Un mio caro amico, maestro di Kung Fu Shaolin, Qixing Tanglangquan, Sanda, con esperienza nella boxe e nel campo della difesa personale, mi diceva che se dovesse ripartire da zero a ricostruirsi un corso di Kung Fu lo chiamerebbe semplicemente “Corso di Kung Fu“, senza cioé specificare quale siano gli stili insegnati perché insegnerebbe “tutto”, ossia forme tradizionali, Sanda, difesa personale, specificando di volta in volta radici, stile e principi dell&qcute;elemento che tratta, ma senza chiudere il corso entro i confini definiti del nome dello stile.
Nell´universo Kung Fu lo stile è una stella polare. Se per i non addetti ai lavori il termine “Kung Fu” rappresenta un´arte marziale, forse quella di Bruce Lee, per gli esperti del settore il nome della disciplina non è sufficiente e deve essere accompagnato da quello dello stile praticato. Perch` praticare Shaolin è diverso dal fare Hung Gar o Choy Lay Fut, studiare uno stile interno è ben diverso da studiarne uno esterno, con tutte le contrapposizioni, dispute e diverbi del caso.
Ma queste differenze di stile sono davvero diversità tra “tipi di Kung Fu”? Le distanze riguardano principi, filosofia, fondamenti o sono relative a modalità tecniche di combattimento?
In pratica, se ad esempio studio lo Shaolin i concetti di energia, respiro, equilibrio, allenamento, posizioni, pugni, calci, proiezioni, leve articolari, anatomia, etc. sono così diversi da quelli studiati da chi pratica Hung Gar?
Sinceramente non credo.
Se dopo anni di studio del Tai Chi, magari dopo aver conseguito la cintura nera, inizio a praticare Bajiquan devo ricominciare da zero, come se non avessi mai fatto una ma bu in vita mia oppure posso “riciclare” qualche nozione tecnica e filosofica?
È come chiedersi se un pugile professionista che inizia a praticare Thai Boxe debba re-imparare a tirare i pugni.
Allora forse il Kung Fu è Kung Fu e quando lo studia ci si specializza su uno o più stili, ma non è sbagliato inserire in un corso anche qualche elemento di combattimento sportivo, di difesa personale, qualche escursione in stili diversi da quello principe; anzi forse è un passaggio obbligato se si desidera completarsi come artisti marziali e non si vuole rischiare di rinchiudersi nella gabbia d’oro della propria zona di comfort.
Forse bisogna ricordarsi che il Kung Fu è una disciplina per il cui apprendimento completo non è sufficiente una vita, per cui recintare la propria cultura tra i confini dello stile è significa ridurre le già possibilità di evoluzione limitandosi a praticarne uno solo di stile, quello della gabbia.