Il 30 aprile scorso, durante FEFF18 (Far East Film Festival), Sammo Hung ha presenziato alla proiezione della sua ultima produzione, il film The Bodyguard uscito il primo dello stesso mese.
In occasione del lancio del film e della sua premiazione col Gelso d´Oro alla carriera, Sammo Hung ha espresso il suo rammarico per la situazione attuale del cinema di arti marziali di qualitá, che in generale si riscontra purtroppo nel mondo del Kung Fu.
Come riporta il sito del Messaggero Veneto Sammo Hung mette in evidenza il rapporto tra una buona produzione cinematografica e la presenza di bravi attori marzialisti. Il successo di un film, insomma, dipende oltre che dalla qualitá della recitazione anche dalla capacitá tecnica dei protagonisti.
Ed ecco che il problema del grande schermo si riconduce alle nostre realtà di corsi e palestre di Kung Fu, in modo particolare di Tradizionale.
Rispetto agli anni ´80 e ´90 nei quali, complici personaggi del calibro di Bruce Lee, Jackie Chan e Sammo Hung stesso, i corsi di Tradizionale erano pieni e c´era un vivo interesse nell´apprendere quelle difficili discipline orientali per avvicinarsi ai miti televisivi. Oggi, spesso, i corsi che trattano l’arte marziale tradizionale sono penalizzati rispetto a quelli di difesa personale o combattimento.
Il declino del cinema delle arti marziali e del Kung Fu è strettamente connesso con il calo di interesse verso una disciplina che prevede regole e che richiede impegno, continuità, concentrazione e che non sempre ha attinenza con il quotidiano.
Sammo Hung, però, forte anche della sua vastissima esperienza sia come artista marziale sia come attore, ha deciso di volersi fare ambasciatore del rilancio del Kung Fu nel mondo del cinema.
Come già negli anni ´80 aveva fatto aiutando i suoi colleghi e compatrioti marzialisti ad entrare nell’allora fiorente industria cinematografica di Hong Kong, oggi vuole creare nuovi eroi del Kung Fu.
Come? Nell’intervista annuncia di voler aprire uno studio cinematografico personale nel quale dare una possibilità a tutti i campioni di arti marziali interessati alla recitazione. Un pass, insomma, per riportare vivo interesse nel Kung Fu non con artisti improvvisati ma con veri e propri talenti.
Qualcosa di simile lo sta realizzando in Italia il nostro amico Christian Kang Bachini, che assieme a Giulio Cuomo ha fondato la Gold & Overseas, una compagnia di produzione con sede nella sua Prato.
Chissà che questi progetti del signor Hung e di Kang non possano giovare anche ai nostri corsi!
5 risposte
I corsi di arti marziali tradizionali sono entrati in declino anche grazie (esatto, grazie) all’avvento degli sport da combattimento (in particolare le MMA negli ultimi anni), che hanno aperto gli occhi a molte persone sulla discutibile efficacia nella difesa personale del 90% (a voler essere buoni) dei corsi di AM tradizionali (è vero anche che con un buon marketing si possono ottenere decine di allievi di AM risibili come il Systema, ma questo è un altro discorso). Finché questi corsi rimarranno solo una lista di tecniche prestabilite e di forme da imparare, più o meno acrobatiche, difficilmente potranno riconquistare credibilità nell’ambiente marziale e tra la gente che vuole imparare sul serio a difendersi.
Ma tu per affermare questa cosa il kung fu tradizionale lo hai mai praticato ?
Certamente, per tanti anni sia kung fu che karate tradizionale e conosco tante (non tutte ovviamente) palestre così.
Fatemi sapere
Qui in Italia se una associazione è no profit non vale nulla ! C’è una marea di ” mercenari delle arti marziali ” . Gli allievi vengono usati come bancomat per riunioni stages! Di tradizionale hanno la voglia di riempirsi il portafoglio. Buon proseguimento