Le donne e la difesa personale

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Durante le interviste realizzate dalla redazione al Festival dell’Oriente una delle domande ricorrenti è stata <<Col sistema che pratichi / insegni anche una donna può imparare a difendersi da una persona fisicamente più forte?>>.
Le risposte sono state nella maggior parte dei casì un “certamente si” … con un’eccezione arrivata da Giovambattista Scavo, che ha precisato che “ci sono le potenzialità” se la donna è molto allenata e dotata di abilità, ma <<Non è lo standard…>>. Se ad esempio l’aggressore oltre ad essere più forte della donna aggredita è anche più preparato la situazione si complica non poco … ma questo vale anche per gli uomini.

Difesa personale e donne è un binomio che sembra essere di amore e odio.
Quasi la totalità delle pubblicità di corsi di difesa personale fa riferimento alle donne, con addirittura corsi specifici per il “sesso debole”; inoltre, su giornali e televisioni quasi quotidianamente fanno capolino notizie di aggressioni e tentati stupri ai danni di donne di qualunque età. Tuttavia le palestre registrano una grande maggioranza di presenza maschile.
Sicuramente nell’immaginario collettivo il mondo marziale è ancora un mondo maschile e ancora di più se si rientra nei confini del combattimento senza regole, ma credo sia evidente come per una donna sia utile acquisire la capacità di difendersi in caso di aggressione fisica.
Mi è capitato spesso di parlare con ragazze convinte dell’importanza dello studio della difesa personale, ma la maggior parte di loro non ha intrapreso tale percorso, spesso preferendo discipline “più femminili”.
A volte è successo che la decisione di iscriversi ad un corso di self defence sia arrivata dopo il verificarsi di una situazione di pericolo, quasi come rimedio al rammarico di non aver saputo come agire nel momento di necessità.
Ritengo che “l’assenteismo femminile” sia dovuto anche alla falsa convinzione opposta; cioè molte persone credono che in caso di aggressione possano scampare il pericolo in modo relativamente semplice. Ho personalmente sentito una ragazza abbastanza esile e senza alcuna esperienza marziale dire la frase <<Se mi aggrediscono … fino a tre persone me le gestisco!>>.

yim wing chun

Sono inoltre convinto che “l’arte marziale sia donna”. Le signore risultano molto portate per le arti marziali. Essendo (nel 90% dei casi) meno rigide e più fluide degli uomini … hanno un equilibrio yin yang decisamente più centrato rispetto ai maschi, che invece puntano sulla forza fisica e muscolare e hanno bisogno di più tempo per automatizzare quelle tecniche che invece sfruttano l’energia che scorre proprio grazie alla fluidità.
A livello tecnico si può imparare molto da una donna esperta nella difesa personale. È uno dei motivi per i quali non condivido l’idea di corsi di difesa personale per sole donne, oltre al fatto che un’aggressione ad una donna è fatta praticamente sempre da un uomo, quindi perchè non far allenare le donne con gli uomini?

Infine, è quasi scontato ricordare che il wing chun, disciplina considerata tra le più efficaci in ambito reale, è stato ideato da una donna…

Una risposta

  1. Concordo: allenarsi con un gruppo di soli maschi – o quantomeno in maggioranza – è MOLTO vantaggioso per una donna.
    (Tra l’altro, invito tutti i compagni di sparring maschili a non trattenersi quando si trovano in coppia con una donna: se è lì e non a fare un corso di uncinetto, vuol dire che ci tiene a quello che fa e vuole farlo bene.)

    Tuttavia, non credo che “l’arte marziale sia donna”, ma asessuata. E’ il potenziale inespresso che stupisce perchè “culturalmente” (?) fuori dagli schemi.

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