La strana storiella del pittore pazzo

camicia di forza

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camicia di forzaC´era una volta un artista matto che coi pennelli faceva di tutto.
Ma non di tutto perché era vario:
di tutto solo perché contrario
a usare colori, tratti e soggetti giá ridipinti nei quadri di tutti.
Un giorno arrivarono nella bottega, tre altri pittori di un´altra lega,
la "Lega pittori allievi di Tizio",
veniva e accusava il nostro del vizio
di <<fare da solo e senza maestri,
in particolare senza quelli nostri>>.

La strano storiella del pittore pazzo<<Come ti permetti a usare uno sfondo che non usa già un altro nel mondo,
e tu come osi cercare dei tratti
che un grande maestro non abbia già fatti?>>
Perplesso e confuso, non sapendo che dire,
l’artista profuse e iniziò a bisbigliare:
<<Lavoro da solo, in questa bottega, dipingo sol quando qualcosa colpisce
i miei occhi che forse, si, son senza colori. Ma questi mi trovo, con questi dipingo>>.
<<Sciocchezze, fandonie!>> disse uno dei tre,
alzandosi in piedi e roteando su sé:
<<Non è con la vista che si fan i quadri,
c’è solo una pista per non far soqquadri!
Si tratta di studio a usare le mani munite di attrezzi e color che lontani
han avuto inizio, per virtù di qualcuno,
e non tu, qui, per vizio, che non sei nessuno>>.

cappellaio matto<<Lo so cosa dici, conosco i maestri>>, rispose il folle pittore, pazzo davvero,
<<Io per molto tempo li ho seguiti, studiato ciò che mi sembrava geniale.
Però a un certo punto volevo guardare e non solo vedere, sapere dai miei occhi,
magari dirmi qualcosa che già non c’era e di cui forse avevo bisogno>>.
<<Non solo sei folle e dal tratto scadente!
Sei anche saccente e pure ignorante,
non sai che al testo si confà, ora, la rima baciata iniziata prima>>.

La strana storia del pittore pazzo<<La rima baciata fu una gran cosa, dal Dolce Stil Novo ai poemi di Rosa.
Il buon Salvator, e non parlo di Cristo,
ma di quell’artista che chiese, con animo tristo
chi fosse colei che avea lì davanti,
colei che rapisce gli uomini, e in tanti.
Seguì la risposta e vien data in rima,
la stessa che tu vuoi da me, prima:

quella son io che rapida mi volgo
là dove alberga la dottrina e ‘l senno
e ch’i vizzii d’ognun mordo e divolgo;
quella son io ch’ogni difetto accenno
de l’alme eccelse e con bilancia uguale
ogni piccolo error peso e condenno […]
quella che già fu dea, quella ch’il tutto
ha soggetto ai suoi piedi: io son l’ Invidia>>.

I tre si guardaron e dissero al matto:
<<Le rime tu un poco conosci di fatto,
e quindi saprai un po’ anche pittare,
ma ancora non basta: è da rivedere.
Se tu vieni quindi nella nostra Lega,
vedrai che non solo non chiudi bottega,
ma artista diventi, di virtù e non di vizio:
artista per vero, allievo di Tizio>>.
<<Le rime e i disegni ho a lungo guardato, hai visto anche tu che un poco ho rimato.
Ma ora non voglio in prestito gli occhi di qualche maestro o di qualche collega.
Desidero dipingere quello che vedo, anche se so già che non vi piacerà
perché non ho stile eppure mi ispiro, e se tocco voi so che mi cercherete
di nuovo per dirmi che è roba vostra, che se voglio farla vi devo un dazio,
fosse anche solo l’affermazione che gli esperti siete voi, e non tanto io>>.

batman jack nicholsonSi alzarono i tre, di nuovo seduti, e urlarono molto, perché contrariati:
<<Se queste son le ultime tue parole, guardati le spalle, le gambe e le sole.
Ché presunzion che non abbia giustizia,
di rado ci fù, e farà notizia
ché tutti diranno che il pittore pazzo
ha perso un buon treno, per un andazzo
un po’ suo, che però non resta
perché a quel pittore teoria non basta
e solo la Lega, la Lega di Tizio,
può dire se tu vali in più qualche dazio>>.

quadro scheletro<<Correrò il rischio, l’assenza di rime e di tratti congiunti coi gruppi del mondo.
Ché tanto davanti al mio quadro, nella mia bottega, alla sera son solo,
non c’è nessuno per cui val la pena chiudere gli occhi e pittare un quadro
che come le rime è stato già scritto.
Va bene così, farò più attenzione a non incrociarvi, allievi di Tizio.
Per ora saluto con la buona forma,
col vostro linguaggio che cerca la norma,
salute a voi, distinti colleghi,
però ora, ahinoi, che non mi si pieghi>>.

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