Insegnare ai bambini – Riscaldamento

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bimbi shaolin

Seconda puntata dedicata alla preparazione di un’allenamento per i più piccoli.
Nel post precedente si parlava dell’approccio alla lezione, cioè quali messaggi bisogna far passare ai bambini affinchè affrontino nel modo giusto la lezione di Kung Fu.
La lezione vera e propria però inzia col riscaldamento.
Se per un praticante adulto, non importa di quale livello, questa prima fase ha il solo scopo di preparare il fisico e la muscolatura all’attività che seguirà, nell’insegnamento ai ragazzini bisogna aggiungere anche qualche elemento che renda più accattivanti i diversi esercizi.
La classica corsa lungo il perimetro della palestra può essere arricchita ad esempio con degli ostacoli: si possono posizionare dei cerchi (i classici hula hoop per intendersi) a distanze variabili – a seconda anche dell’età – in modo tale che gli allievi debbano saltare da uno all’altro; si può utilizzare un bastone lungo tenuto a diverse altezze, per essere saltato o per passarci sotto; lo stesso bastone può essere fatto girare nel senso opposto rispetto alla corsa dei bambini obbligandoli a saltarlo quando arriva a loro, oppure richiedendo maggiore destrezza può essere fatto girare nello stesso senso, cosicchè i bambini debbano saltarlo “all’indietro”.

bimbi salti

Ai vari salti si possono aggiungere capovolte o cadute, ricordando che con i più piccoli non bisogna dare nulla per scontato, quindi mostrando loro come eseguire l’esercizio richiesto e come evitare di farsi male.
Per sviluppare la coordinazione mentre ci si scalda si possono assegnare dei numeri a precisi comandi: ad esempio 1- accosciata e salto, 2- cambio direzione della corsa, ecc… in modo che quando i ragazzini sentono un determinato numero debbano prontamente rispondere in modo adeguato.
Ai piccoli poi piace molto la competizione (…e a chi di noi marzialisti non piace?), è uno stimolo a migliorarsi in continuazione, a confrontarsi con i compagni e crescere.
Un lavoro che si può far fare a coppie per riscaldarsi è cercare di toccare la spalla dell’avversario mentre questo cerca di schivare. Si lavora uno per volta, utilizzando delle regole che rendano meno caotico e pericoloso e più impegnativo il “gioco”: ci si muove tenendo sempre il compagno di fronte, senza mai voltarsi per scappare, non si può parare un attacco ma solo schivarlo…e ovviamente deve essere un esercizio dinamico.
Alternativa: toccare l’esterno delle gambe.
Di esercizi se ne possono elencare un’infinità, ho citato alcuni di quelli che uso maggiormente.

A seconda del tipo di allenamento che si vuole far seguire si può puntare già in fase di riscaldamento (ad esempio) sull’elevazione, sull’esplosività, sull’equilibrio o semplicemente sul prendere confidenza con i movimenti tipici dello stile che si andrà a studiare.
Naturalmente occorre procedere per gradi, iniziando con esercizi che non richiedano grandi sforzi ed aumentando via via l’intensità del lavoro.
Ricordando che un buon riscaldamento è fondamentale per la riuscita dell’allenamento.

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