Nei post pubblicati fin’ora ho sempre trattato aspetti generali del Kung Fu o aspetti maggiormente legati alla parte che possiamo definire più “artistica” di questa disciplina, i Taolu o forme.
Oggi, invece, voglio aprire il discorso prettamente “marziale”: il semi-sanda.
La questione del combattimento regolamentato è sicuramente delicata quando si accosta al tema dei bambini.
Per prima cosa c’è da chiedersi da che età sia consigliabile far affacciare un bambino al Lei Tai.
Alle ultime gare a cui ho avuto modo di presenziare, organizzate da diverse federazioni, ho assistito ad incontri tra bambini che sicuramente non superavano gli 8 anni di età.
Incontri “puliti”, ben regolamentati e ben gestiti, però con piccoli protagonisti bardati con protezioni quasi più grandi di loro e intenti a darsele di santa ragione, incitati dagli spalti da compagni di squadra, amici, parenti e pubblico.
E mi son chiesta: anche se in ambito sportivo, è giusto che un bambino di 7 anni sia spinto e incoraggiato a combattere corpo a corpo contro un suo pari?
Certo, a quell’età è tutto un gioco e se l’allenatore è bravo si riesce a mantenere una distinzione tra allenamento/gara e vita reale.
Ma l’impostazione che si riceve da piccoli, in qualsiasi campo sia, in parte ci forma nel modo di approcciarci alla vita.
Inoltre, dal punto di vista medico, quanto può giovare ad un bambino in fase di crescita prendere determinati tipi di colpi? Perchè non sempre nel combattimento cosiddetto “punto e stop”, quello più leggero, la forza viene controllata.
Poi c’è da considerare l’aspetto vittoria-sconfitta: in una gara di forme ogni bambino esibisce le proprie capacità atletiche e riceve un punteggio che lo collocherà o meno sul podio, senza scontro diretto con l’avversario. Nel combattimento invece la sconfitta è decretata in modo più netto per il bambino stesso: ha ricevuto più colpi, magari è stato proiettato a terra o mandato fuori dal tappeto. Psicologicamente ha un peso sicuramente maggiore.
Da che età quindi iniziare a far praticare ad un bambino il semi-sanda o il contatto leggero?
E come gestire la preparazione fisica?
Il tipo di allenamento dovrà essere come sempre calibrato sull’età: l’utilizzo della corda per fare un po’ di resistenza e fiato, qualche circuito impostato sullo sviluppo di velocità, equilibro e agilità, qualche combinazione di pugni al sacco o a vuoto, per prendere confidenza con le tecniche previste nel regolamento… il tutto da affrontare in modo ludico, per mantenere il lavoro su un piano adatto ad un bambino.
Voi cosa ne pensate?
Una risposta
Ciao ragazzi. Ho un figlio di 6 anni. Da praticante, devo ammettere che è difficile far star lontano il proprio figlio dal mondo che amo e frequento (quello del kung fu, del sanda, ecc…). Mi chiedo spesso se sia la cosa migliore o no inserirlo in un cotesto che a prima vista puo’ risultare violento. Ma come dice l’articolo il fattore esternop è fondamentale: il gruppo, il pubblico, il coach, la famiglia. La mia esperienza personale mi tranquillizza molto. Sono cresciuto in ambiente da palestra: mio padre era un pugile, mio fratello idem…quindi gioco forza passavo le ore a bardo ring giocando o immaginando di essere Rocky:-). Poi Rocky non lo sono mai diventato ehehe, ma neanche un tipo violento o con un indole aggressiva. i danni fisici che negli anni ho ricevuto li ho avuto con sport cosiddetti più tranquilli (calcio, nuoto, volley). Quindi con questo voglio tranquillizzare un po’ tutta quella fascia di persone che reputano assolutamente non adatto questo sport per bambini. e’ ovvvio che non farò fare mai dei match ad un bambino di 6 o 7 anni, ma con le persone giuste, con l’ambiente giusto e con i giusti canoni ludici…si puo’ crescere e formare un bambino con disciplina divertimento e perchè no con la consepevolezza che un giorno (da grande) potrebbe diventare un campione:-). Ciao a tuttti e scusate l’italiano