La porta del kwoon si spalancó violentemente. Entró un uomo a dir poco adirato, con i pugni chiusi e le sopracciglia corrucciate.
<<Che razza di scuola è mai questa?! Maestro Yen, esigo spiegazioni>>.
<<Cosa Vi porta qui, Maestro Sun?>>
<<Sapete bene la ragione per cui ho deciso di dare a Voi mio figlio affinché creaste un grande guerriero. Per diverse ragioni, la mia salute e la mia etá non mi consentono di prenderlo personalmente come allievo. Non farei mai in tempo ad insegnarli i fondamenti, precetti e segreti dello stile di cui io sono dunque l´ultimo erede: la morte mi coglierá ben prima che io possa trasmettergli l´essenza del mio Kung Fu>>.
<<E avete dunque deciso che Vostro figlio debba imparare il mio Kung Fu?>>
<<Esatto. Ma quel che vedo fare a lui non è il Vostro Kung Fu. Dalla finestra della mia dimora ho visto mio figlio allenarsi con alcuni suoi compagni. Ognuno di loro aveva movimenti diversi e molto strani: niente a che fare con i Vostri. Dove lo avete mandato a imparare? E perché? Forse che non avete piú voglia di insegnare? Vi ho dato mio figlio per creare un guerriero e Voi mi avete ingannato>>.
Lasciate che Vi racconti una breve storia. C´era una volta un sovrano molto potente che regnava su terre cosí vaste che quando in un paese splendeva il sole, in un altro abbastanza lontano la luna imbiancava l´oscuritá con la sua luce dolce e soffusa. Egli aveva costruito un vero e proprio impero attraverso lunghe e sanguinose battaglie, che peró lo avevano visto trionfare. Adesso regnava la pace e tutti erano suoi sudditi, per cui pensó che fosse il momento giusto per abbellire la sua cittá.
<<Cercate il miglior scultore di tutte le terre del regno e portatemelo qui: ho intenzione di celebrarmi con una statua che mi rappresenti in tutta la mia forza, splendore e maestosità>>.
Il giorno dopo i suoi consiglieri si presentarono alla sua corte con un piccolo uomo di colore, proveniente quindi da qualche villaggio molto distante. Le sue mani scure erano dure ed incallite da anni di lavoro con marmi, scalpelli e martelli.
<<Cosa posso fare per Voi, Sire?>>
<<Uomo, voglio che crei una effigie in mio onore, che mi rappresenti in tutta la mia forza, splendore e maestosità>>.
<<È un´opera di difficile realizzazione: la creazione di una statua del genere impegnerà molte delle mie risorse fisiche e soprattutto intellettuali>>.
<<Se pensi che io possa aver problemi di denari, sei un vero stolto. Io regno su tutto e dovunque: fai il tuo lavoro e non badare a spese, sarai ricompensato a dovere>>.
Lo scultore se ne andò via felice e contento, sapendo di aver preso in carico un lavoro piuttosto remunerativo. Era quindi seriamente intenzionato a svolgerlo nel migliore dei modi.
Un giorno qualsiasi di qualche tempo dopo, l’immenso portone del castello rimbombò. Le guardie aprirono e si trovarono davanti un grande carro su cui si innalzava un enorme velo bianco, che copriva qualcosa di ugualmente maestoso. Alla guida, dietro i cavalli ormai stanchi, lo scultore. Il re vide entrare il carro dalla finestra della sua stanza e si sentì felicemente lusingato da cotanta grandezza. Corse quindi fuori, curioso ed eccitato.
<<Eccoti! Mostrami quindi la tua opera>>.
Arrivarono quindi all’esterno e subito lo scultore levò via il grande velo bianco che la copriva. Il re trasalì, e con lui tutti gli astanti. Si trovava davanti ad una strana scultura rappresentante tre diversi soggetti. Alla sinistra, si ergeva un grosso elefante con gli arti avanzati alzati e le fauci aperte come se stesse urlando. In mezzo, ancora più in alto della testa del pachiderma, un enorme sole con raggi di marmo splendente. Ancora sotto il sole, alla sua destra, un leone seduto su un grosso masso se ne stava beato e tranquillo, con gli occhi chiusi e la sua folta criniera.
Mi stai prendendo in giro?! Potrei farti uccidere>>, disse il re.
<<Giammai, Maestà! Perché mi dite questo? La mia opera Vi offende in qualche modo?>>
<<La tua è opera di pregevole fattura, ma cosa credi: che a richiederla fu una riserva per animali? Ti avevo chiesto espressamente di creare una statua a mia immagine e somiglianza, che mi rendesse onore in forza, splendore e maestosità>>.
<<Ed è quello che ho tentato di fare! Conoscete Voi un essere più forte e devastante dell’elefante quando si adira? Il sole, poi, quando splende in una giornata senza nuvole non ha eguali. E la maestosità del re della foresta, sua Maestà il leone, che se ne sta tranquillo mentre tutta la fauna lo contempla. Conoscete Voi esempi migliori di forza, splendore e maestosità?>>
<<Certo, ma non vedo la mia figura! Come può celebrarmi dunque questa tua scultura?>>
<<Ma voi siete il re, non è che non siete nulla>>.
Ci fu un attimo di silenzio: nessuno aveva capito il senso delle parole dell’uomo. Egli dunque continuò:
<<Voi mi chiedeste di creare un qualcosa di speciale per Voi, che non avesse eguali in forza, splendore e maestosità. Io ho quindi creato immagini nella pietra, allegorie gratuite delle tre vostre virtù. Voi non mi avete detto di dare forma, figura alla pietra in modo che diventasse Voi. Mi avete ordinato di creare>>.
<<Di che strana filosofia vai blaterando, uomo?>>
<<Creare è molto diverso dal formare, dare figura. In questo caso: la Vostra figura. La creazione è processo che dal nulla fa emergere l’essere, la cui forma in quanto tale è gratuitamente e completamente dipendente dalla creazione. Il nulla non crea vincoli di forma. La formazione è invece un rendere qualcosa di già esistente più definito, levigato, migliorato e di qualità. Voi mi avete chiesto di creare, e si crea solo dal nulla. Ma voi non siete nulla: siete tutto, siete il re. Se mi aveste chiesto di formare il marmo affinché ne emergesse la Vostra figura, allora lo avrei fatto. Essa è già presente nel marmo, perché essa non è nulla: è già ciò che è, basta solo darle forma>>.
<<Parli da saggio, uomo: è evidente che il re è tutto e non può essere nulla. Ricompensate quest’uomo>>.
Il Maestro Yen guardò negli occhi il Maestro Sun e gli chiese:
<<Tuo figlio è nulla o è se stesso? Come posso creare qualcosa dal nulla se è già se stesso? Posso solo dargli forma, migliorarlo, aiutarlo a evolvere a partire da ciò che egli già è. Per questa ragione non potrà mai muoversi come me o come nessun altro. Non potrà apprendere il mio o il tuo Kung Fu: imparerà soltanto il suo. Esso è già dentro di lui, come la forma è già dentro il marmo. Tutto ciò che posso fare è aiutare tuo figlio a divenire se stesso>>.