Cari lettori, eccoci ancora qui ad affrontare qualche luogo comune della vita in palestra. Nel farlo mandiamo un saluto ad una affezionata neo-lettrice, Giulia, che con i suoi complimenti ci esorta ad andare avanti nel rendere Kung Fu Life un buon mezzo di informazione anche al di fuori dell´arte marziale nello sport e nel fitness in generale. Un ringraziamento a lei e a tutti quelli che, a volte anonimi, ci scrivono per congratularsi.
Addominali. Un problema di statura
Alti e bassi della vita in palestra. No no, non parlo di vicissitudini piacevoli o spiacevoli. Parlo di addominali. Si dirá: <<E baaaaasta! Su questa storia hanno giá scritto fior di istruttori e Personal Trainer, sappiamo tutto!>>. E invece ci aggiungiamo anche noi, dato che esistono molte persone che chiedono come fare ad allenare gli uni o gli altri.
Gli uni e gli altri, dato che gli addominali sono un solo ed unico muscolo. Il problema è che gli addominali, in realtá, non esistono. La famosa tartaruga, il six pack, è uno dei muscoli dell´addome e si chiama retto dell´addome. Poi ce ne sono altri, tipo gli obliqui ed il trasverso, ma il retto è unico e lavora <<o tutto o niente>> e non <<e giú o su>>.
Un muscolo si contrae quando i nervi che lo raggiungono si attivano, e tutto il retto è innervato dal plesso lombare L 1 (nervo ileoipogastrico e nervo ileoinguinale). Lavora quindi sempre tutto insieme il "six pack", che flettiate il busto sulle gambe o le gambe sul busto. Cambia il "piano di lavoro", per cosí dire. Il motivo per cui gli addominali "bassi" non si vedono e quelli "alti" invece si è che è piú difficile perdere grasso nella parte appena superiore all´inguine. Ergo: gli addominali, "bassi" e "alti" si fanno a tavola.
La strana storia del secco e della modella
Ti arriva in palestra un sedicenne alto 190 cm che (sotto)pesa 60 kg. Non ne puó piú di esser deriso a lá Fassino, e quindi ti chiede di farlo diventare grosso. Obiettivo: parecchia massa in inverno, poi definizione in primavera cosí zittirá i suoi bulleschi amici su qualche spiaggia. Ok, prima scheda di adattamento: total body 3 x 10 (serie per ripetizioni).
Il giorno dopo si presenta una ragazzona evidentemente in sovrappeso e ti dice che le amiche la prendono in giro. E che cacchio, i bulli son la fortuna delle palestre? Vuole "tonificare" e asssssssolutamente perdere peso e volume: guai a te se le fai mettere massa, magra o grassa che sia. Non ne vuole proprio. Allenamento cardiofitness a parte, che si fa? Ok: prima scheda di adattamento: total body 3 x 10.
[tweetthis hidden_hashtags=”#addominali #palestra #modelle”]Palestra e luoghi comuni. Dai secchi alle modelle.[/tweetthis]
Qualcosa non torna. Ma che, prendiamo in giro i clienti? No, è colpa del luogo comune del linguaggio da palestra che vuole l´allenamento della massa come diverso da quello per la tonificazione, la cui differenza sarebbe che il primo ha un numero medio di ripetizioni, il secondo un numero alto. Massa: una decina. Tonificazione: una ventina minimo. Sbagliato: stiamo parlando di altre due cose: ipertrofia e resistenza, ognuna con una determinata risposta metabolica. La resistenza non ha nulla a che fare con il tono muscolare e quindi con la tonificazione. Massa e tonificazione sono due modi di chiamare l´ipertrofia, solo che nel primo caso mangi tanto per crescere in volume e nel secondo stai attento a tavola per cercare di perdere il grasso corporeo. E di nuovo ergo: la differenza non è nell´allenamento, ma a tavola.
Massa e tonificazione sono quindi la stessa cosa? Dal punto di vista dell´allenamento si. E il ragazzone secco e la ragazzona in carne hanno quindi lo stesso obiettivo? Certo che no, solo che in palestra costruisci solo una piccola parte del percorso che ti porterá al risultato. Vi lascio indovinare dove bisogna costruire l´altra parte.
Vi lascio citando il prof. Stefano Zambelli della International Sport Science Association quando dice che ci sono i consigli del cugggino di turno, dell´amicone bodybuilder che vi fa la scheda perché è piú grosso dell´istruttore e del super-informato web. E poi c´é l´anatomia, la fisiologia, la biochimica e la scienza dell´allenamento. E mi spiace: potete essere anche un grosso buttafuori che fa palestra da 30 anni, ma la scienza non guarda la carta d´identitá o gli anni di ghisa. E con buona pace per tutti, non lo fa nemmeno l´ignoranza.
Una risposta
Non mi chiamo Giulia ma sono anch’io una neo-lettrice e ci tengo a lasciar traccia del mio apprezzamento rispetto a questo articolo… e non solo.
Ottimo l’aver “distrutto il mito” degli addominali alti e bassi, per ciò che mi riguarda è una “nozione nuova da imparare” specie se anch’io mi trovavo nel limbo del luogo comune imposto da anni di allenamenti di pallavolo dove nel riscaldamento avevo ignorantemente eseguito serie di addominali rigorosamente alti e bassi, senza aver cura dell’effettiva fondatezza dei singoli esercizi. “Spensierata ignoranza adolescenziale”… vorrà dire che da più matura ed ora anche consapevole, si lavorerà di più in palestra per “scolpire” una superficie unica (e almeno psicologicamente!) più ampia!
Grazie Mark per questa “perla”…
neo-lettrice,
Fede