Gli anni 70 e gli anni 60, gli anni 80 e gli anni 50. Vi siete mai chiesti perché raggruppiamo in decadi questi lassi di tempo? Perché non gli anni 65-75 o 85-95? Ci sarà sicuramente minimo di convenzionalità in questo: come in molte cose, i numeri e la matematica sono strumenti dell’uomo per ordinare e comprendere meglio il mondo. Eppure questo non c’entra nulla con la questione: a prescindere da quali usiamo e quali intervalli di tempo ci piacciano, sembra proprio che abbiamo bisogno di queste decadi.
Esiste addirittura un programma televisivo basato su questo: «I migliori anni della nostra vita», condotto sulla Rai da Carlo Conti. Una gara tra decadi “annue”, in cui spesso sono ospitati artisti particolarmente significativi. Ognuno nella propria: è questa la cosa interessante.
«Stasera si sfideranno gli anni 80 contro gli anni 50! Ecco a voi Madonna contro Jerry Lee Lewis!»
Chi vincerà? Se mi passate la battutina allusiva, secondo me tifate tutti per gli anni 50… Il nome di Jerry Lee Lewis riporta alla mente, cari amici artisti marziali, personaggi le cui sfide hanno condotto una grandissima percentuale di noi ad incamminarci sulla via del guerriero. Madonna non potrà mai battere Lee.
Il passaggio da un’arte a un’altra viene adesso automatico, esattamente come lo sarà nel prossimo articolo della rubrica Colpi di Pensiero curata dal sottoscritto.
Le arti sono tali perché qualcosa le accomuna, ma non voglio trattare di questo. Dalla musica all’arte marziale: chi vincerà tra gli anni 50 e gli anni 80? Beh, è una domanda difficile: si può renderla più semplice cambiando decadi.
«Chi vincerà tra gli anni 60 e gli anni 90»? Bisogna anche noi trovare qualche campione. Anni 60, Stati Uniti: un giovane Bruce Lee (ma senza pianoforte, lui) approdò alla realtà marziale americana. Judo, Karate e JuJitsu, su stesso dire di Bruce, riempivano ovunque le palestre. Praticamente niente di cinese in giro. Per i praticanti americani, le loro erano arti del combattimento. Ma Lee intervenne e disse che il era «nuoto senza acqua». Secondo me, fu la prima grande critica di portata mondiale che un’arte marziale fece ad un’altra in termini di efficacia. Roba che noi siamo abituati, tra forum e il resto, ma allora fu rivoluzionario. Gli chiesero di far vedere allora come ci si tuffava per davvero in acqua, e potete trovare adesso su Youtube i vecchi filmati di Bruce che fa Chi Sao con Kimura o Ted Wong, che mostra come si combatte con le protezioni, che racconta come l’arte debba essere semplice.
Tutto questo genera la diffusione delle idee di Lee. Acquisisce sempre più allievi durante un percorso che comincia dal Wing Chun, vira sul Jun Fan Gong Fu e arriva dritto al Jeet Kune Do.
Il nostro campione degli anni 60 è lui. Dall’altra parte, per gli anni 90, potremmo mettere la diffusione della Muay Thai, dell’ MMA, del Krav Maga, Ebmas, etc.
Tuttavia, adesso non mi preoccupa molto la solita sfida tra Hulk e Superman: lasciamo tutto a Carlo Conti. Quel che fa riflettere è che la sfida si basa necessariamente sulla differenza che le decadi portano l’una rispetto all’altra. E questo a causa del cambiamento delle cose immerse nel tempo. Jerry Lee e il suo rock’n’roll avrebbero incontrato Hendrix, i Beatles, i Rolling Stones. Qualcuno oggi sostiene che Bruce Lee sia il vero padre dell’ MMA, di sicuro del JKD original e del diversissimo JKD concepts. Possiamo pensare alle sfide perché sono tutte cose diverse. La diversità si è giocata tutta allora sul cambiamento.
Lee 1 e 2, Hendrix, Beatles…innovatori.
Per la mia opinione e per una disamina ben più approfondita della questione vi rimando al già citato prossimo numero di Kung Fu Life.
E voi, che pensate?
Innovazione: che cosa può voler dire questo parola se pronunciata nel contesto marziale?