Le Harley Davidson ed il Kung Fu

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moto Kung FuIo adoro le moto, e da un po´ di tempo stavo pensando di sostituire la mia Suzuki Bandit 600 e prendere quella che per me è la moto per eccellenza: una Harley Davidson. Acquisto, devo dire, che si sta rivelando molto tormentato per una serie di ragioni. Una delle piú evidenti, immaginerete, è la spesa: nel mondo degli harleysti proprio non ti regalano niente. Eppure, la ragione principale del mio tormento non è questa: ha invece a che fare con alcuni aspetti che mi hanno fatto riflettere molto in merito al Kung Fu.

Monaci ShaolinPer spiegarmi, ho bisogno di una piccola digressione. Le Harley Davidson sono motociclette che hanno costruito negli anni un´immagine del tutto diversa e particolare delle due ruote. L´estimatore di questo genere di mezzi non è tanto un cultore della velocitá, dei moto GP o delle acrobazie delle moto da cross. L´harleysta non si definisce nemmeno, non del tutto, un motociclista: è un biker. La sua moto non punta a rompere il muro del suono, né a lasciargli toccare l’asfalto con le ginocchia. No, il biker vuole una strada lunga e dritta come la Route 66 americana, un paesaggio mozzafiato che riecheggia il Texas o l´Arizona, un rombo quasi da trattore che macina chilometri alla velocità massima di 100 – 120 km/h. Del resto, a 300 km/h non ci si gode granché il contesto.

Il cultore della Harley Davidson è insomma un estimatore di una filosofia di vita, più che di una moto. Il veicolo è infatti l’incarnazione meccanica del sogno americano, la libertà sconfinata e il vento tra i capelli a là Easy Rider. Per questa ragione come la Harley Davidson c’è solo la Harley Davidson: la casa americana delle moto del sogno americano. Una moto d’epoca che ha fatto epoca: i cowboy galoppavano liberi verso il tramonto con i cavalli, i bikers vi conducono i loro cavalli meccanici borbottanti. La parola centrale è: d’epoca.

Harley DavidsonBene, quando un mezzo è d’epoca è vintage. Una Porsche del ´69 o un Volkswagen Maggiolino degli anni 70, una Gibson Les Paul del ´58: che siano moto, auto o chitarre si tratta sempre di oggetti di altissimo valore perché recano un po’ dello spirito del loro tempo. Per questo, a volte, sono costosissimi. Più son conformi allo spirito di quei tempi, più sono di valore. Ed infatti sono refrattari alla tecnologia. Se prendete un Maggiolino degli anni 70 e ci impiantate sopra la tecnologia di un’auto di ultima generazione, potreste far decrescere di molto il suo valore.

jackie chan biciQuando si tratta di mezzi di trasporto, la tecnologia è un parametro importantissimo. Per questa ragione dal 2007 anche la storica Harley Davidson ha dovuto cedere all’uso del motore ad iniezione, che è andato a sostituire il vecchio motore a carburazione. Prestazioni migliori, minori consumi e più comfort, oltre che meno inquinamento (la ragione più importante di questa innovazione). Il problema è che la moto adesso non borbotta più come un trattore, come quelle di una volta… e quindi, giustamente, il vero biker insorge contro mamma Harley: ma come, noi siamo una famiglia, lo specchio di un tempo, una filosofia di vita del passato… e tu mi cedi al futuro? E quindi eccomi qui al mio bivio: io, aspirante pilota di una Harley, per quale dei due tipi di moto dovrò optare? Le Harley nuove sono molto più confortevoli, ma il purista storce il naso e mi dice chiaramente che se voglio una Harley vera devo prenderla a carburazione: l’Harley Davidson vera è così.

motoÈ qui che mi saltano in mente le arti marziali. Ma se il purista ha ragione, allora, il Kung Fu "vero" è quello tradizionale? Il meno influenzato dai cambiamenti del tempo, quello che è identico a come era centinaia di anni fa in Cina? Non c’è dubbio che il purista mi direbbe di si. Ma che cosa significa, in realtà, vero? Se "vera" pretendiamo la sua sostanza, allora il Kung Fu tradizionale e le Harley Davidson pre-2007 sono veri entrambi. Le Harley post-2007 e i sistemi "sperimentali" come il Jeet Kune Do, l’EBMAS o l’IMS sono tutti "falsi". Se invece vogliamo "vera" la sua funzione, le cose cambiano.

jeet kune do disegnoLa dicotomia sostanza vs funzione è un lascito del filosofo neokantiano Ernst Cassirer (cfr. Cassirer 1910). Con <<sostanza>>, egli vuole intendere come qualcosa è fatto strutturalmente. Ad esempio una Harley Davidson ha il manubrio alto, gli scarichi bassi, la sella ribassata, le pedane avanzate. Nel caso del Kung Fu, la sostanza è come uno stile è fatto: il programma, le forme, le applicazioni, le armi, i principi di stile. Con <<funzione>>, invece, intendiamo qual è lo scopo che l’oggetto in questione si propone di conoscere, ovvero il suo essere-in funzione-di- (per Cassirer: la sua funzione all’interno di un sistema ordinato di relazioni e non di cose). La funzione, lo scopo dell’Harley Davidson, come dicevo prima, è quella di far rivivere sulla pelle una filosofia di vita libera, da cowboy moderni. Lo scopo principale del Kung Fu tradizionale in quanto arte marziale è imparare a non farsi picchiare, o almeno così ci dicono in molti.

È proprio qui che le cose divergono! Che una Harley nuova perda un pezzo di "vera" essenza quando gli smontano un carburatore ci può stare: se voglio un oggetto d’epoca dovrò cercarlo con le caratteristiche di quell’epoca. Ma se andate da un harleysta e gli proponete di fare una gara su un rettilineo contro di voi, in sella alla vostra Yamaha R1 capace di sfiorare i 300 km/h, vi dirà che sa perfettamente che perderà. Perché egli sa di essersi voluto fermare alla tecnologia d’epoca, e quindi obsoleta, della sua moto. Eppure non gliene frega nulla: il suo scopo in sella non è correre. Se invece voi andate con il vostro Jeet Kune Do a dire ad un purista che la vostra tecnologia auto-difensiva è superiore alla sua perché lui è fermo a qualche secolo fa, si risentirà e vi dirà che invece è il suo Kung Fu ad essere "vero&qupt; perché è quello dei padri. Ed è il più efficace.

Cosa voglio suggerire? Semplicemente che bisogna aver chiare sostanza e funzione di un oggetto. Il Kung Fu tradizionale non è tecnologicamente all’altezza di discipline che hanno potuto attingere dall’insegnamento degli sport da combattimento e beneficiare del confronto che la globalizzazione mediatica ha reso possibile annullando letteralmente le distanze tra le persone. Per vedere come combatte un praticante di Muay Thai basta andare su Youtube. Una volta dovevate essere stati in Thailandia. Se il vostro scopo è difendervi, lo raggiungerete meglio se studierete discipline che progrediscono, che guardano avanti e non indietro.

Se invece il vostro scopo è conoscere un sistema di combattimento "d’epoca", allora è proprio il Kung Fu tradizionale che state cercando. Certo, poi non dovrete però chiedere alla vostra Harley "Kung Fu" Davidson di tenere testa ad una Yamaha "Jeet Kune Do" R1. Se è vero che una chitarra d’epoca spesso suona meglio di una moderna, nelle arti marziali e nelle motociclette purtroppo non è così: il progresso esiste e bisogna rendersene conto.

BIBLIOGRAFIA MINIMA:
Ernst Cassirer, Sostanza e funzione. Ricerche sui problemi fondamentali della critica della conoscenza, Edizioni La Nuova Italia, Venezia 1999.

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