Il Kung Fu è un´arte millenaria. Fatta di migliaia di anni di osservazione, ricerca, sperimentazione e cambiamenti. Creata in un luogo e in un´epoca distanti anni luce dal tempo e dallo spazio nei quali oggi la studiamo. In un periodo storico che vedeva est ed ovest nemmeno sfiorarsi per cultura e mentalità.
Ciò che oggi chiamiamo “tradizionale” è in realtà frutto di innovazioni e cambiamenti, di continue mutazioni di forma e di genere, che sono arrivate a noi ormai compiute, liberandoci dall´onere di osservare, ricercare, sperimentare ed eventualmente cambiare. Ciò che oggi studiamo come “tradizionale” ci è arrivato grazie a qualche pioniere occidentale che si è recato per primo a studiare in Cina e per merito (o a causa) dei primi cinesi che, non senza qualche riserbo, sono venuti in Europa ad insegnare (non sempre in modo del tutto esaustivo) la loro arte marziale.
Che da bravi critici abbiamo imparato a giudicare.
Dalla tela finita di un pittore estinto risaliamo, attraverso gli insegnamenti del maestro del maestro del nostro maestro, alle idee che hanno portato l’artista a selezionare il colore, il tratto, il pennello e la tela stessa. Da tale analisi a ritroso poniamo le pietre miliari del Kung Fu tradizionale.
Camminiamo all’indietro con lo sguardo volto in avanti così da non perdere oggi i legami col passato.
Tuttavia, anche camminando a ritroso non possiamo andare indietro nel tempo, non potremmo mai avere la certezza delle idee che sono state il terreno fertile nel quale ha fondato le radici il Kung Fu della Cina di chissà quanti secoli or sono, semplicemente perchè non eravamo presenti e l’epoca non prevedeva di fissare su carta concetti che sarebbero divenuti così importanti per i futuri praticanti di Kung Fu.
Quanti innovatori ci sono stati prima di Bruce Lee? Colui che per primo ideò un nuovo sistema di lotta prendendo spunto da un’amantide religiosa, da una tigre o da un’aquila non è stato acqua tanto quanto lo fu Mr. Lee? Non chiamò anche lui con nome proprio il sistema di combattimento ideato? Non sono gli stili tradizionali imitativi l’evoluzione di uno stile all’epoca definibile tradizionale?
L’evoluzione è la chiave dell’arte. Radici nel passato e rami verso il cielo in perfetto equilibrio yin yang.
Quando il praticante di Kung Fu tradizionale assume la posizione ma bu non fa solo una posizione, ripercorre l’intera storia del Kung Fu stesso e di coloro che hanno studiato tale posizione come rafforzamento del corpo, della mente e dello spirito e che ci hanno costruito sopra un’infinità di tecniche marziali, ossia di combattimento.
Il suddetto praticante può fermarsi, ripercorrere la stessa strada più e più volte, oppure proseguire il cammino, osservando, ricercando, sperimentando ed eventualmente cambiando. Non la modalità di esecuzione della posizione, ma forse ammettendo che in un combattimento reale odierno è una postura svantaggiosa in quanto oltre che statica lascia i genitali pericolosamente scoperti e quindi è una fantastica posizione tradizionale di allenamento marziale, ma non di combattimento reale e se il Kung Fu è un’arte … marziale quando la si pratica non si può non tenere conto delle variabili del combattimento.
Sembra poca cosa, soltanto una pennellata su una tela bianca, ma un quadro considerato un capolavoro non è infine solo una serie di pennellate su una tela inizialmente bianca?