Diciamo la veritá saltare la corda non c´entra niente con il Kung Fu, è un gesto che appartiene storicamente alla nobile arte del pugilato e trasferita all´immaginario collettivo dalle imprese cinematografiche dello stallone italiano Rocky Balboa – con una tecnica molto grezza a dir la veritá – e grandissimi atleti come Muhammad Ali o Iron Mike Tyson e piú recentemente il ricco e spocchiosissimo Floyd "Money" Mayweather jr, che nella loro vita avranno speso migliaia di ore a saltare la corda. Il gesto inteso non solo come riscaldamento preliminare ma vero e proprio workout propedeutico è di fatto da diversi decenni di proprietá di tutti coloro che fanno sport da combattimento per migliorare e far proprio il famoso foot work e di conseguenza anche di chi pratica Sanda e semi-Sanda.
Oggi in Kung Fu Gym vedremo una delle molteplici evoluzioni del salto della corda, una variante che peró non ha niente a che vedere con il combattimento, ma solamente con i benefici condizionanti ed allenanti del salto della corda stesso.
Come si fa, o almeno si prova a fare, il salto della corda doppia
Innanzitutto dobbiamo essere dei buoni saltatori nella versione classica su entrambi i piedi, in questo caso fare molti numeri come salti su un piede singolo, skip, transizioni laterali o corsa, serve fino ad un certo punto: piú che la confidenza con la corda, sicuramente utile, conta il ritmo a cui siamo abituati a farla.
Poi la corda. Deve essere leggera, leggera, leggera. Inutile prendere quella con i cuscinetti se poi la maniglie sono in metallo e la corda in cuoio. Quelle in plastica sono economiche, ultraleggere, comode, visto che diventano piccolissime nello sacca della palestra (attenzione a come si ripongono perché con l’usura assumono forme strane e non lineari) ma soprattutto sono velocissime. Ricordiamoci che per ottenere una rotazione doppia efficace è meglio impugnarle giusto con tre dita (pollice, indice, medio) e per metà solamente, inoltre è bene lavorare esclusivamente di avambracci.
Dimentichiamo il ritmo costante e cadenzato tipico del salto della corda classico, il salto doppio è nevrotico ed è una corsa contro il tempo per ogni singolo salto e non può essere protratto per decine di minuti come quello normale.
Una volta entrati in quest’ottica di "frenesia" concentriamoci sui polsi: il nostro motorino deve girare a velocità massima e continua altrimenti inciamperemo sempre.
Infine il salto. Abbandoniamo quello accennato, basso e mediamente veloce a cui siamo abituati e concentriamoci sull’altezza. Dobbiamo saltare in alto, molto, ma senza piegare troppo le ginocchia però: quindi recluteremo ancora maggiormente il polpaccio per raggiungere questo obiettivo.
Dovremo avere un Qi grande come un monaco Shaolin. Coordinazione, propriocezione, equilibrio, sono le doti che svilupperemo con l’allenamento ma dovremo dimostrare costanza e pazienza nel tempo, perché sbaglieremo molto prima di effettuare salti doppi anche solo per 15 secondi consecutivi. Trovare il timing giusto resettando quello a cui siamo abituati non è affatto semplice, così come coordinare la maggior velocità espressa dalle rotazioni del polso ed il salto 2.0 necessario per avere il tempo di permettere alla corda un doppio passaggio.
Valutate quindi attentamente se volete cimentarvi in questa avventura a tratti snervante, sono sincero: pesteremo la corda e ci finirà sulla tibie centinaia e centinaia di volte, fidatevi, ammetto sportivamente di avere avuto momenti bui e poco kungfuici nel quale ho tirato improperi indicibili e scagliato la corda con violenza per terra decine di volte prima di ottenere risultati apprezzabili, per poi ripeterli nuovamente se non la si pratica con la dovuta regolarità.