Insegnare ai bambini – Passaggio di grado

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cintureSiamo nel periodo a ridosso delle vacanze, le scuole sono finite, i bambini iniziano ad andare in villeggiatura e prima che chiudano anche i corsi di arti marziali in molte scuole e palestre di Kung Fu si stanno affrontando gli esami per il passaggio di cintura.
In questo post voglio rivolgermi a voi, lettori, invece di dire la mia!
Quando ho iniziato il mio percorso da marzialista, ogni giugno o luglio nella mia palestra venivamo tutti radunati un sabato pomeriggio o una domenica e dai non cinturati fino alle cinture più avanzate venivamo tutti “testati” sulle conoscenze acquisite nel corso dell’anno.
Una piccola schiera di maestri, come una sorta di commissione, ci chiamava a turno ed esaminava dall’esecuzione delle posizioni a quella delle forme, con domande sulla storia degli stili che studiavamo, sulla motivazione dei movimenti in un determinato taolu, sull’applicazione reale di certe tecniche… tutto il nostro Kung Fu veniva messo a nudo ed analizzato dagli occhi esperti sia degli istruttori che ci avevano seguito durante le lezioni, sia da istruttori che non erano direttamente legati a noi.

karate kid Oggigiorno mi ritrovo io dalla parte dell’allenatore, ad esaminare i miei allievi e verificare il grado di conoscenze che sono riusciti ad apprendere.
Parlando con altri maestri ho avuto modo di sentire diverse opinioni su come e se sia necessario svolgere un esame di cintura.
Pensate ad un corso destinato a bambini, diciamo fino ai 12-13 anni di età.
Qual è il vostro modus operandi? Siete allenatori ed al tempo stesso esaminatori? Vi fate affiancare da qualche amico/collega?
Oppure vi tenete decisamente in disparte lasciando che sia un altro maestro ad occuparsi della questione esame?

Ci credoNel caso dei bambini, avere una figura di riferimento può essere di conforto in una situazione magari un po’ preoccupante oppure secondo voi si rischia che la situazione di impegno e serietà venga sottovalutata? Magari il bambino è fiducioso della bontà dell’istruttore che vede tutto l’anno e che ormai lo conosce e si concede qualche imprecisione che davanti ad una figura esterna eviterebbe.
Dal punto di vista, invece, dell’allenatore/esaminatore non si rischia di sorvolare su dettagli importanti, mossi magari dal legame con i propri allievi, o al contrario di essere troppo puntigliosi sugli errori di ciascuno di loro che già si conoscono?
Ma sopratttutto, come la pensate sulla questione esame in sé?
Siete del parere che non ci sia bisogno di una giornata ufficiale nella quale ci si ritrova e si esaminano i ragazzini su ogni aspetto previsto dal programma di studio, magari utilizzando una lezione normale come momento di verifica?
O ritenete che un evento ufficiale sia un passaggio importante nella formazione dei bambini, abituandoli al tipo di tensione e di impegno che verranno richiesti man mano che saliranno di grado, fino a prendere una cintura nera in federazione?
Ditemi la vostra!

7 risposte

  1. Ciao Chiara,
    io penso che il momento dell’esame sia un fondamentale rito di passaggio che assume ruolo simbolico soprattutto in una società come la nostra in cui i riti di passaggio sono stati tutti o quasi tutti eliminati (a cominciare per esempio dall’esame di quinta elementare)…Per questo rito i bambini e i ragazzi vanno preparati e responsabilizzati e deve essere fatto capire loro che il momento che stanno vivendo è importante e che si devono impegnare al massimo…Noi personalmente adottiamo il criterio di organizzare una giornata dedicata agli esami di passaggio con una commissione mista: maestri che hanno seguito i bambini durante l’anno, maestri della stessa asd che hanno insegnato in altre palestre e che non hanno avuto contatti diretti con i bambini e maestri di altre asd (quest’anno hanno partecipato due maestri di torino)…Per quanto riguarda i bambini ovviamente vi è una richiesta e una differenziazione in base all’età: diverso è esaminare un bimbo di 6 anni rispetto ad un ragazzino di 12…Noi personalmente adottiamo la formula di far portare all’esame un qualcosa che sia una specie di demo (per esempio delle esercitazioni a coppie in sequenza uno o due tao lu, etc.) e poi vengono richieste anche delle dimostrazioni di quanto imparato dalla commissione in base al programma presentato. Agli esami assiste anche il pubblico: geniori, fratelli, amici in modo che all’evento venga data la necessaria importanza. Inoltre noi facciamo una parte comune degli esami anche con gli adulti in modo che i bambini possano vedere direttamente a quali livelli possono arrivare e come possono migliorare. Per quanto riguarda le prestazioni la commissione mista esprime dei giudizi verbali dicendo agli allievi che cosa devono migliorare: es. posizioni, marzialità, velocità, precisione etc….Grande importanza viene poi data alla cerimonia delle cinture: ogni bambino riceve il diploma e gli viene legata la cintura in modo da dare l’immagine di serietà…infine si conclude il tutto con la consegna delle merende, per stemperare la tensione degli esami…

    1. Grazie mille del tuo intervento Paolo!
      Mi sembra un’ottima organizzazione, la commissione mista, l’esame in parte in comune con gli adulti, la distinzione per età anche nei piccoli….e la merenda finale è un tocco in più! 😉
      Mi è piaciuto anche il tuo sottolineare che purtroppo oggi si tende a facilitare tutto, togliendo esami e prove…forse fino all’eccesso…che adulti avremo domani?

  2. da noi esami, il bambino decide se i genitori possono vederlo o meno e cosa portare all’esame ( consigliato, ma comunque libero di scegliere se\cosa fare). Commissione mista con proprio maestro e altri insegnanti di stili differenti.
    Niente cinture, non esistono e non sono mai esistite, è solo e soltanto un business occidentale. L’esame si fa, si verifica l’apprendimento, si viene giudicati, e se non si supera si ripete dopo 6 mesi, ma senza cinture. pratichiamo un arte marziale cinese ( e anche in Giappone è così, solo due cinture, bianca, per tutti gli allievi, nera, UNA SOLA, per il maestro!! ) cerchiamo di mantenerla tale. e come se nel basket introducessero i gradi e i dan.. :-/

    1. Quindi una visione più “tradizionale”, mi pare di capire.
      Mi fa sempre sorridere pensare ai miei allievi che, anche se appena iscritti, la prima domanda che fanno è qual è l’ordine delle cinture… sicuramente questa distinzione è per nata tra noi occidentali, soprattutto nei bambini anche l’occhio vuole la sua parte, come si dice.
      E forse è proprio come dicono i saggi, “la cintura serve solo a tenere su i pantaloni”… Punti di vista diversi!
      Ti ringrazio per aver lasciato un commento 🙂

  3. da noi non si fanno esami per il passaggio di cintura, ma questo non significa che le regala, ad esempio ci sono persone che hanno la stessa cintura da diverso tempo. questo perchè il maestro valuta negli allenamenti il grado di apprendimento e la serietà che uno ci mette e in base a delle sue valutazioni decide se passare e quando passare di cintura.
    io faccio kung fu di okinawa

  4. Sono capitato per caso su questo spazio ed ho potuto apprezzare leggendo ciò che il Sig.Paolo ha scritto in riferimento ad alcuni esami di passaggio di grado (riservati) ai bambini. L’esame come dice una nota frase di (Bruce Lee) frase ormai abusata e consumata da diversi maestri!!! serve solo per reggere i pantaloni.. Non sempre è cosi! altrimenti bisognerebbe dire a tutti i Maestri di togliersi la cintura e di rifiutare diplomi attestati e qualifiche, con un grande dubbio che poi lo facciano. Gli esami sono importanti e devono essere fatti seriamente, se si parla di bambini o di adulti, è un passaggio importante, una cerimonia dei gradi, del sapere.. Quindi complimenti al Sig.Paolo per la sua risposta che ho letto ed apprezzato. (M°Domenico Gesmundo Presidente World Csamo-Ekta Federation)

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