Kung Fu e cellule staminali: no, a Kung Fu Life non abbiamo esagerato con alcolici e stupefacenti, si tratta di un parallelismo che calza a pennello, a patto di non focalizzarci sull´arte marziale come semplice strumento per "menar le mani", che sia in campo sportivo o meno.
Se invece prendiamo in considerazione la filosofia che sta dietro ai diversi stili di Kung Fu, e consideriamo le cellule dal punto di vista biologico, ecco che il concetto di energia interna assume un altro significato, ben piú scientifico di quello in parte mistificato del Qi.
Consideriamo le cellule staminali, ed in contemporanea teniamo a mente la celebre frase di Bruce Lee <<Be water, my friend>>. Questa classe di cellule, sulla quale vengono effettuati continui studi e continue scoperte, incarna alla perfezione in campo biologico i concetti di fluiditá, adattamento, possibilitá di cambiamento cari al pensiero di Bruce Lee.
Piú caratteristiche assumono, meno le cellule staminali hanno la possibilitá di differenziarsi in qualcosa di diverso, analogamente ad un praticante che si fossilizza su un singolo stile, un singolo elemento, e che avrá piú difficoltá ad aprirsi a qualcosa di diverso.
Sará capitato anche a voi di trovarvi davanti, ad esempio, ad un bravissimo artista marziale Shaolin che si rivela peró troppo legato alle peculiaritá del suo stile per riuscire a rendere allo stesso modo nel Tan Lang!
Ben formato nel suo campo ma che risulta come una nota leggermente stonata in un contesto dissimile.
[tweetthis hidden_hashtags=”#cellule #cellulestaminali #staminali”]Il Kung Fu delle cellule staminali[/tweetthis]
Ebbene: essere morbidi, ma non molli; essere duri ma non rigidi.
Questi sono attributi cari alle nostre arti marziali cinesi, e sono fisiologicamente le caratteristiche vincenti delle cellule pluripotenti (negli adulti) o, ancora meglio, di quelle totipotenti dell´embrione.
D´altro canto lo insegna (non certo alle cellule staminali) anche il Tao, "ció che è fluido è servo della vita, ció che è rigido è servo della morte".
Questo è un assaggio di quanto potete trovare nell´articolo di Nadia Scotti pubblicato nel numero 13 del nostro magazine online.
Perché non farvi un´interessante lettura completa?