<<Errare è umano. Perseverare è diabolico>>: un detto decisamente sopravvalutato, dato che l´uomo è ben piú perseverante che errante. Nel nostro mondo marziale e piú in generale "da palestra" non ci sarebbero infatti grandi problemi nello sbagliare un allenamento. Il problema è ripeterlo: proprio come virtú della memoria motoria è quella di creare automatismi indipendenti dalla volontá e per questo molto piú veloci, suo vizio è costruirvi errori. Automatici, per giunta, e quindi piú ardui da correggere.
Eccone alcuni, ovviamente a mio avviso e opinabilissimi.
1. No pain, No gain
<<Quando mi allenavo io, arrivavamo all´ultima ripresa di sacco che le braccia non stavano su. Che il maestro doveva prenderci a calci e urlare per continuare!>> Notevole: ad esaurimento. Poi gli si chiede: <<Si, ma cosa stai allenando al sacco?>> e in risposta : <<Beh… velocitá, forza esplosiva, resistenza>>. Possiamo concedere al massimo una relativa efficacia per quest´ultima – e sarebbe comunque da contestualizzare – ma la velocitá e la forza esplosiva non ne gioveranno per niente. Anzi: l´atleta diventerá piú lento, dato che ad esaurimento si lavora sulle fibre rosse, ben piú lente delle fibre bianche. Per diventare piú veloci e piú esplosivi bisogna tirare a recupero completo, è una questione biochimica.
2. Chi ha tempo non aspetti tempo
Minuti di recupero? Bah, e chi ne ha bisogno? Dai, che si finisce anche prima. L´errore sta nel credere che il minutaggio di recupero tra le serie sia una gentile concessione del trainer che vi ha fatto la scheda: cosí vi riposate. Invece no, per niente! Il tempo di recupero tra le serie è un parametro fondamentale per il tipo di capacitá motoria che volete allenare: forza, resistenza, velocitá ed eventualmente ipertrofia. Se fate 4 serie da 10 con 2 minuti di recupero non è come fare una maratona di 40 ripetizioni! Senza contare che, se riuscite a non aver bisogno di recupero, vuol dire che il vostro impegno è troppo basso.
3. Non carico se no divento grosso e lento
È per questa insensata paura che non si carica abbastanza e quindi l´allenamento perde in efficacia. La forza esplosiva si allena con carichi di circa l´85/90% del proprio massimale ed è ben noto agli studiosi che gli effetti ipertrofizzanti siano molto contenuti. Essendo poi la forza esplosiva la capacitá di reclutare il maggior numero di fibre muscolari nell´unitá di tempo per vincere una resistenza esterna, va da sé che non si diventa piú lenti, ma piú veloci.
4. Perseverare, ripetere, perseverare
Una bella forma allenata pian pianino per miliardi di volte. Lentamente, perché cosí si curano gli angoli, si diventa perfetti, precisissimi. Passi, shen fa, emissione della forza. E poi via, esplosivi e veloci verso il compagno che silmula l´avversario. Mai termine fu piú azzeccato: simula, nel senso che fa finta non di essere un avversario, ma proprio di attaccare davvero. La velocitá di uno scontro non è un ingrediente che potete prendere ed aggiungere quando il vostro piatto è giá stato cucinato. È componente primaria della ricetta: è il grano della pasta, non l´aggiunta del parmigiano. Vuol dire che la tecnica stessa cambierá all´aumentare della velocitá. Vi sarete quindi allenati a combattere contro un bradipo, ma non contro una tigre.
5. L´allenamento del corpo e quello dello spirito
In questo Taiji e tutti gli stili interni insegnano. E che insegnano? Insegnano che la forza deve essere sviluppata "dall´interno" e non per "mera e banale" contrazione muscolare. Non si capisce se si tratti di cose spirituali o altro. Alcuni si avventurano a dire che i responsabili del Qi sono i processi biochimici normali a convogliare l´energia in un colpo. Come a dire: c´è la digestione, la respirazione, il pensiero? E io prendo l´energia che è alla base di questi per metterla in un combattimento. Beh… dovrete impegnarvi un po´ di piú per convincermi che non avrei davanti un imbecille che soffoca e con il mal di pancia: la contrazione muscolare è movimento, e noi trattiamo di arti del movimento.
6. Non si finisce mai di imparare
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Si… ma le cose nuove. Le cose vecchie magari uno le ha anche imparate. Solo che bisogna per forza dire che non va mai bene, si sa mai che possiate "raggiungere" il maestro che cosí non avrebbe piú il diritto di correggervi. Right: bisogna sempre cercare di migliorare e mai sentirsi arrivati. Ma se non va mai bene niente, cari e orgogliosi maestri, delle due sceglietene una: o avete un branco di allievi incompetenti oppure non siete dei bravi insegnanti, dato che chi studia con voi non impara mai niente.
7. Spacchiamoci la faccia
Oh, bisogna far sul serio! Qui si fa combattimento e difesa personale, quindi poche chiacchiere: caschetto, guantini e paradenti. E a fine allenamento le chiazze di sangue a terra e stanotte tanti soldini dalla fata dentina. E dolore ovunque: è cosí che fanno i veri duri. Certo… roba che se poi un cretino in mezzo alla strada decide, lui, di spaccarci la faccia ce le prendiamo perché siamo tutti rotti e stanchi. Come quel cuoco che, per servire il miglior piatto al suo re, lo assaggiava in continuazione e poi portó in tavola un piatto vuoto. Ma secondo voi, i "veri duri" che hanno fatto del combattimento il loro lavoro, in allenamento si devastano? Pacquiao si fa rompere le ossa, cosí poi non potrá andare a combattere per colpa dell´allenamento?