La propriocezione viene spesso citata come un meccanismo molto importante che interviene nelle prestazioni sportive. Ne abbiamo parlato in diversi nostri post e il Professor Arnaldo Bonnet (intervista pubblicata nel numero 10 di Kung fu Life) l´ha introdotta durante il discorso sulla PNF (facilitazione neuromuscolare propriocettiva).
Ma esattamente cos´è la propriocezione?
Dal dizionario di medicina (Treccani) possiamo leggere:
“Per propriocezione si intende l´insieme delle funzioni deputate al controllo della posizione e del movimento del corpo, sulla base delle informazioni rilevate da recettori periferici denominati propriocettori. Tali informazioni sono elaborate all´interno di riflessi spinali volti al mantenimento della corretta postura e a contrastare la forza di gravità”.
e anche:
“In fisiologia, ricezione delle informazioni fornite dai propriocettori relativamente alla posizione, al movimento e all´equilibrio del proprio corpo nello spazio”.
In buona sostanza e semplificando un po´ la propriocezione è l’insieme delle funzioni che ci consente di percepire la posizione e i movimenti del nostro corpo senza doverci prestare caso coscientemente. In pratica grazie alle propriocezione siamo sempre in grado di determinare la posizione del nostro corpo nello spazio senza doverci affidare alla vista.
Prima di proseguire è bene specificare che la propriocezione funziona grazie alla presenza di vari “sensori” definiti come propriocettori che definiscono il sistema propriocettivo. Tali sensori raccolgono le informazioni che vengono elaborate e miscelate dal sistema nervoso centrale e periferico per creare un quadro globale della situazione che ci consente movimenti sicuri e precisi.
Di seguito, per capire quanto è sofisticata e variegata la raccolta dei dati da parte del nostro sistema nervoso elenco i vari tipi di propriocettori:
– fusi neuromuscolari: misurano la variazione di lunghezza di un muscolo durante un movimento.
– sensore della capsula articolare: recettori collocati nelle capsule articolari che inviano informazioni relative allo spostamento tra due segmenti ossei contigui (esempio ulna e semiulnare, ossa rispettivamente dell’avambraccio e dalla mano).
– sensori del tendine: servono a preservare i tendini nella loro integrità, se il carico che si solleva è troppo elevato i sensori ordinano di rilasciare il carico per salvaguardare i tendini.
– corpuscoli di Ruffini: recettori di livello cutaneo e delle capsule articolari sensibili agli stimoli pressione e tattili di grande intensità e durata.
– organi tendinei del Golgi: recettori disposti vicino alla giunzione muscolo-tendinea che rispondono a variazioni di tensione.
– corpuscoli di Pacini: recettori di livello cutaneo profondo che risponde alle vibrazioni.
– recettori vestibolari: sistema di equilibrio dell’orecchio interno
Perfetto, il sistema propriocettivo è utile e complesso, ma come possiamo allenare la propriocezione al fine di migliorare la nostra prestazione atletica?
L’idea di fondo è quella si inserire nelle normali routine di movimento elementi di disturbo che costringono il corpo, mediante i recettori prima citati, a raccogliere velocemente informazioni e ad adattarsi. In pratica dobbiamo allenarci a raccogliere e seguire il più velocemente possibile i feedback che ci destabilizzano. In questo modo, mentre facciamo una forma o un combattimento, una piccola imperfezione sul tappeto di gara che non abbiamo visto verrà captata dal piede e ci eviterà una caduta o peggio ancora una storta. Anche la percezione della pressione dell’avversario durante il Chi Sao, tanto caro ai praticanti di Wing Chun, passa attraverso la propriocezione…
Vediamo una breve sintesi di alcuni esercizi di propriocezione.
Ricerca dell’equilibrio sul sombrero: tenere i piedi distanziati in modo naturale (larghezza delle spalle) e cercare di mantenere l’equilibrio. Una volta presa dimestichezza si potranno eseguire dei semi squat.
Punching su tavoletta: una volta trovata la posizione di equilibrio sulla tavoletta eseguire una serie di pugni a catena a vuoto.
Parata tibiale su cuscino propriocettore: in appoggio monopodalico andare in guardia tibiale (come per difendersi da un low kick) ripetutamente.
Du li bu (una gamba sola in appoggio e l’altra raccolta vicino al corpo) sul tappeto elastico: eseguire la du li bu sul tappeto elastico alternando ogni 15 secondi la gamba in appoggio.
Contrasto su una gamba sola (da eseguire in coppia): entrambi i compagni sono in posizione di duli bu con le braccia a contatto. Uno dei due applica pressione sulle braccia dell’avversario ad intervalli irregolari in modo da destabilizzarlo.
Tutti gli esercizi di propriocezione possono essere eseguiti, una volta capita la base, con gli occhi chiusi in modo da costringerci a focalizzare tutta la nostra attenzione sulla percezione del movimento data dalla propriocezione. È fondamentalmente il motivo per cui ogni tanto i maestri fanno eseguire i movimenti delle forme ad occhi chiusi.