Sedici parti del corpo nel combattimento Shaolin

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hero jet li donneL’etica marziale introdotta da Jue Yuan nella pratica del Kung Fu per i monaci Shaolin, come si è detto nel post sulle dieci regole del tempio Shaolin, non riguardava solo il comportamento morale di coloro che studiavano quest’arte, ma consisteva anche di linee guida per combattere con il nemico.
I monaci Shaolin infatti erano sì guerrieri, ma legati anche alla pratica del Buddismo, quindi era loro richiesto un comportamento che potesse conciliare l’uso delle arti marziali e il rispetto per la vita dell’avversario.

Queste linee guida stabilivano otto punti del corpo che potevano essere colpiti e otto che invece andavano evitati, proprio per non causare gravi lesioni ad un’eventuale controparte.

high kick girlLe parti da colpire erano:

1- la fronte e gli occhi

2- lo zona sopra al labbro

3- la mascella

4- la schiena

5- il torace

6- lo stomaco

7- le ginocchia

8- gli avambracci

The Forbidden KingdomLe parti da evitare, invece:

1- le tempie

2- le clavicole

3- i gomiti

4- le costole

5- l’inguine

6- i reni

7- il coccige e il bassoventre

8- le orecchie

colpo ai genitaliSembrerebbe quasi strano che alcuni punti compaiano tra quelli che possono essere colpiti, come la schiena o le ginocchia, che chi pratica Sanda, full o light, sa che sono zone assolutamente off limits, mentre tra quelle considerate “pericolose” figurino zone che normalmente possono essere bersaglio nel combattimento sul leitai.
Senza parlare poi dei punti presi maggiormente in considerazione nelle discipline che dal Kung Fu si sono evolute verso la difesa personale: uno su tutti l’inguine. In qualsiasi corso di difesa è una delle prime zone che insegnano a colpire nell’ottica di mettere l’avversario k.o. e mettersi in salvo e allo stesso tempo una delle prime che bisogna imparare a coprire con la propria guardia.

la mummia 3Ma anche senza chiamare in causa la difesa personale, basta pensare alle forme tradizionali che si studiano nello Shaolin e alla loro applicazione. Colpi alle tempie, alle clavicole e leve articolari sul gomito sono tecniche presenti in moltissimi tao lu.

Certamente non bisogna perdere di vista il concetto fondamentale, e cioè che così come alcune regole morali e marziali erano rivolte ad un praticante dedito al Buddismo, anche queste linee guida vanno contestualizzate, sia come periodo storico sia come ambito culturale e religioso nel quale furono dettate.
Il nostro stile di vita ordierno e i nostri metodi di insegnamento e apprendimento difficilmente si concilierebbero con la vita di un monaco guerriero di Shaolin.

2 risposte

  1. Non citate quale sia la fonte la fonte, ma l’elenco dei punti presentati differisce da quanto mi è stato tramandato.
    Tra i Ba Da (otto punti da colpire), quello elencato come “schiena” è 肋内肺腑 LEI NEI FEI FU, ovvero le costole polmonari; mentre le “ginocchia” sono elencate come 合膝虎胫 HE XI HU JING, cioè la rotula e la tibia.
    Anche l’ottavo punto, non sarebbe riferito agli avambracci, ma reciterebbe 破骨千斤 PO GU QIAN JIN, “rompere le ossa con cinquecento chili”: una metafora che sta ad indicare le tecniche di rottura sulle ossa lunghe e deboli dell’avversario (ulna, radio, ecc…).
    Quanto ai Ba Bu Da (otto punti da non colpire), non mi tornano affatto i punti 2,3 e 4 che mi risultano essere invece la tiroide, sotto l’ascella e il cuore+stomaco (parte centrale dell’addome).
    Nel complesso mi sembra sia equivocato il significato degli otto punti da colpire e otto da non colpire: i primi si possono colpire senza causare danni permanenti all’avversario, i secondi causano danni permanenti se non la morte e sono da non usare a meno che non sia questione di vita o di morte (per contro diventano di prima scelta qualora la situazione sia gravissima e l’avversario debba essere eliminato il più velocemente possibile).

  2. Le fonti utilizzate sono state diverse, il web (http://www.orientaldiscovery.com/) e il libro “Origins of Shaolin Kung Fu” in particolare, ma sulle zone da colpire ed evitare, come capita spesso nel mondo del Kung Fu, gli stessi concetti si possono trovare espressi in forme leggermente diverse, tanto più che le stesse nozioni insegnate a due maestri diversi vengono tramandate spesso in modo differente pur avendo la stessa origine.
    Per quanto riguarda il post era mia intenzione non tanto menzionare un semplice elenco di punti ma più che altro fare una breve riflessione tra ciò che era lo studio del Kung Fu presso i monaci buddisti di allora e quello che adesso è per noi moderni marzialisti e per la nostra visione molto meno Zen di questa splendida disciplina.
    Ti ringrazio comunque del commento che hai lasciato.

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