Quanto può tagliare una spada tradizionale? Probabilmente non sa rispondere quasi nessun praticante di Kung Fu tradizionale. In palestra ci si allena con riproduzioni di armi e non ci si chiede quale possa essere il potenziale intrinseco di un “vero esemplare”.
Nelle arti marziali giapponesi, parenti del nostro Kung Fu tradizionale, il concetto di arma è più fedele alla realtà. Al fianco di arti marziali come il kendo, dove vengono usate riproduzioni in bamboo per il contatto pieno, vi sono discipline come il batto-do dove la spada (katana in questo caso) viene utilizzata con lo scopo finale di tagliare bersagli costituiti normalmente da fasci o stuoini arrotolati di paglia o bambú. La consistenza morbida di tali materiali richiede molta abilità per eseguire un taglio preciso e privo di sbavature e di conseguenza eccellere nell´arte richiede molta dedizione e controllo dei dettagli.
Nella formazione di uno spadaccino giapponese la tecnica del movimento e la pratica nel combattimento e nel taglio sono concepite come qualcosa di indivisibile.
Nelle arti marziali cinesi tradizionali, così come vengono insegnate normalmente, ci si concentra molto poco sulla concretezza del taglio e su quello che l’arma dovrebbe poter realmente fare. Si sa che l’arma deve essere disposta con il filo in direzione del taglio o che il colpo deve essere tirato utilizzando rotazioni profonde (i movimenti “interni”) piuttosto che con il semplice movimento del braccio, ma difficilmente si impiega l’arma per effettuare prove di taglio. In pratica è come allenarsi a tirare a vuoto con una mazza da baseball e pretendere di fare un fuori campo al primo vero colpo.
Tagliare correttamente con una spada vuol dire conoscere anche lo strumento oltre che la tecnica.
Ci sono due fattori principali che influenzano le caratteristiche di una lama, il baricentro e il centro di percussione. Il baricentro influenza la maneggevolezza della lama, più è vicino all’impugnatura e più la spada è agile nelle rotazioni, in quanto il baricentro rappresenta idealmente il punto intorno al quale le masse sono equamente distribuite e più ci si avvicina ad esso e minore saraà lo sforzo richiesto per ruotare l’oggetto. Per questo motivo al fondo dell’impugnatura si sistema un contrappeso, in modo da avvicinare il baricentro il più possibile all’impugnatura così che ruotare la spada con il polso richieda meno sforzo.
Il centro di percussione invece è un concetto più complicato da comprendere, rappresenta infatti il punto dove colpendo con la lama si ha il minore (idealmente nullo) contraccolpo sul polso, grazie all’annullamento delle forze di traslazione e rotazione nel momento dell’impatto in quanto uguali e opposte. Colpendo lontano da quel punto si hanno sul polso contraccolpi così violenti che nel peggiore dei casi si rischia di perdere la presa dell’arma.
Per una perfetta esecuzione del taglio bisogna quindi accompagnare ad un corretto movimento il giusto punto di impatto.