Quale stile di kung fu è più adatto a me?

Argomenti del post

stili kung fu tradizionale
Io faccio Kung Fu! Ho detto tutto e niente, perché la parola Kung fu esprime un universo che contempla molti più stili di quelli che si possono apprendere in un’intera vita. Pur basandosi su principi fondamentali comuni, ogni stile ha le sue peculiarità.
Come fare allora a scegliere lo stile da praticare?
Di seguito sono riportati alcune considerazioni di carattere generale che possono aiutare a delineare gli aspetti della pratica del Kung Fu.

TRADIZIONE
Se non si è immuni al fascino dell’antichità della cultura cinese, se si apprezzano i costumi e le movenze degli attori di film come Hero, Seven sword, Fearless o La foresta dei pugnali volanti, uno stile tradizionale può essere la scelta ideale. In questo caso il ventaglio delle possibilità è davvero enorme. Che sia Shaolin o Tang Lang o Hun Gar (solo per citarne alcuni) l’elemento comune è lo studio delle forme (Lu o Tao lu). Partendo dall’allenamento delle posizioni di base, si passa alle forme più semplici e brevi e successivamente a quelle che prevedono un numero sempre maggiore di tecniche di sempre più difficile esecuzione. È previsto lo studio delle armi, anche in questo caso con una grande varietà di scelta, cominciando con quelle di semplice utilizzo come il Pang fa (bastone corto) per arrivare a quelle che richiedono una grande abilità di maneggio: sciabola, spada, lancia, alabarda, bastone lungo, etc. Solitamente, in Italia, ma non è affatto una regola, nel percorso di apprendimento degli stili tradizionali trova meno spazio lo studio delle applicazioni. Difficilmente è dedicata parte della lezione alla pratica delle tecniche simulando una situazione di pericolo in cui ci si potrebbe trovare nella vita quotidiana. Generalmente questo argomento è visto come oggetto di studio di un corso di difesa personale.
Un percorso tradizionale potrebbe essere la scelta adeguata per chi desidera apprendere le antiche metodologie di allenamento e gli stili di combattimento dei gloriosi guerrieri cinesi del passato.

SPIRITUALITA’
Se si desidera apprendere le metodologie cinesi di gestione dell’energia vitale la strada da seguire è sicuramente quella degli stili denominati interni. Probabilmente il più conosciuto è il Tai Ji, ma ne esistono altri, Baguazhang, Pa Kua, etc. Nell’apprendimento di queste discipline si pone particolare attenzione all’utilizzo del chi attraverso “movimenti esterni” e il percorso di studi porta ad acquisire una buona “sensibilità energetica” che può sicuramente essere sfruttata nella quotidianità apportando grandi benefici alla propria vita. Il Kung Fu attribuisce grande importanza alla consapevolezza del chi, in quanto energia vitale e, di conseguenza, imprescindibile dalla vita stessa.
Da notare che lo studio di uno stile di questo tipo non esclude affatto il lavoro fisico, tutt’altro: l’esecuzione delle tecniche richiede una buona preparazione fisica.

ATLETICITA’
Chi è dotato di agilità, mobilità articolare e reattività muscolare può decisamente trovare il suo percorso nell’ambito del wushu moderno. Nato a metà degli anni 80 si suddivide in Chang Quan (del nord) e Nan Quan (del sud). Il primo è caratterizzato da gesti ampi e distesi con sequenze di movimenti veloci ricche di salti e fasi di volo alternate a pause con posizioni statiche molto solide. Il secondo predilige possenti tecniche di braccia eseguite in posizioni ristrette e stabili. Il wushu moderno richiede grandi doti atletiche ed è ideale nello sviluppo delle capacità motorie dei bambini dai 5/6 anni in su. È previsto lo studio delle armi.

COMBATTIMENTO
Se si è in cerca delle emozioni del combattimento sportivo allora la propria disciplina è il Sanda. Molto praticato in Italia il Sanda prevede la possibilità di utilizzare tecniche di pugno, di calcio, di proiezione e di spinta ed è consentito il KO. Gli incontri dovrebbero essere svolti su una pedana rialzata di circa 50 cm dal suolo dalla quale è molto importante far cadere l’avversario. Da tenere in considerazione che la pratica del Sanda richiede un allenamento molto intenso, sia fisico che tecnico. Esiste anche una forma “light”, denominata semi-sanda, nella quale non è consentito il KO e le tecniche non devono essere ad “impatto totale”. Sono previste delle protezioni da utilizzare durante il combattimento quali guantoni, paradenti, conchiglie e nel semi-sanda, paratibie, caschetto e corpetto.

2 risposte

  1. io faccio tai chi e yi quan, e non ho mai e poi mai affrontato temi come “chi” o “sensibilità energetica” , quelli sono temi della medicina tradizionale cinese e di Qi gong .
    negli stili interni si trattano temi come
    “equilibrio” (ovviamente fisico) inteso come stabilità o radicamento,
    “pienezza” che è a metà tra la rigidità delle braccia (e in generale del corpo intero) e la totale assenza di forza che chiamiamo: “vuoto” .
    la “lentezza dei movimenti” perchè più si fanno lenti i movimenti più sono difficili e faticosi da eseguire e quindi si è spinti nella ricerca della perfezione dei movimenti.
    La spiritualità degli stili interni è la stessa di quelli esterni, si è solo più propensi nell’attribuirla a stili interni a causa della lentezza e più in generale a causa di ciarlatani che parlano di energia dell’universo solo per questione di marketing.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *