Sanda. Vincere la sfida prima di cominciarla

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Di Fabrizio De Murtas.
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Salire sul lei tai e combattere un incontro di sanda contro un’altra persona è un emozione forte. Rappresenta il culmine di mesi di allenamento fisico e anni di apprendimento, la sintesi massima di ogni pugno tirato in sparring. A differenza di uno scambio tra amici ci si trova davanti un altro atleta, speculare a noi nelle motivazioni e nella tenacia.
Il gioco è semplice o noi o lui. Non vince sempre il più forte, il più veloce o il più furbo, vince semplicemente il migliore. Il migliore sa sfruttare le debolezze dell’opponente per condurre l’incontro dalla sua parte e spesso e volentieri si tratta di debolezze mentali. Incutere timore nell’avversario ostentando sicurezza o eseguire tecniche particolari per impressionarlo sono trucchi che le vecchie volpi del lei tai conoscono bene, così come il titolo guadagnato in combattimento parla chiaro: chi di noi non si sentirebbe “agitato” a salire sul tappeto contro un campione nazionale?

Viene da se che arrivare “forti” di testa ad un incontro può far la differenza tra vincere e perdere. Tutte le fasi del combattimento, senza esclusione alcuna, sono influenzate dalla mente.
Ancora prima di salire inpedana si inizia a combattere con la “paura” spinti dalla propria ambizione e dalle proprie motivazioni. Sono momenti in cui ci si raccoglie nel proprio piccolo mondo per concentrarsi sull’obiettivo finale: la vittoria.

Per esperienza posso dire che a livello amatoriale l’aspetto della tenuta mentale viene spesso trascurato lasciandosi andare in balia dell’incontro nel momento in cui esso ci investe. Ho visto molta gente salire sul tappeto con “la sconfitta” negli occhi è ho sentito dire a molti frasi come “non ce la farò mai/quello mi distrugge” . Inutile sottolineare che è l’atteggiamento sbagliato, noi dobbiamo essere i primi ad avere in fiducia in noi stessi senza zavorrarci con pensieri autodistruttivi. Solo con la tranquillità e la autoconsapevolezza dei propri mezzi ci si può presentare sul tappeto in quello stato “magico” che ci permette di far fluire le nostre tecniche senza problemi. L’inner game fa la differenza.

Ci sono tanti metodi per mantenere la calma prima dell’incontro, sono sicuramente soggettivi ed è difficile insegnarli come verità assoluta: training autogeno, ipod con la propria musica preferita, shadow boxe, corda o quattro chiacchere con l’allenatore … voi quale metodo utilizzate per mantenere la giusta direzione mentale prima del combattimento? Dite la vostra….

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