Leader, Maestro, Capo. Se entriamo in un kwoon i tre termini sembrano sinonimi e da un certo punto di vista lo sono, tuttavia identificano tre modi diversi di trasferire l´arte marziale.
Il Maestro è il "capo" del corso e probabilmente è identificato come il leader dagli allievi, durante le ore di lezione e da qualche studente anche fuori dal tatami.
Il Maestro è colui che ha le risposte in un ambito, quello del Kung Fu, che spesso abbraccia tematiche che si intersecano con la quotidianitá e l´arte diventa strumento di crescita non solo tecnico-marziale, ma anche personale e spirituale (non in senso religioso). La persona che detta i tempi degli esercizi e ne corregge l´esecuzione indossa in molti casi gli abiti del "consigliere di vita", a volte quasi involontariamente, a volte consapevolmente e a volte anche come gratificazione personale.
L´insegnante dirige il corso e puó farlo in tre modi diversi: come Maestro, leader o capo. Non è una scelta… piuttosto è un riflesso della personalitá.
Le tre vie sono profondamente differenti. "Profondamente", perché le diversitá stanno sotto la superficie, in profonditá e per scovarle occorre riconoscerle.
Il capo comanda, il maestro insegna, il leader guida
È la differenza piú grande e caratterizza la tipologia di lezione.
Il capo impartisce gli ordini. Ha il compito di "governare" gli allievi attraverso una serie di regole ed istruzioni che devono essere seguite fedelmente. Si fa ció che l´insegnante dice, perché lui detiene la conoscenza e sa come si impara l´arte.
Il maestro traccia la via. L´ha percorsa prima degli allievi quando lui stesso era allievo ed è in grado di instradare gli studenti lungo il percorso di crescita. È abile a dipanare i dubbi degli allievi con risposte convincenti, perché sa come si insegna l´arte.
I leader guida il gruppo. "Leader" deriva dal verbo "to lead", ossia, appunto, "guidare". Il leader traccia la via e la percorre assieme ai suoi allievi. Stabilisce le regole, ma è in grado di modificarle se non dovessero rivelarsi utili all´evoluzione degli studenti;, perché sa come si trasferisce l´arte.
Il capo trattiene, il maestro libera, il leader accompagna
Chi comanda una truppa non ama l´idea che si riducano i ranghi. Un capo si sente tale se "sotto di se" ha un nutrito numero di persone. È piú gratificante essere il capo di una folla piuttosto che di poche di persone. Il capo ha bisogno dei suoi sottoposti e pertanto non accetta di perderli o di vederli allontanare.
Il maestro fornisce le ali a coloro che incoraggerá a volare. La gratificazione di un maestro risiede nell´evoluzione dei suoi allievi e lui sa che prima o poi quest´ultimi potrebbero spiccare il volo lontano, ma è anche certo che non sará mai scordato, perché ha contribuito a quel volo.
Il leader non si pone il problema dell´allontanamento. Il leader è tale perché le persone decidono di seguirlo. Non è una figura imposta, ma scelta. Fidelizza gli allievi con la sua personalitá, la sua filosofia e soprattutto con la sua attitudine alle relazione umane (abbiamo giá parlato dell´importanza delle relazioni umane nelle arti marziali in questo post). Il leader è seguito perché gli studenti si rispecchiano nei suoi principi.
Il capo è sopra, il maestro è accanto, il leader è in mezzo
Chi comanda, spesso, tende a mettere distanza tra sé e i sottoposti nella convinzione che la troppa confidenza possa minare l´autoritá. Il capo si affeziona alla gerarchia e si pone un gradino sopra il gruppo, giustificando la scelta come necessaria per l´insegnamento ed utile alla disciplina degli allievi.
Il maestro siede accanto all´allievo. Praticamente tutte le foto "tradizionali" ritraggono il maestro seduto con accanto l´allievo in piedi. Una rappresentazione sintomatica della filosofia: il maestro ha percorso la strada dell´apprendimento e ha meritato la sedia; puo´ quindi passare la palla allo studente, impegnato a seguirne le orme e un giorno su quella sedia potrá riposarsi anche lui, quando diventerá maestro.
Il leader è parte del gruppo. Non occupa una posizione privilegiata, tuttavia si distingue in maniera naturale. È il gruppo che tende a distinguerlo e a riconoscendogli un ruolo di primo piano. Da parte sua il leader coinvolge il gruppo nelle decisioni contribuendo alla coesione dello stesso.
Il capo è temuto, il maestro è rispettato, il leader è amato
Chi occupa la posizione del capo ha potere decisionale e puó condizionare l´esistenza dei suoi sottoposti. Ho conosciuto kungfuisti costretti a studiare lo stile che l´insegnante aveva deciso essere adatto a loro invece che lo stile che desideravano imparare. Ma non c´era scelta. Cosí era stato deciso e non si poteva neanche accennare ad un dissenso.
La figura del maestro fa rima con rispetto. Il rispetto per il maestro è la prima lezione che impara lo studente. È un mantra che molto spesso l´allievo stesso è fiero di recitare.
Il leader, figura di spicco di un gruppo di cui è parte integrante, gode della stima e dell´affetto delle persone che, quasi istintivamente, scelgono di farsi guidare e che in modo naturale ci si affezionano.
[tweetthis display_mode=”box” hidden_hashtags=”#leader #maestro #arte #boss”]Leader, Maestro o capo. Tre modi di trasferire l´arte[/tweetthis]
Capo, maestro e leader sono tre modi di trasferire l´arte, ma non sono mutualmente esclusivi. Le tre figure possono convivere nello stesso insegnante, che a volte assume le sembianze di un capo, a volte compie gesti da antico maestro e altre volte si comporta da leader.
Credo, tuttavia, esista un gene dominante che caratterizza il metodo di insegnamento con uno dei tre tratti e renda riconoscibile il maestro, il capo o il leader.
Che insegnante sei o hai?