuro>>, che però non ha nulla a che fare con la difesa personale. Sembra infatti che i "selfie made men" siano bravissimi già da soli a mettersi in pericolo, senza bisogno di malintenzionati e ladri. Cadute da montagne, incidenti sui treni e altre tragedie sarebbero state causate dall´uso poco prudente della fotocamera con bacchetta, a tal punto da far risultare che, in un anno, sarebbero stati più i morti "per selfie" rispetto a quelli causati da attacchi da parte degli squali (cfr. Lee Moran cit., e The Moscow Times).
Uno sfollagente
A parte che la gente uccisa dagli squali è sempre stata pochissima, ma il cinema ci ha insegnato che invece questo grosso pesce uccide chiunque e comunque, sembra che questa "nuova arte marziale" sia arrivata al posto giusto nel momento giusto. Almeno per far parlare di sé.
BIBLIOGRAFIA MINIMA:
– Lee Moran, There’s Now A Martial Art Specifically For Selfie Stick Users, The Ufftington Post, 13 november 2015.
– Mastering self-defense with selfie sticks, Reuters, 21 november 2015.
– Selfie Madness: Too Many Russians Dying to Get the Picture, The Moscow Times, september 2015.