Alzo subito le mani di fronte ai puristi del Kung Fu: nessuna provocazione, per questa volta, ma un semplice paragone fra un esercizio e la posizione piú rappresentativa della tradizione della nostra arte marziale.
La posizioni da assumere appaiono infatti vagamente simili, è dunque palese che non stiamo parlando di un confronto basato su aspetti propriamente marziali e tecnici e neanche sulla tipologia dei distretti muscolari coinvolti nell´esecuzione di entrambe: ció che hanno veramente in comune è il Qi che bisogna possedere per saperle mantenere il piú a lungo possibile.
Una volta appresa la tecnica, elementare nel caso della sedia mentre piú complessa nell´altro caso, si verifica ció che capita nelle esecuzioni isometriche dove il vero e proprio limite non è prettamente muscolare – mi riferisco al cedimento di energie fisiche – quanto quello che la nostra testa impone. La resistenza piú che fisica è tutta nella nostra mente, soprattutto in quegli interminabili ultimi secondi di esecuzione, quegli istanti quando i muscoli tremano, l´acido lattico ci pietrifica le fasce muscolari, a volte sentiamo l´insorgere di crampi e il desiderio di desistere si insinua gradatamente ma prepotentemente nei nostri pensieri.
Qui si distingue l’amante del fitness da chi pratica un’arte marziale, nella capacità di fare la differenza in una situazione analoga a questa.
In questo caso l’esercizio della sedia ci da una grossa mano poiché – a differenza della ma bu – è nettamente più semplice, non esige rigidi e secolari dettami tecnici e soprattutto, pur essendo due posizioni basse, la sedia ha un appoggio che non è quello che ci aspetteremmo dal nome ovvero la seduta, bensí lo schienale. Ma vediamo ora insieme come farla.
Come si fa
Posizioniamoci in piedi con le gambe alla larghezza delle nostre spalle dando la schiena a un muro e sistemandoci a circa mezzo metro da esso per i più alti e 10 cm meno per i meno spilungoni, i punti dove disporremo i piedi saranno invalicabili, lì rimarranno fissati insieme a tutta la pianta del piede per tutta la serie, quindi calcoliamo bene le distanze.
Con i palmi delle mani verso il muro incliniamoci, piegandoci verso esso fino a quando non lo tocchiamo con i nostri allenatissimi glutei. Scivoliamo verso il basso avendo cura di mantenere un costante contatto con il muro appiattendo la schiena per tutta la sua lunghezza a partire dalla testa fino alla parte bassa e, per le primissime volte, anche utilizzando le mani per darci un piccolo aiutino supplementare qualora ce ne fosse bisogno, per poi fermarci quando le nostre ginocchia raggiungono i 90 gradi e i nostri quadricipiti femorali si ritrovano paralleli al suolo: ora siamo seduti sulla sedia, comoda eh?
In questo esercizio la risalita alla posizione di partenza non è contemplata, o meglio lo è solamente se ne sbagliate l’approccio, la sedia infatti, quando è eseguita correttamente, si conclude franando su sé stessi con il fondoschiena sul pavimento.