Maestro. Certifichiamolo per farne un professionista

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Kung Fu PraticantiPost di Alessandro Cascio.

Il perno su cui ruota tutto il mondo delle arti marziali sono i Maestri (e ció che insegnano) e allora proviamo a soffermarci sui requisiti occorrenti per potersi fregiare di questo titolo.
Un praticante, per diventare un Maestro, dovrá acquisire un bagaglio tecnico, frutto di anni di allenamenti – piú o meno intensi – in cui si maturano abilitá significative nell´esecuzione degli schemi motori che appartengono al proprio stile, disciplina, sistema. Poi sará necessario sostenere un esame per dimostrare di aver assimilato un determinato programma e si verrá valutati da commissioni tecniche costituite ad hoc in seno a palestre, federazioni o enti di promozione sportive, riconosciute o meno dal CONI. Ognuno di questi organismi è un´associazione che stabilisce autonomamente i parametri occorrenti per qualificarsi come Maestri, e giá qui si avverte la prima discrasia, nel senso che appartenere ad una federazione o un´altra puó comportare differenze sintomatiche.

maestro kung fu pandaFin qui – peró – ci siamo occupati solamente di stabilire quali siano le "capacitá tecniche", che sono certamente un indicatore importante per "conquistare" la cintura nera, ma per diventare Allentore, Istruttore, Maestro e avviarsi alla docenza occorre altro perché un conto è saper eseguire un "calcio laterale" ed un altro è saperlo insegnare, non basta la "cintura nera".
E qui ravviso la seconda problematica perché sondare le "capacitá didattiche" di un potenziale insegnante di arti marziali o sport da combattimento non è semplice e – ancora una volta – ogni federazione/ente decide se farti frequentare un mini-corso di avviamento allo sport o istituisce qualunque altra iniziativa utile allo scopo ma questo – a mio giudizio – non garantisce sempre un risultato apprezzabile.

Ogni praticante che diviene insegnante, in definitiva, fará ricorso piú che tutto alle esperienze maturate sul campo (on the job) e proporrá delle lezioni grosso modo simili a quelle vissute per anni, compresi gli errori.
Tale metodologia puó presentare delle lacune, anche importanti, perché se nessuno ci ha mai spiegato, per esempio, i principi della biomeccanica, non possiamo certo inventarli. Qualcuno potrá obiettare che le arti marziali sono state tramandate per secoli sempre nello stesso modo ed io rispondo che nel frattempo la chinesiologia ha fatto passi da gigante e forse in allora neppure esisteva.

laurea maestroSe volessimo fare del Maestro di arti marziali una professione vera e propria, a mio avviso, dovremmo dotare i pretendenti di requisiti univoci che trascendano dai programmi o dai convincimenti o dalle politiche di enti e federazioni e lasciare questo gravoso compito a soggetti terzi neutrali e idonei allo scopo. Mi viene in mente l’UNI (Ente Italiano di Normazione) che giá dall´aprile 2011 ha emesso un consistente pacchetto di norme relativo alle cosiddette "professioni non regolamentate" (Legge n. 4/2013) in cui puó certamente rientrare anche la figura del Maestro di arti marziali. Si pensi che sono giá state normate professioni come l´insegnante di yoga o del naturopata o figure professionali afferenti al campo delle scienze motorie (chinesiologi), giusto per fare qualche esempio.

bersaglioUna Norma UNI non è altro che un documento che dice "come fare bene le cose" e nasce coinvolgendo tutte le parti economico/sociali interessate che possono partecipare alla sua elaborazione. L´iter si articola in diverse fasi: la messa allo studio, la stesura del documento, l´inchiesta pubblica, l´approvazione da parte della Commissione Centrale Tecnica e la pubblicazione. Una volta "sfornata" la norma chi vuole, senza alcun obbligo, puó fregiarsi del relativo titolo, a condizione, naturalmente, di possedere tutti i requisiti in essa contenuta, insomma una sorta di "bollino blu".

Kung Fu Life Cina scuola wushuGiocano un ruolo determinante, a questo punto, le Associazioni Professionali che possono rappresentare i professionisti certificati e sono regolamentate e vigilate dal Ministero dello Sviluppo Economico. Appartenere a questo tipo di sodalizi puó essere per il professionista un´opportunitá, perché essi hanno il potere di rappresentare i suoi interessi e di tutelare i consumatori (allievi).
Tale percorso potrebbe rappresentare una soluzione ai dubbi che il mercato puó avere sulle effettive competenze didattiche degli insegnanti (maestri) perché in assenza di una legge specifica che regolamenti il settore o dell´obbligo di possedere un titolo di studio (laurea in scienze motorie) questa soluzione rappresenterebbe un giusto ed interessante compromesso. Si andrebbero anche a sedare – probabilmente – buona parte delle polemiche o le critiche che spesso accompagnano la reputazione di taluni insegnanti, frenando cosí anche le pratiche commerciali scorrette (ai limiti della truffa) ed i messaggi qualificabili come pubblicitá ingannevole di cui l´ambiente è purtroppo pregno ed ancora una volta le associazioni professionali potrebbero svolgere, a questo scopo, un ruolo importante.

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Credo che le arti marziali meritino di conquistare una maggiore credibilitá e spero che questo mio convincimento sia un bisogno condiviso. Un obiettivo del genere si potrá conquistare solo avendo un concreto rispetto per il praticante (consumatore), dimostrando cioè totale trasparenza e integritá morale, a discapito di coloro che hanno strumentalizzato il misticismo di cui sono intrise le arti marziali per occultare le proprie lacune.
Post di Alessandro Cascio.

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