Amici, il post che segue non è adatto ai deboli di cuore, né di stomaco.
L´argomento di cui sto per parlare potrebbe offendere i palati piú fini e creare qualche problema anche a chi di voi si ritenga meno esigente.
Prendetelo per quello che è, non me ne vogliate.
Kung Fu Mamma: basta il nome, anzi il titolo, per capire che non finiremo bene… ma procediamo con ordine.
Come al solito cerco un filmetto per trascorrere la serata, aspettando che la digestione faccia il suo corso e che il sonno venga a bussare alla mia porta, quindi scorro i diversi titoli e tra i vari spunta questo "Kung Fu Mamma".
I segni che dovrebbero spingermi a proseguire nella ricerca ci sono: giá il connubio Kung Fu e Mamma nella stessa frase attiva il sistema di allarme della mia mente, ma nel dubbio di farmi scappare qualche rara perla del cinema tedesco decido di disattivare i sensori dell´allarme ed iniziare con la riproduzione del film.
Non sia mai che io sola debba subirmi questa produzione cinematografica! Eh no, avete deciso di leggere il post e ora tocca anche a voi vivere qualche minuto di agonia. E poi siete curiosi, lo so…
Allora, brevissima trama: ex agente dei servizi segreti tedeschi dopo aver catturato e spedito in galera un ricercato contrabbandiere di armi si ritrova a fare la mamma ai tre terribili e indisciplinati nipoti rimasti orfani. Tra un tentativo e l´altro di mandare avanti la famiglia rispunta il vecchio lavoro ed il vecchio nemico e la mamma agente segreto deve infiltrarsi nuovamente negli affari del contrabbandiere evaso e sventare i suoi crimini.
La prima cosa che mi viene da dire è come mai basta che ci siano due pugni ed un calcio per citare il Kung Fu? Mi sono già risposta nello scorso post sulla confusione che regna sovrana riguardo la nostra disciplina, ma non mi do pace ugualmente.
Di Kung Fu non c´é, ovviamente, neanche l´ombra.
In compenso è la sagra dei cliché.
Partiamo dai cattivi, se doveste scegliere la nazionalità di un cattivo da film, cosa scegliereste? Russi, esatto.
E la protagonista? Dite bionda e attraente? Perfetto.
Veniamo ai tre mocciosi: la più grande è la classica adolescente ribelle, ma compare solo tre o quattro volte nel corso del film; i due fratellini sono due tipetti carini ai quali qualche sculacciata non guasterebbe, invece l’unica cosa che riesce a fare la Kung Fu mamma è sorridere compiacente dopo aver visto che dormono come angioletti nella casetta in giardino davanti all’albero che hanno abbattuto con dell’esplosivo che le hanno rubato. Ah, l’albero ha distrutto una parte della casa. Reazione normale, no?
Ora non pretendo che la mamma agente segreto debba essere una tipa tosta e strafottente stile Milla Jovovich o Michelle Rodriguez in Resident Evil, sarebbe troppo bello, però questa Nina Wenzel, alias Claudia Hiersche, sta proprio a zero. Ogni ripresa nella quale c’è qualche colluttazione non si vede niente, nessuna tecnica, nemmeno accennata, solo tanti rallenty su gocce d’acqua che volano in giro, chicchi di caffè che cadono…
Tra le scene più insulse c’è quella dove la protagonista, Nina, sventa l’attacco di uno scagnozzo (russo) in casa sua con uno spazzolone per lavare i pavimenti, alla vista del quale l’avversario strabuzza gli occhi e soccombe. Oppure quella in cui il suo vicino di casa, nonché neo partner, va a cercarla preoccupato nel supermercato dove lei dice di lavorare e senza bisogno di password, riconoscimenti digitali o altro accede alla base dei servizi segreti semplicemente scendendo nei sotterranei con l’ascensore.
Ma se volete la chicca, la scena migliore, a mio avviso è quella in cui un collega della mamma Kung Fu fa cadere un orecchino/auricolare nella scollatura dell’agente e ravana per qualche minuto alla ricerca del dispositivo (o forse no?) davanti allo sguardo allupato dei colleghi e a quello incurante di lei, che per aiutarlo si sbottona completamente la camicetta.
Non aggiungo altro.
Se è il Kung Fu quello che cercavate, questo non è il post(o) giusto dove trovarlo!