Kung fu e arti marziali on stage

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stageOn stage!
Termine teatrale e appartenente al mondo dello spettacolo, per dire <<si va in scena>>. A noi artisti marziali evoca però cose ben diverse: chi di voi non ha mai partecipato ad uno stage? Un seminario, un incontro didattico, una lezione divulgativa aperta, una prova durante una manifestazione.
Lo stage: un potente strumento non solo didattico, ma anche educativo. Canale preferenziale per far conoscere la propria disciplina, a mio avviso molto più efficace della pubblicità. Si, perché potete vedere in giro per il centro le bellissime locandine di questa o quella scuola, potete sbirciare video su youtube, potete navigare su siti di qualche <<unica scuola riconosciuta al mondo dal super-maestro Pincopallino>> di turno, ma lo stage è un’altra storia.

monaci shaolinLì non si scherza e non si bara: le competenze emergono insieme alla personalità, al magnetismo, al carisma di un insegnante. È un tipo autoritario? Meglio: autorevole? È divertente, alla mano, un amicone? Ha una di quelle spocchie che veramente non si sopportano più? Circondato da gente nuova, vestita in maniera diversa, a cui spiega serenamente le proprie posizioni marziali e il proprio stile? Oppure in mezzo a suoi allievi e nessun altro, tutti con la stessa divisa, tutto contento di essere ammirato e venerato come il guru della situazione? Beh, in questo caso si può barare. Non poté barare William Cheung quando il giovanissimo Emin Boztepe si presentò durante un seminario a reclamare giustizia per Leung Ting e Kernspecht, stizziti dalle frecciatine del loro collega cinese. Come andò davvero? Emin sbatacchiò per bene Cheung davanti alle telecamere oppure quel video è un falso? Molti allievi di William Cheung sostengono si tratti di un fake, ma probabilmente non lo sapremo mai.

Il punto è però delicato: gente che ci prova durante gli stage aperti. Entra e sembra aver scritto in fronte <<ah, quindi tu fai vedere che sei forte? Provaci con me>>. Ridicolo: come se si fosse lì per dimostrare qualcosa a qualcuno. Non fraintendiamo: qualcosa da dimostrare c’è, ma sicuramente non ha a che fare con il testosterone del nostro maleducatissimo ospite. Chi è che va a fare quello forte? A parte qualche campanilismo o diatriba vecchio stile da risolvere per sputtanare qualcuno, uno potrebbe vivere e lasciar vivere. Invece si vuole vivere e lasciar morire. Ancora una volta: gli studenti non sono stupidi. Spesso sono ingenui, ma i nodi verranno prima o poi al pettine: trarranno le conclusioni anche da soli. Se si vuole facilitare loro il lavoro, sicuramente non è molto educato presentarsi e dire al maestro <<adesso ti rovino la piazza>>. Quello stage è stato magari organizzato da tempo, ci sono costi, impegno, spostamenti spesso chilometrici, etc. Uno partecipa e poi le conclusioni le tira a freddo. Combattere contro il maestro è cosa da fare casomai in altra sede, in cui però bisogna essere disposti davvero a starci.

rocky 4Ricordo una frase che Rocky disse ad Adriana in Rocky IV. La moglie era particolarmente preoccupata perché Ivan Drago aveva già ucciso Apollo Creed e non voleva che facesse fuori anche lo stallone italiano, quindi non ebbe peli sulla lingua nel dirgli senza mezzi termini che avrebbe perso. E Rocky rispose più o meno così: <<No, forse non vincerò. Forse l’unica che potrò fare sarà quello di rendergli la vita difficile. Ma per battere me, dovrà riuscire ad uccidermi, e per uccidermi dovrà avere il fegato di stare di fronte a me. E per fare questo, dovrà essere pronto a morire anche lui. E io non so se sia disposto a farlo… non lo so.>>.

È questo il punto: fare i gradassi se si è ospiti è facile. Non si ha niente da perdere e anche se si viene battuti ci sta perché il docente è l’altro. Quest’ultimo ha invece parecchio da perdere: dovrà trattenersi o no? Se non si trattiene fa la figura di chi vuol dimostrare qualcosa e magari gli fa male. Se lo fa, può trovare più difficoltà e quindi sembrare combattuto invece che combattente. Allora lasciategli fare il suo stage e andate a fare i gradassi in privato, dove non avrà nulla da perdere nemmeno lui. Dovrete però essere pronti a “morire” anche voi come lo fu Ivan Drago, e non potrete più star sereni che il maestro si tratterrà. E vi starà bene.

pai meiSituazione simile quando correggi un allievo che ti dice con presunzione <<Si ma tanto io posso fare anche questo e quest’altro e ti colpisco lo stesso>>. Che fai? O accetti e dimostri, o gli dici chiaro e tondo <<Tu adesso fai questo perché stiamo studiando la tecnica, se vuoi combattere ci troviamo senza problemi ma non puoi disturbare la lezione dei tuoi compagni>>, che invece non stanno rompendo le scatole.

A parte tutto, lo stage: Dio o chi per lui benedica gli stage. Credo sia importantissimo incontrare tante persone, tanti praticanti. Vedere in azione tanti maestri che possono convincerci o meno, ma sicuramente sono occasioni di crescita. Poi uno trarrà le conclusioni, ma ha tutto da guadagnarci. Se per esempio uno va a dire al maestro <<Maestro, mi può dare una dimostrazione pratica con un allievo>> e lui taglia corto dicendo che possono farla due allievi, che poi magari continuano semplicemente ad allenarsi, non è un buon segno. Insomma lui è il maestro, uno è lì apposta per lui e ha pagato per porre tutte le domande che vuole. Altrimenti poteva non pagare e guardarsi l’allenamento da fuori.

Insomma: viviamo e lasciamo vivere, ma senza farsi prendere in giro. A proposito, presto tornerà il Festival dell’Oriente, in cui si potrà provare di tutto e incontrare tantissimi praticanti e discipline. On stage!

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