Evoluzione significa allontanarsi, in modo più o meno consistente, da ciò che è assodato alla ricerca di elementi nuovi che soddisfino nuove esigenze. Il genere umano è progredito nell’adattamento all’ambiente che cambiava. La modifica del contesto ha creato nuove esigenze che, a loro volta, hanno determinato il cambiamento di chi in quell’ambiente ci viveva.
Nel Kung Fu, ma in generale si può affermare nelle arti marziali tutte, è stato lo stesso. La ricerca di nuove abilità al combattimento in relazione con un ambiente che variava al crescere dell’abilità dei vari esponenti ha determinato l’ideazione di nuovi stili. Pensiamo a tutti gli stili imitativi nati dall’osservazione del mondo animale da parte di esperti praticanti marziali spinti dal desiderio di trovare o scoprire nuove tecniche e nuove metodologie di combattimento.
Nasce così, ad esempio, il Tang Lang, il famoso stile della mantide religiosa, che poi si è ulteriormente evoluto in diversi sotto-stili dello stile.
Oggi, il tang lang, come altri stili nati in questo modo sono studiati come stili tradizionali. La novità del passato è consuetudine nel presente.
Tuttavia, in fase embrionale e poi sperimentale, sicuramente tali stili non potevano certo essere considerati tradizionali. C’è stato qualcuno che ha preso qualche distanza dalla tradizione e ha ideato qualcosa di nuovo che poi è stato accettato ed è divenuto consuetudine, tradizione.
Mi chiedo allora perchè al giorno d’oggi l’evoluzione fa specie. Perchè la ricerca di nuovi sistemi di combattimento fa gridare al sacrilegio perchè no si seguono letteralmente i dogmi antichi? Perchè molti insegnanti, praticanti ed esponenti di diversi stili o sistemi definiscono un errore non seguire le linee tradizionali e cercare delle variazioni a ciò che è scritto?
Il 99% delle persone che pratica arti marziali di radice cinese lo fa grazie alla figura di Bruce Lee, che ha rappresentato lo stravolgimento della tradizione. Quante persone praticano arti marziali cinesi perchè Bruce Lee è uscito dagli schemi?
E quante persone giustificano l’utilità di una tecnica con la frase “Bruce Lee faceva così“? Ma se Bruce avesse detto “si fa così perchè il mio maestro e gli anziani maestri fanno così” quelle stesse persone non conoscerebbero il Jeet Kune Do.
Sicuramente spostare dei punti fissi fa sorgere il timore di squlibri, ma evoluzione significa adattarsi all’ambiente che cambia e trovare nuovi equilibri.

3 risposte
Lo spirito del post del nostro caporedattore Cristian Gosti è esattamente quello che permea le righe del mio breve racconto “Un vecchio racconto moderno”, che potete ritrovare qui:
http://www.kungfulife.net/blog/un-vecchio-racconto-moderno/
MB
L’eterna domanda “il mio kung fu e’ buono?” può essere un buon incentivo al cambiamento. Certo e’ che se vogliamo confrontare i vari stili verrebbero per molti buttati al vento anni di praticave di credibilità verso i propri allievi e/o amici.
Lo stravolgere uno stilerò modificarlo secondo me ha senso quando ci si pone la sopraccitata domanda.
Se vuoi combattere non puoi fermarti devi evolvere, devi essere il migliore dei migliori.
Se vuoi dimostrare bravura atletica o confronto di stili imitativi allora e’ diverso. Puoi permetterti di imitare una gru senza paura di venir attaccato da una tigre, tanto viene giudicato solo il tuo movimento imitativo in un contesto sportivo e di gara.
Ma la stessa gru chiusa in una abbia contro una tigre, avrebbe bisogno di qualcosa in piu di movimenti belli da guardare. Spero di aver espresso la mia idea in maniera chiara……P.s. La gru e la tigre sono 2 animali presi ad es. per chiarire il concetto.
Sono d’accordo, il punto centrale resta sempre la domanda che uno si fa.
1) che intendo con “evolvere” ?
2) cosa voglio dal kung fu ?
Se alla 1 si risponde qualcosa come “mettere del proprio, cambiare uno stile secondo proprie necessità”, la domanda focale diventa la 2. Quindi sono perfettamente con Alex: se alla 2 rispondo “voglio uno studio della antica tradizione cinese”, “evolvere” vorrà paradossalmente dire “non cambiare”, perchè si dovrà appunto preservarla. Ma se alla 2 rispondo “voglio una abilità marziale intesa come combattimento senza regole e difesa personale”, “evolvere” dovrà necessariamente dire adattarsi, come dice Cristian Gosti. Perchè allora sarà l’individuo a fare la differenza, non lo stile imitativo o no che sia. Quindi lo si deve lasciare esprimere, e se un Maestro arriva ad un certo livello potrà benissimo permettersi di modificare lo stile: tanto se la sua domanda 2 è quella sulla difesa/combattimento, nel momento in cui egli sarà un combattente abile ed efficace non ci sarà nulla da rimproverargli, perchè la prova del 9 dell’efficacia è superata.
I confini tra le risposte sono sempre evanescenti e confusi, ma è importante sapere cosa tu stesso vedi nel tuo kung fu. Se vuoi vederci tutto, non vedrai nulla: per esserci percezione c’è bisogno di uno sfondo che risalti ciò che per te è in primo piano.
L’arte cinese può evolvere e non cristallizzarsi, tenere dietro a sistemi come Krav Maga, Systema, JKD, Keysi, MMA per la DP: prendiamoli sul serio e diciamo la nostra, invece di snobbarli credendo noi “orientalisti” di essere gli intellettuali del combattimento, depositari di una tradizione che gli altri non avrebbero.