Piú volte abbiamo parlato di Ip Man e dei film realizzati per raccontarne la vita e le vicende. Ne abbiamo anche anticipato le uscite, come nel caso di Ip Man 4 e Ip Man 3 ed è proprio nel terzo episodio della saga dedicata al maestro di Bruce Lee che la magia finisce.
Probabilmente i dubbi di Donnie Yen relativi alla bontá dell´idea di un terzo film erano fondati e la presenza di Mike Tyson ad impersonare il cattivo di turno è stato solo uno specchietto per le allodole appassionate di arti marziali.
La parte assegnata all´ex pugile è poco piú che un cameo e il suo personaggio sembra essere stato inserito nel film al solo scopo di disegnare una scena di lotta col protagonista. Scena che nella trama del film ha poco senso di esistere e che è intrisa di "irrealismo applicativo" tipico del cinema americano. Ovviamente il confronto è tra lo stile pugilistico di Tyson ed il tradizionale Wing Chun di Ip Man, la potenza contro la morbidezza, i montanti conto i bong sao e per quanto l´idea possa essere interessante, purtroppo, è stata invalidata dai cliché di lotta tipici dei film a stelle e strisce. Tyson che si spolvera la camicia dopo un calcio subito da Yen, il successivo gesto con l´indice alla gola per dichiarare l´intento di finire l´avversario e una sorta di xie bu impossibile assunta da Ip Man ad indicare una svolta nell´esito della lotta.
A differenza, peró, dei film americani lo scontro tra buono e cattivo non è l´epilogo della trama, forse perché la trama – se c´é – è un puzzle senza filo logico messo assieme per giustificare le scene di combattimento di Ip Man.
L´inizio del film vede il solito pacato e saggio Ip Man totalmente devoto al suo WIng Chun e ai suoi allievi, al punto da trascurare la moglie e il figlio. Allievi tra i quali vorrebbe essere annoverato anche un improbabile Bruce Lee. La scena del primo incontro tra i due sta al confine tra il ridicolo e l´eccesso scenico ed è messa lí come i cavoli a merenda. Pochi minuti privi di senso e inseriti a forza nella sceneggiatura, come se fosse d´obbligo far vedere Bruce Lee in qualche modo.
La tranquilla esistenza del grande maestro è disturbata dal cattivo Mike Tyson che vuole appropriarsi della scuola frequentata dal piccolo Ip Chun e scatena i classici scagnozzi a brutalizzare preside, insegnanti e bambini. Cosí il nostro eroe decide di fronteggiare i cattivi a suon di scene di lotta, fino al suddetto incontro con Tyson, che inspiegabilmente, dopo aver gridato per metá film che non intende rinunciare alla scuola, dice a Ip che se riuscirá a resistergli per 3 minuti rinuncerá ai suoi propositi. Cosí è… e Tyson sparisce dal film.
A questo punto l´attenzione si sposta su un altro praticante di Wing Chun, un povero conducente di risció che decide di sfidare tutti i maestri della cittá per arrivare ad esser degno di combattere contro Ip Man ed essere riconosciuto come il miglior maestro detentore del vero Wing Chun.
Ma intanto si scopre che la moglie di Ip è malata e lui non presta attenzione alle vicende marziali, perché comprende di essere stato un marito ed un padre assente e vuole rimediare passando con la propria famiglia tutto il tempo che resta alla sua compagna. E qui c´é la genialata: Bruce Lee insegnerá al suo futuro maestro a ballare, per consentirgli di riparare alle assenze alle lezioni di ballo alle quali la moglie teneva e alla fine sará proprio lei a spronarlo ad accettare la sfida lanciata dall´altro, cattivo, maestro di Wing Chun.
L´esito di questo secondo scontro finale è scontato. Meno scontata invece è la scelta di far combattere i due contendenti con le armi prima di passare alle mani nude che meglio mostrano i tratti caratteristici del Wing Chun, del quale i due lottatori sono massimi esperti.
Le tecniche mostrate nella scena dello scontro, come tutte quelle presenti nel film, sono ben eseguite e si possono distingure chiaramente lap sao, bong sao, chi sao e tutti gli atteggiamenti tipici dello stile reso famoso anche da Ip Man. Questo è il lato positivo della pellicola, che per il resto è una gran macedonia di stereotipi dei film di lotta e di situazioni forzate che tentano di giustificare l´esigenza di uno scontro tra Ip Man e uno, nessuno e centomila avversari.
Un film da vedere?
Se sei un appassionato di Kung Fu si, anche solo per cultura cinematografica marziale; se vuoi vedere un bel film, purtroppo, direi proprio di no…